martedì 14 agosto 2007

Le coppie nel cinema: La ragazza con la valigia

Solimano
Lorenzo Fainardi ha 16 anni (Jacques Perrin, 19 anni), e va ad aprire la porta della villa dove vive, nei dintorni di Parma. Ha suonato il campanello Aida Zepponi, che ha qualche anno più di lui (Claudia Cardinale, 23 anni): sta cercando uno che l'ha abbandonata dopo averle fatto delle promesse, e che è Marcello (Corrado Pani), il fratello maggiore di Lorenzo - ma Aida questo non lo saprà per quasi tutto il film.
Aida fa la ballerina-cantante in un complessino che ha mollato a Riccione per seguire Marcello, ed ha due problemi: il primo è rintracciare Marcello, il secondo, nel caso che non ci riesca, fare la pace con Piero Benotti (Gian Maria Volontè) che fa da leader al complesso musicale e che è il suo uomo. Praticamente Aida non ha un soldo in tasca.
Lorenzo ha anche lui i suoi problemi: vive von la zia (Luciana Angiolillo) efficiente, fredda e dura, perché ha perso la mamma, che gli ha lasciato la villa, mentre la tenuta agricola è andata al fratello. E' timido, studente non solerte, privo di esperienza con le ragazze, mentre Aida di esperienza ne ha troppa, tutta con uomini sbagliati.
Le alternative sarebbero due: la prima, una bella storia di iniziazione sessuale di Lorenzo, con Aida che trae anche lei dei vantaggi, la seconda (molto più improbabile), una storia sublime per cui tutto diviene possibile, compreso che non ci sia il problema della differenza di età, di soldi e di classe sociale.
Succede una terza cosa, di crudele finezza: che la situazione sia quella che è, ma che ciò malgrado Lorenzo ed Aida si diano da fare come se fosse possibile una situazione diversa, anche se dentro sanno tutti e due che non sarà così. Quindi niente batttute ridanciane da buona commedia all'italiana, e neppure un percorso comune su chissà quale via da Damasco, ma invece una sofferenza turbata e confidente, una pudica affettività quasi felice.
Aida esce dal grande bagno nero dei Fainardi, posto al primo piano, coperta dall'accappatoio che Lorenzo le ha fatto scegliere prima, e in testa si è fatta un turbante con l'asciugamano, in quel momento Lorenzo, che sta al pianterreno, fa partire la voce di Beniamino Gigli che canta:

Celeste Aida, forma divina,
mistico serto di luce fior,
del mio pensiero tu sei regina,
tu di mia vita sei lo splendor.
Il tuo bel cielo vorrei ridarti,
le dolci brezze del patrio suol,
un regal serto sul crin posarti,
ergerti un trono vicino al sol.


E Aida, contornata di note, scende adagio la scala, e parrebbe che Giuseppe Verdi le abbia scritte proprio per lei, Aida Zepponi, e che siano giunte finalmente a destinazione.
Ma ad Aida ogni tanto viene da piangere, quando ad esempio cerca il contatto con Piero, che non ne vuole sapere, e quando le viene in mente il figlio Baldassarre che ha in colonia, e che ha fatto con un comunista di parole, ai fatti deve provvedere lei. Aida di fondo si disprezza, e l'ammirazione amorosa di Lorenzo è un sorso d'acqua fresca, però la sera in albergo si metterà a ballare con uno dei suoi soliti, lasciando Lorenzo solo, seduto, a bere dal dispiacere.
Lorenzo, tornando in villa a notte fonda, si beccherà uno schiaffo dalla zia, non uno schiaffo di rabbia a palma aperta, ma uno schiaffo di sprezzo col dorso della mano - quelli che fanno più male.
Finché il prete amico di casa, Don Pietro Introna (Romolo Valli) nell'interno del Teatro Farnese persuaderà Aida a partire per Riccione, e lì sarà Aida a prendersi uno schiaffone di rabbia da Piero, altro soggetto messo male: da qualche parte ha moglie e tre figli.

Ma soprattutto, a Riccione, Aida si farà quasi convincere a scendere ancora più giù, da Romolo (Riccardo Garrone), un balordo con qualche soldo, che vuole, pagando e disprezzando, comprarsi la sua ora di sesso, e le metterà i soldi in mano, chiudendole il pugno.
E arriva Lorenzo, biancovestito in giacca e cravatta, e farà a botte - date e ricevute - con Romolo, e alla sera Aida e Lorenzo saranno finalmente soli sulla spiaggia, con l'accompagno del mare.
Al mattino, tutti e due sono in stazione, perché sta arrivando il treno che riporterà Lorenzo a Parma. Prima di partire, lui le darà una busta, dicendo che le ha scritto una lettera. Quando il treno partirà, Aida aprirà la lettera e ci troverà solo dei soldi.

Così scrisse uno che la storia la sapeva meglio di tutti, Valerio Zurlini:

"Le classi sono più ferree dei confini. Le linee Maginot e Sigfrido sono dei panetti di burro di fronte alle barriere di classe. Non è vero che un aristocratico sposi un'operaia, o viceversa. Questo accade forse in qualche strana democrazia nordica che ancora si ricorda delle favole di Andersen, ma soltanto lì. Siamo i più feroci tutori delle differenze di classe, più sembriamo democratici meno lo siamo. Alla fine del suo rapporto con la ragazza Jacques Perrin, generosamente, senza calcolo e senza la minima volontà di offendere, fa il gesto tipico della classe cui appartiene, dà dei soldi, punto e basta. Lo fa per aiutarla. Ma come l'aiuta? Nell'unico modo in cui una differenza classista può esprimersi, dandole quella cosa utilissima ma sentimentalmente inerte che è il denaro".

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