domenica 2 settembre 2007

I caratteri nel cinema: Lello Mascetti

Solimano
A vederlo così, nella foto scattata quella sera a casa di Donatella Sassaroli (Olga Karlatos), il Conte Raffaello Mascetti detto Lello (Ugo Tognazzi) era l'anima della compagnia. Da una parte il Necchi (Duilio Del Prete), dall'altra il Perozzi (Philippe Noiret) sembrano dei comprimari un po' ingobbiti, a non parlare del primario Sassaroli (Adolfo Celi) che fa lo spiritoso, ma resta il fatto che sua moglie convive more uxorio con l'architetto Rambaldo Melandri (Gastone Moschin), e quindi, per quanto primario, sotto sotto un po' gli tocca patire
Lello Mascetti è al centro, canta convinto e rilassato il "Bella figlia dell'amore" che ha lo scopo di sfottere il Melandri così che rientri in sé e si accorga che Donatella è troppo impegnativa per lui.
Il piano riesce, ma lasciamo stare il Melandri, diciamola tutta sul Mascetti, perché dei problemi ce li ha pure lui, malgrado la foto di quella sera. E' infatti stato capace di mangiarsi in vent'anni due bei patrimoni: il suo, e quello della moglie Alice (Milena Vukotic), che mentre lui si sta sollazzando con gli amici passa l'inverno a Gavinana con la figlia, e si nutrono quasi esclusivamente di castagne. Non è una villeggiatura, è che a Firenze non saprebbero dove stare, il Mascetti vive in modo piuttosto fortunoso, viene ospitato un po' da un amico un po' dall'altro. Ma ci si aggiunge un'altro aspetto: il Mascetti ha attualmente una amante giovanissima, che si chiama Titti (Silvia Dionisio), ed è studentessa alle superiori. Il cognome non risulta, perché Titti è di ottima famiglia, figlia di un alto ufficiale, e sono riusciti a non fare sapere la cosa in giro.
Il Mascetti si dà anche da fare per procacciarsi qualche guadagno con la vendita porta a porta di enciclopedie, ma non mi risulta che abbia ottenuto grandi risultati, è un lavoro che l'annoia e poi la sua automobile, bella ma un po' arcaica, ogni tanto lo lascia a piedi.
Da un certo punto di vista, il Mascetti nel gruppo è lo sfigato (ogni gruppo che si rispetti deve avere all'interno il proprio sfigato). Difatti il Necchi ha il bar, il Perozzi lavora al giornale, il Melandri è architetto in comune, il nuovo arrivato Sassaroli figurarsi, è un medico ad alto livello.
Lello Mascetti lo sa benissimo che il suo ruolo è quello dello sfigato, ma un'arma sua ce l'ha, un'arma che nelle situazioni difficili soccorre il gruppo: la supercazzola. Si tratta di un linguaggio affinato in anni di studi linguistici comparati, che permette al Mascetti di dire delle frasi che chi l'ascolta dà la colpa a sé stesso se non capisce, a quel punto uno con sensi di colpa lo si può manovrare facilmente. Ecco alcuni esempi della lingua supercazzola:

"No, io, uhm, scusi, noi siamo in quattro. Come se fosse antani anche per lei soltanto in due oppure in quattro anche scribai con cofandina, come antifurto per esempio.»
"Mi scusi dei tre telefoni qual è come se fosse tarapia tapioco che avverto la supercazzola? Dei tre…! Non m'ha capito bene, volevo dire dei tre telefoni qual è quello col prefisso?"
"Professore, non le dico... antani come trazione per due anche se fosse supercazzola bitumata ha lo scappellamento a destra".
"No, no, no; attenzione! No, attenzione antani secondo l'articolo 12 abbia pazienza, sennò, posterdati, per due, anche un pochino antani in prefettura…"

C'è il suo rischio, nell'uso di tale lingua, ma generalmente funziona. Quando non c'è bisogno della supercazzola però, Lello Mascetti è in difficoltà. Perché, malgrado tutto quello che ha combinato (sarebbe meglio dire non ha combinato) nella vita, lui sente che la storia della sua famiglia, l'educazione che ha avuto, la sua cultura fatta non solo di supercazzole, lo porrebbero più in alto degli altri amici. Ma loro non ci stanno , a stare sotto allo sfigato del gruppo, e viene il momento che lo sfottono. Lui giura a sé stesso di non vederli più, e in genere tiene fede al suo proposito, una volta ha resistito addirittura per una settimana.
Ogni tanto lo assalgono dei sensi di colpa riguardo le villeggianti in Gavinana. Così decide di venirne ad una con la Titti, così bella, così vivace, ma così giovane, trent'anni meno di lui. Lello Mascetti si mette l'unico vestito buono che ha, avverte la Titti che le deve parlare seriamente, e parla per più di un'ora senza essere interrotto (il Mascetti, oltre alla supercazzola conosce anche altre lingue, fra cui l'italiano). Arriva per gradi - non vuole far piangere la Titti - a dirle che era stato tutto bello, ma che deve finire, per sempre. Titti lo ascolta con attenzione, ed alla fine gli dice: "Bene, domani alla solita ora?" E il Mascetti comincia col dirle: "Nooo" (che forte quest'uomo!) " ho un impegno, ci vediamo alle tre".
E' anche geloso, Lello Mascetti, Titti aveva un giro di cui non gli parlava e Lello fece in modo da sorprenderla in camera. Trovò infatti che Titti era in compagnia, ma di una donna. E da Conte Mascetti abbozzò volentieri, la cosa non gli dava fastidio, proprio come non ne diede al trisavolo del suo trisavolo, che viveva a Parigi durante la Reggenza ad inizio Settecento e che si trovò ad analogo cimento, si vede che il sangue non è acqua.
Poi, sul Mascetti me ne hanno dette tante non belle, per gli anni che seguirono, ma preferisco non crederle, a tutte queste storie, se poi ci fossero ancora dei problemi, si potrebbe proporre la legge Bacchelli: gli antenati del Mascetti hanno fatto ponti ospedali monasteri, Lello ha solo distrutto due patrimoni, la cosa va vista nel complesso, e la decisione delle Autorità sarà senz'altro favorevole.
Qualcuno come il Mascetti l'ho conosciuto. Personaggi vivaci, come no. Si può creare anche una certa empatia, nei primi tempi. Però bisogna starci attenti, ai tipi come Mascetti, perché sono pericolosi e possono mordere. Di fondo, non stimano chi li ammira, quindi c'è da aspettarsi che ricambino il bene col male. Perché non stimano che li ammira? Perché - a ragione - si autodisprezzano.

P.S. Come ho fatto per la Noemi del Melandri, così faccio per la Titti del Mascetti. Silvia Dionisio, pochi anni prima, aveva interpretato dei film romantici con cantanti allora noti: Mario Tessuto e soprattutto Mal. I titoli sono elequenti: Lisa dagli occhi blu, Pensiero d'amore, Lacrime d'amore. A quel periodo risale la foto che inserisco.

1 commento:

Giuliano ha detto...

Converrà dire che l'accento tonico cade sulla prima a, altrimenti si legge supercassoeula...
saludos
Giuliano