domenica 23 settembre 2007

I soggetti nel cinema: la doppia personalità

Fredrich March (in versione Mr. Hyde) e Myriam Hopkins
Roby
Se il tema del doppio -trattato in precedenza fra i soggetti cinematografici più gettonati- era intrigante, quello della doppia personalità, ad esso strettamente correlato, è addirittura affascinante. Di più: l'argomento ha tali e tante sfaccettature da poter essere osservato da diversi punti di vista, mantenendo comunque brillantezza e vivacità di colore. Anche se, a onor del vero, alle versioni più vetuste dello Strano caso del dottor Jekyll e mister Hyde (quelle interpretate da Fredrich March e da Spencer Tracy) il bianco e nero basta e avanza per terrorizzare spettatori di qualsiasi epoca: sarà forse merito del magnetismo animale dei loro occhi, o della piega feroce delle loro labbra, il tutto ottenuto senza bisogno dei trucchi "digitali" odierni... Ma lo sgomento, l'orrore, il tormento interiore di quella lacerante scomposizione fra buono e cattivo non sarà mai più reso così vividamente su uno schermo.
Guy Williams, il più celebre Zorro TV

Neppure a Don Diego della Vega servono le tinte forti, quando decide di vestire i panni dell'intrepido Zorro, la Volpe, "el liberador de la California". Un fischio, e il fedele purosangue Tornado, anche lui nero come la notte, accorre al richiamo, pronto ad ogni avventura. Ma che fatica tener segreta la propria identità, quando tuo padre ti disprezza, credendoti un azzimato damerino buono a nulla, e quando le ragazze ti snobbano, preferendo sospirare per il bell'eroe mascherato dal baffetto assassino! Certo, a ben guardare, sembra davvero poco credibile che nessuno ti riconosca, sotto quei pochi centimetri di seta intorno agli occhi... ma tant'é: la storia sta in piedi ormai da decenni, e cinema e TV ne han fatto man bassa, con risultati per lo più confortanti.

Jim Carrey "The Mask", di nome e di fatto

A proposito di eroi mascherati, ne è un esempio decisamente anticonvenzionale il Jim Carrey di The Mask, dove un misterioso feticcio tribale, trovato per caso e imprudentemente indossato dal protagonista, lo trasforma là per là da complessato giovinotto in sarcastico, irresistibile, scoppiettante mix fra umanità e cartoon. Qui i colori si sprecano, a cominciare dal verde acido fosforescente del mascherone, e tutto il film -come pure il suo seguito- è in realtà un grande fumetto antropomorfo. The Mask ama scherzare e divertirsi (come dargli torto, se lo fa con Cameron Diaz?), ma tra un frizzo e un lazzo trova il tempo di mettersi in luce, compiendo quella che si dice "un'impresa da supereroe".

Christopher Reeve, inimitabile Clark Kent / Superman

E arriviamoci, dunque, all'eroe SUPER per eccellenza, quel Superman piovuto dal lontano pianeta Krypton sulla Terra, nei pressi di una tipica fattoria statunitense, e giunto più tardi in Italia sui giornalini illustrati con l'imbarazzante nome di Nembo Kid, mantenuto -se non erro- fino agli anni '70 del XX secolo: cioè più o meno in concomitanza con l'uscita del primo film, in cui Christopher Reeve dimostrava all'attonito pubblico in sala che "un uomo può volare" (come recitava la frase di lancio"), tenendo magari fra le braccia la graziosa Lois Lane di turno, appena salvata da una caduta verticale dall'Empire State Building. Nella vita di tutti i giorni, Superman conserva i suoi muscoli e la sua bella mascella quadrata, adottando però gli occhialetti un po' timidi del giornalista Clark Kent: il quale, pur non possedendo la vista a raggi X o l'ipervelocità, vanta tuttavia il record mondiale assoluto di rapidità nel cambio d'abito, strappandosi letteralmente di dosso camicia e cravatta per mettere in mostra la famosa tutina elasticizzata rossa, gialla e blu.


Tobey Maguire, inquietante Spiderman

Non gli è da meno il giovane Peter Parker, che il morso di un aracnide geneticamente modificato ha trasformato nell'agilissimo Spiderman (dubbio atroce: e se invece lo avesse mozzicato un maiale nostrano, tirato su a mangimi transgenici e acqua inquinata, cosa mai sarebbe diventato?). Gli ultimi episodi della sua saga cinematografica, tuttavia, insistono sempre più chiaramente sul lato oscuro del Ragno che è in lui, fino a prospettare l'ipotesi di uno Spiderman buono e di uno cattivo (toh! R.L.Stevenson ancora insegna, a più di un secolo di distanza!): non si capisce bene come finirà, per quanto non si possa escludere la futura nascita di un terzo clone, nè buono nè cattivo, bensì semplicemente amorale.

