Louise Elizabeth Sawyer (Susan Sarandon) fa la cameriera in un locale. Non è sposata, ma ha avuto diverse storie ed ha una relazione cronica con Jimmy Lennox (Michael Madsen). Ogni tanto stanno bene insieme ma niente di più. Thelma Yvonne Dickinson (Geena Davis) fa la casalinga. E' sposata con Darryl Dickinson (Christopher McDonald), che non le dà mai soddisfazione, ha sempre la sua da dire su tutto, a partire da come tiene la casa.
Louise e Thelma sono amiche - nel senso che si sfogano ogni tanto l'una con l'altra - e decidono, senza avvertire nessuno, di passare un week end in montagna: sono stufe del tran tran e vogliono starsene per conto loro, conoscendo magari qualcuno. Con gli uomini, Louise è controllata, perché più navigata, Thelma - più ingenua - si lascia un po' andare.
Si fermano in un locale in cui si beve e si balla, a Thelma danno alla testa il bere e la libertà, e si struscia un po' con uno, finché si sente male e va fuori; quello la segue e cerca di violentarla fra le macchine. Arriva Louise, che ha con sé una pistola, quello si ferma ma gli scappa una battuta greve. Louise di impulso spara e lo uccide.
Alle due amiche non resta che fuggire, quasi prive di soldi e senza sapere dove andare. Però nella fuga crescono, come amicizia e come testa, e Thelma, meno ingenua di prima, riesce addirittura a rapinare una banca. Sono angosciate ma si sentono vivissime, come non si sono sentite mai. Anche quando non parlano si capiscono al volo.
Intanto la polizia si muove, ed arriva ad appurare che sono state loro ad avere ucciso fuori dal locale, loro ad aver fatto la rapina. Un detective, Hal Slocumb (Harvey Keitel), non condivide questa caccia alle donne, perché capisce il loro punto di vista: vorrebbe solo fermarle prima che combinino altri guai.
Thelma e Louise hanno una bella notte in un motel, ognuna con un uomo, Louise con Jimmy, che l'ha raggiunta e Thelma con J.D. (Brad Pitt) che trova modo di piacerle molto. Solo che J.D. è solo un cinico belloccio interessato ai soldi, e la deruba. Quindi, via di nuovo, verso il Grand Canyon. La polizia arriva a J.D. e fa parlare Darryl, i due si incontrano e J.D. sfotte Darryl, dicendogli che è andato con sua moglie.
In tutta questa confusione, Thelma e Louise stanno benissimo, scoprono in sé e di sé cose che non immaginavano, riescono persino a fare esplodere l'autobotte di un camionista villano, ed è una grande fiammata. Ma spunta un elicottero, poi le macchine della polizia, tante.
Hal cerca di calmare la situazione, vorrebbe che le due ragazze si arrendessero senza sparatorie, ma è poco ascoltato, alla fine Thelma e Louise si trovano circondate con la Thunderbird ferma in alto, sotto c'è il Grand Canyon. Le due amiche sanno che la fuga è finita, che dovrebbero arrendersi sperando che non sparino. Poi affrontare prigione, processi, marito, ex amico, famiglie.
Non sembrano esserci alternative, ma loro improvvisamente l'alternativa la trovano, perché sentono entrambe che giorni così belli e così pieni nella vita non li avevano mai conosciuti, né li troveranno nel futuro. Prendono spazio, la macchina accelera ed infine vola fuori dalla strada, sopra il Grand Canyon. Sono riuscite a non dargliela vinta, e Hal, l'unico che le capiva, guarda disperato quello che è successo, non c'è altro da fare.
11 commenti:
Grandissimo film. Coraggioso e insieme delicato, esistenziale senza essere pedante. Lo rivedrei volentieri. E guai... guai a chi mi tocca Ridley Scott!
Susan Sarandon è una delle donne più belle del cinema americano, ed è anche molto brava (lo è sempre stata, lo è ancora, e credo proprio che continuerà ad esserlo se la lasciano lavorare).
Geena Davis è una mia passione dal tempo di "Turista per caso". Si vede subito che recita la parte della svampita, ma che svampita non lo è affatto...
Per Lilith: Ridley Scott è il regista dei Duellanti, del primo Alien... Avrei qualche riserva su come è andato avanti, cioè con l'occhio più al conto in banca che ai risultati, ma mi associo senz'altro. Averne, di registi così!
Lilith, sono al terzo post della vista logica Le coppie, e due su tre sono su coppie di donne e non finirà qui.
