nuda nell'acqua, si contempla in uno specchio
Molti credono che "Les Enfants du Paradis" sia stato anche, fra le altre cose, un grandioso episodio di resistenza culturale e non solo, all'occupazione nazista della Francia. Ma non è del tutto così. E' vero che le musiche sono state in buona parte composte da Joseph Kosma, anche se nel cast del film figurò Maurice Thiriet (Kosma non le poteva firmare) e che la stessa cosa successe per le scene, firmate da Léon Barsacq, ma gli schizzi erano stati fatti da Alexander Trauner, che non potè firmare neppure lui, in quanto ebreo. Per lo stesso motivo ci fu qualcosa del genere nella produzione, che mutò in corso d'opera. Ma c'erano delle zone di ambiguità. Ad esempio, l'importante personaggio di Jéricho fu affidato a Pierre Renoir solo quando iniziò il crollo del regime di Vichy. Prima, il personaggio era di Robert Le Vigan, che era collaborazionista ed antisemita. Le Vigan fuggì a Sigmaringen con Louis-Ferdinand Céline, suo amico, che ancora molti anni dopo gli scriveva lettere deliranti (Le Vigan si era rifugiato in Argentina dopo essere stato condannato per indegnità nazionale). Ma soprattutto, c'è il caso Arletty. Conosceva Céline - erano nati nello stesso paese - e dopo la Liberazione fu processata e condannata ad una breve pena più di soggiorno obbligato che di carcere a causa della sua relazione con un ufficiale tedesco durante l'occupazione. Anni dopo, quando per l'ennesima volta le chiesero il perché, sbottò nella celebre frase: "Si mon cœur est français, mon cul est international".
Maria Casares e Arletty non potevano essere più diverse: Maria aveva 22 anni ed era al suo primo film, Arletty ne aveva 45 ed era praticamente all'ultimo, salvo alcune parti secondarie e non memorabili: lo pagò caro, il cul international. Maria apparteneva ad una grande famiglia spagnola, gallega per la precisione, il padre era stato un importante politico dalla parte dei repubblicani e Maria era venuta in Francia con la famiglia solo nel 1936, ottenendo un precoce e ben meritato successo in teatro, che fu sempre la sua attività preminente, specie il grande teatro classico. Così scrive del suo modo di recitare Claude Jade nel suo libro Baisers envolés:
"En 1980, je jouais Junie dans Britannicus. Maria était Agrippine. Elle fut étonnante. D'un bout de la pièce à l'autre, elle était habitée, frémissante. Sa manière de dire les alexandrins tenait de l'incantation. Elle cassait les vers avec une violence contenue qui éclatait comme une coulée de lave brûlante. Elle était en larmes, les yeux étincelants, la bouche tremblante. Elle se donnait corps et âme. Quelle actrice unique."
scorge Garance, che è con Pierre-François ed Avril.
Fra un po', rischiando, la inviterà a ballare
Il grido Baptiste! ne è il preannuncio. Prima di lasciare quasi completamente il cinema, Maria Casares dette una interpretazione meravigliosa ne Les Dames du Bois de Boulogne di Robert Bresson, un film quasi contemporaneo a Les Enfants du Paradis. In quel film, Maria fa una parte à la Meurteil, impossibile per una ventiduenne che non fosse lei.
Arletty aveva avuto una biografia turbinosa. Quando aveva sedici anni, morì in guerra il suo primo amore, che lei chiamava Ciel per l'azzurro degli occhi. Poi, anche a causa della caduta economica della famiglia, molte traversie, fra pittori, banchieri e teatranti. Disse di quel periodo "Je n'ai pas été élevée, je me suis élevée". Nella vita, in lei c'era molto della Garance, ecco altre sue frasi:
"Je place le poète au dessus de tout. Rien dans les mains, rien dans les poches."
"Je pardonne les offenses qui me sont faites, pas celles faites à mes amis."
"Cacher son âge, c'est supprimer ses souvenirs".
"L'amour peut se passer d'estime, pas l'amitié".
Il successo giunse tardi, con alcune parti memorabili in "film di Prévert messi in immagini da Carné" come disse acidamente Truffaut al tempo della nouvelle vague. Fu Prévert che inventò il personaggio di Garance proprio per Arletty, Arletty è Garance. Ed a Prévert debbo tornare, alle parole di Prévert, quelle del film. Ma non oggi.
(continua)
però ama una pianta, la garance (rubia tinctorum)
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