
Su “Metropolis” non so cosa dire, sono senza parole: nel senso che sono rimasto a bocca aperta dalla prima volta che l’ho visto, e da allora non mi sono più ripreso. La prima cosa che faccio è correre alla data in cui è stato girato: 1926. Sì, è vero, in parecchie sequenze mostra tutti i suoi anni, ma per il resto è di una visionarietà e di una bellezza, e di una profondità, che lascia senza fiato ancora oggi.
Ed infatti Metropolis è ancora imitato, imitatissimo; e citato, citatissimo. Il mondo dei videoclip trabocca di citazioni da Metropolis, e anche al cinema non si scherza. Insomma, con tutti gli anni che sono passati Fritz Lang è ancora vivo, vivissimo.
Ho aspettato invano che qualcuno di noi si decidesse a parlare di “Metropolis”. Siccome non l’ha fatto nessuno, lo tiro fuori io: e lascio che a parlarne sia proprio il vecchio Fritz, in persona.
Metropolis
Regia: Fritz Lang; sceneggiatura: Fritz Lang, Thea von Harbou; fotografia: Karl Freund, Günther Rittau; effetti speciali fotografici: Eugene Schufftan; scenografia: Otto Hunte, Erich Kettelhut, Karl Vollbrecht; sculture: Walter Schultze-Middendorf; musica: Gottfried Huppertz; interpreti: Brigitte Helm (Maria), Alfred Abel (John Fredersen), Gustav Frölhich (Freder Fredersen), Rudolph Klein-Rogge (Rotwang), Heinrich Georg (caposquadra), Fritz Rasp (Grot), Theodor Loos, Erwin Biswanger, Olaf Storm, Hans Leo Reich, Heinrich Gotho, Margarete Lanner, Max Dietze, Georg John, Walter Kuhle, Arthur Reinhard, Erwin Vater, Grete Berger, Olly Böheim, Ellen Frey, Lisa Gray, Rose Leichtenstein, Helene Weigel, Beatrice Garga, Anny Hintze, Helen von Münchhoten, Hilda Woitscheff, Fritz Alberti, 750 ruoli secondari e più di trentamila comparse; produzione: Ufa; lavorazione: 310 giorni, 60 notti, 1925-26; lunghezza: 4189 metri; prima proiezione: gennaio-febbraio 1927.

La citazione viene da “Il cinema secondo Fritz Lang” di Peter Bogdanovich (ed. Pratiche). E’ una lunga intervista, nella quale però ci si sofferma soprattutto sul periodo americano di Lang; ed è per questo che il brano su “Metropolis” è in appendice. (La “signora von Harbou” era all’epoca la moglie di Fritz Lang. Contattato da Goebbels in persona per dirigere il cinema tedesco, Lang molla tutto – compresa la signora von Harbou, filonazista – e scappa col primo treno. La fuga precipitosa di Lang dalla Germania nazista, nel racconto fatto da lui stesso, è un pezzo da antologia: se qualcuno non lo conosce prometto di tornarci sopra quanto prima.)

7 commenti:
Un cult. Simply.
Brian
...E meno male che non sapevi cosa dire e che eri senza parole, pensa tu se le parole le avessi avute ed avessi avuto di che dire ;-)
Per il resto, mi unisco a Brian e dico anche io "Un cult. Simply".
Un grandissimo film...molto ben presentato Giulia
Ho solo fatto lavorare il vecchio Fritz.. (e lo scanner, certo: è qui che mi sta chiamando e se non lo cito poi non mi funziona più).
E un bel grazie all'autore e all'editore del libro che ho citato.
E' una vita che mi riprometto di vedere questo film, "assaggiato" di sfuggita, a pezzi e bocconi, nel mezzo di vari programmi TV, videoclip (tipo quello dei Queen) e così via. Comunque, leggere il tuo post è stato già un bel passo avanti!!!
Ave&vale
ROBY
Il film è staordinario, specialmente nella versione con le musiche di Philip Glass. E' passata anni fa su RaiTre. Qualcuno sa dove trovarla?
Hans
Mah! E' un problema, bisogna leggersi con cura le etichette dei dvd oppure cercare su internet. Io purtroppo non ho molta pazienza nel "cercare e scaricare"...
Di recente ho visto due o tre edizioni diverse di Metropolis alla Fnac di Milano, ma penso che una fosse la versione di Moroder, colorizzata e con musiche dello stesso Moroder in versione disco.
Grazie per il messaggio!
Posta un commento