Batman: la solitudine del supereroe

Chiudo con colui che era il mio preferito, ai tempi dei fumetti di bambina: Bruce Wayne alias Batman, l'uomo-pipistrello, quello che a casa ha la bat-mobile, la bat-moto, la bat-caverna, il bat-computer, il bat-elicottero e (chissà?) pure il bat-tipanni. Accanto a lui, Robin, il ragazzo-meraviglia, adottato dal miliardario Wayne dopo essere rimasto orfano e suo convivente, senza che nessuno (?) intravveda in ciò alcun sentore di pedofilia o di omosessualità. Però, guarda caso, al contrario di Superman e Spiderman, più o meno felicemente fidanzati, al pipistrellone con le orecchiette a punta non si attribuiscono flirt, a parte un bacetto con la Donna-gatto. O forse -visto l'istinto felino a lei congenito- Catwoman aveva in realtà tutta l'intenzione di mangiarselo in un boccone, quel grosso topo con le ali sgualcite e gli occhi tristi di bambino solitario.


6 commenti:

Anonimo ha detto...

Ottimo e abbondante. Tanto abbondante che non riesco proprio a starvi dietro. Tre o quattro post al giorno sono decisamente superiori alle mie forze.
Rebus sic stantibus posso solo esclamare un giulivo "ma che bravi che siete!"

Roby ha detto...

Cara Gabriella,
io "brava"???
Mica tanto: magari "appassionata" di cinema, ma in modo piuttosto casalingo, tanto che potrei paragonare i miei post ad una ipercalorica merenda pane-vino-e-zucchero o pane-burro-e-marmellata...

Comunque, non temere: l'idea dei "soggetti", dopo quella degli "oggetti", mi comporta un giorno o due di creatività affannosa, seguiti puntualmente da settimane di "stanca"!

[:->>>]

Ave&vale

Roby

Solimano ha detto...

Roby, ma quale "stanca"? Guarda che arrivo a Firenze più veloce della luce, emulando qualcuno dei SuperEroi da te introdotti nel blog. Cosa mi toccherebbe fare, giovane da molto tempo qual sono...
Tu scrivi: fa bene a te, fa bene a noi, fa bene a tutti (tutte comprese).
Gabriella, che vuoi farci? Questo è un blog anomalo, credo che si sia capito. Tu scegli fior da fiore (comprese le ortiche), poi, quando smetteremo, avrai tempo di leggere il pregresso in qualche lunga serata invernale. Sempre meglio della televisione...

saludos
Solimano

Anonimo ha detto...

De bon! Gabriella ha ben espresso anche il mio sudore nel starvi dietro! Al punto da leggere velocemente cose che invece meriterebbero una lettura meditata con bicchiere di amarone.

I vivissimi complimenti sono anche miei, perchè qui innanzitutto non c'è mai una parola fuori posto, ma soprattutto perchè qui si sente nell'aria che c'è grande amore di Cinema, con la C maiuscola.

Brian

Giuliano ha detto...

Un classico che più classico non si più: parole di Heinrich Heine, musica di Franz Schubert (da “Schwanengesang“, Il canto del cigno)

n.13. Der Doppelgänger (Nemesis)
Still ist die Nacht, es ruhen die Gassen, Tranquilla è la notte, le strade sono in pace;
In diesem Hause wohnte mein Schatz; e in questa casa abitava il mio tesoro,
Sie hat schon längst die Stadt verlassen, che già da tempo ha lasciato la città -
Doch steht noch das Haus auf demselben Platz. ma la sua casa è sempre allo stesso posto.
Da steht auch ein Mensch und starrt in die Höhe C’è un uomo, che guarda fisso in alto;
Und ringt die Hände vor Schmerzensgewalt; e si torce le mani per il gran dolore;
Mir graust es, wenn ich sein Antlitz sehe - inorridisco nel vedere il suo volto -
Der Mond zeigt mir meine eigne Gestalt. la luna mi mostra il mio stesso sembiante.
Du Doppelgänger, du bleicher Geselle! O tu mio doppio, mio pallido compagno!
Was äffst du nach mein Liebesleid, Perché scimmiotti le mie pene d’amore,
Das mich gequält auf dieser Stelle l’amore che mi fece soffrire in questo luogo,
So manche Nacht, in alter Zeit? per così tante notti, nei tempi passati?

mazapegul ha detto...

Metamorfosi in maiale. Non c'e' solo quella operata ai danni dei marinai di Ulisse da parte della perfida Circe, ma anche quella subita dai genitori di Chihiro nella Citta' Incantata di Hayao Miyazaki.
Pero' non si tratta di trasformazioni controllabili o fluttuanti: in entrambi i casi si sarebbe maiali per sempre, se non intervenisse l'eroe (l'eroina).
Ci penso meglio: un uomo-maiale verra' pur fuori, da qualche parte.
Tema e post stimolanti assai.
Maz