
Se un amico non milanese mi chiedesse consiglio sulla prima opera d'arte da vedere a Milano, gli darei una risposta probabilmente inaspettata: "Il Duomo", gli direi. Gli amici conoscono il mio gusto, un po' da fungaiolo a riposo, di cercare sempre posti inattesi, magari conosciuti dai tedeschi, dagli americani o dai giapponesi, ma quasi sconosciuti addirittura agli abitanti del posto (mi è capitata anche questa).
Una delle meraviglie del Duomo di Milano è il tetto praticabile del corpo principale della costruzione: ci si passeggia circondati da guglie di ogni tipo, e fra una guglia e l'altra si vede tutta Milano. In genere non c'è molta gente, è un posto quasi da innamorati.
Qui Luchino Visconti girò una delle scene più importanti di Rocco e i suoi fratelli: la discussione definitiva fra Rocco (Alain Delon) e Nadia (Annie Girardot). Nadia è una prostituta, è stata per diverso tempo l'amante del fratello maggiore di Rocco, Simone (Renato Salvatori) che faceva il pugile, all'inizio con un certo successo. Poi il rapporto è finito, e Simone per svariati motivi si è lasciato andare, soffrendo perché Rocco, che fa anche lui il pugile, sta avendo il successo che lui non ha avuto. Intanto, Rocco e Nadia si sono conosciuti, ma il loro rapporto è ben diverso: Nadia ha deciso di non battere più, e si amano veramente.
Ci sono due versioni.
La prima è che c'è una corrispondenza Rocco-Myskin, Simone-Rogozin, Nadia-Nastassia Filippovna. Per chi conosce l'Idiota di Dostoevskj è talmente evidente da essere sospetta, come un alibi ben confezionato.
La seconda è che in Rocco prevale la solidarietà del gruppo familiare, che deve precedere ogni altra cosa, come gli ha insegnato la madre Rosaria (Katina Paxinou).
La seconda versione la trovo più probabile della prima, ma, conoscendo i film di Visconti ed il filo nascosto ma anche evidente che li collega dal primo all'ultimo, in questo episodio della rimozione di Nadia a favore di Simone vedo in azione le personali ossessioni di Visconti, in particolare riguardo il rapporto uomo-donna. Non trovo altra risposta, in quella scena drammatica avverto uno stridìo, una forzatura senza giustificazione: Rocco è stato malmenato, gli hanno violentato la donna davanti ai suoi occhi, e a fronte di questo il principe Myskin e la mamma Rosaria non bastano, occorreva che Luchino Visconti entrasse, lui, nel suo film.
La seconda versione la trovo più probabile della prima, ma, conoscendo i film di Visconti ed il filo nascosto ma anche evidente che li collega dal primo all'ultimo, in questo episodio della rimozione di Nadia a favore di Simone vedo in azione le personali ossessioni di Visconti, in particolare riguardo il rapporto uomo-donna. Non trovo altra risposta, in quella scena drammatica avverto uno stridìo, una forzatura senza giustificazione: Rocco è stato malmenato, gli hanno violentato la donna davanti ai suoi occhi, e a fronte di questo il principe Myskin e la mamma Rosaria non bastano, occorreva che Luchino Visconti entrasse, lui, nel suo film.

4 commenti:
Il Duomo ha un sopra, un sotto, un dentro, e anche un fuori - quando leveranno i ponteggi... E' enorme, ma lo si dà un po' troppo per scontato.
E quindi, bravo Solimano: così siamo tornati, finalmente, a vedere il Duomo.
Come sempre molto interessante. Bello questo intrecciarsi di discipline diverse: cinema, architettura, psicologia...Anche questo rende belle le tue recensioni.Grazie, Giulia
Mio padre ha lavorato presso la Fabbrica del Duomo per qualche anno, realizzando alcune cose nella cripta.
Giulia, all'aspetto interdisciplinare io tengo molto, perchè c'è una osmosi che, se colta, migliora la comprensione proprio della cosa da cui parti. Solo che non è facile: il rischio a cui occorre stare attenti è soprattutto la genericità, occorre essere precisi e concreti, il che significa scavare scavare scavare. La rete, se ben conosciuta, è un grande ausilio.
Oyrad, penso che certamente tuo padre ti abbia trasmesso l'esperienza del Duomo come una miniera in cui più ti aggiri più scopri cose che non sai e che sono importanti.
saludos
Solimano
Posta un commento