Lo faccio non per femminismo o femminerìa, ma perché nella coppie di donne si manifesta bene il non volere fare della propria vita - che poi è la nostra - una cantina umida e fredda o una soffitta arida e calda. Deciderio di liberazione, paro paro a quello di Dennis Hopper e Peter Fonda in Easy Rider.
Ma su questo film tornerò con un post ad hoc, a meno che non lo voglia scrivere tu, che sarebbe una ottima cosa da tutti i punti di vista. Ma non insisto, prima o poi lo farai, a vantaggio nostro e tuo, e ti piacerà farlo.
Giuliano, concordo, Susan Sarandon è una grandissima attrice, ed è molto intelligente, nelle scelte e nelle non scelte. Riguardo Geena Davis ehm... scelgo di non esprimere la pienezza dei miei sentimenti, chiamiamoli così.
Ma anche a prescindere dalle due, questo è un ottimo film.
saludos
Solimano
Si tratta di un film-tragedia. Due donne che per conquistare la libertà si cacciano in situazioni da galera o da suicidio. Che libertà è questa?. Si tratta di una visione apocalittica, come mostra la scena della macchina che vola nel Grand Canyon, ma che non va in Paradiso come i poveri sulle scope nel grigio cielo di MIlano, nel film Miracolo a Milano. Un film amaro senza speranza!
Sono d'accordo con Isabella, è un film molto amaro. Ed è un bel film. Racconta un mondo in cui non è possibile sfuggire ad una logica maschile di violenza e di sopraffazione. Le due donne, nel tentativo di liberarsene, ne restano sempre di più invischiate, e non possono che rispondere alla violenza con la violenza, eternando quel circolo vizioso da cui non è possibile sfuggire, se non con la morte. O forse non muiono, forse riescono ad arrivare al di là del canyon, in un altro mondo, basato su altre logiche. A me l'ultima scena è sempre piaciuta moltissimo; fa balenare la possibilità che, chissà, alle due donne possano spuntare le ali.
Laciando da parte le considerazioni sul regista, che è un grande regista, e sull' avvenenza indiscutibile di Geena Davis e Susan Sarandon, rimane il gusto amaro che questo film lascia in bocca, almeno a noi spettatrici. Concordo con Manuela e Isabella. A meno di non avere le ali l' avventura di Thelma & Louise non è poi questa gran liberazione.
Si può fare di meglio.
Certo che si può fare di più. Anzi dobbamo fare di più. La tragica fine di Thelma e Louise, che precipitano nel canyon è un finale tragico, senza speranza e perciò provoca la reazione di non arrendersi.Tempo fa, passando per una via molto nota, ho visto un negozio con la scritta "Thelma e Louise", tra minicostumi e abbigliamento intimo. La tragedia delle due libertine è stata subito metabilizzata dal consumismo. per fortuna, ieri, ho visto che ha chiuso bottega!
Essere libertini è una virtù rischiosa, apre al mondo, alle persone, al sé. Una virtù a volte possessiva, più spesso generosa.
Non essere libertini stringe, chiude, annoia, incattivisce anche.
Non nei piccioni, che la monogamia ce l'hanno di natura, a differenza degli umani. La cultura può crescere sulla natura, non negandola però o chiamandola con nomi strani, tipo peccato originale, pubblicizzati da congreghe di maschi anziani e celibi, che da tremila anni vanno avanti con vecchie storie atte a conservare quello che veramente vogliono: il potere sulle persone (sulle cose, anche, perché no).
Un potere truccato di dolcezza e di umiltà, ma basta grattare la vernice e sotto si trova la ruggine.
saludos
Solimano
A me "Thelma e Louise" piace e basta. Lo so che la loro fuga non porta a niente, lo so che sbagliano rispondendo alla violenza con la violenza e so anche che alla fine sarà mooooolto difficile veder spuntar le ali alla macchina... Però chissà... MAI DIRE MAI!!!!
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Insisto sul fatto che quando si parla di libertà delle donne il riferimento immediato è al comportamento sessuale. Come mai non si parla di altre espressioni di libertà come l'arte, la scienza, la politica, la filosofia, l'economia,etc? Ho il sospetto che la donna sessualmente libera rappresenti un ideale muliebre che non impegna emotivamente gli uomini. Invece, la donna che vuole essere libera affermandosi in campi impegnativi e concorreziali per il maschio, è una rottura da evitare. Sono rari i registi che si spendono per la libertà intellettuale della donna. A limite celebrano la storia di regine, che non ci sono più.
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