giovedì 18 ottobre 2007

Vacanze romane - 2 -


Roman Holiday di William Wyler (1953) Racconto di Dalton Trumbo Sceneggiatura di Ian McLellan Hunter Con Audrey Hepburn, Gregory Peck, Eddie Albert, Paolo Carlini, Paola Borboni, Maurizio Arena Musica: Georges Auric, Victor Young Fotografia: Henri Alekan, Franz Planer (118 minuti) Rating IMDb: 8.0
Roby
Un pomeriggio uggioso, un leggero mal di testa, un senso di malessere diffuso... come ritrovare il buonumore perduto? Il suggerimento viene da quell'angioletto di mia figlia: "Mamma, ti metto il DVD di Vacanze Romane!". Ed ecco che, dopo un bel po' di tempo, rivedo per intero uno dei miei film preferiti: e siccome lo conosco praticamente a memoria, ne approfitto -guardandolo la decimillesima volta- per rifletterci su, paragonando il passato al presente, la società del 1953 a quella del 2000 e dintorni.
Cominciamo dalla rigida etichetta di corte cui la povera principessa Anna deve sottomettersi, sciroppandosi sfilate infinite, balli noiosissimi con cavalieri ultrasettantenni, conferenze soporifere e così via, fino alla comprensibile crisi di nervi che la porta a fuggire, nella tiepida notte romana, alla ricerca di un po' di libertà. Non discuto che le ragioni di stato impongano ancora a nobili e regnanti alcuni fondamentali doveri di rappresentanza e di diplomazia: ma dubito molto che -oggi come oggi- ad un rampollo reale manchi l'occasione di spassarsela alla grande, come testimoniano le numerose foto di William ed Henry di Windsor sorpresi a notte fonda nei locali più alla moda, in compagnia delle fidanzate di turno, per non parlare delle passate intemperanze di Carolina e Stephanie di Monaco, imitate in ciò dai rispettivi, innumerevoli figliuoli di varia paternità.
Ma anche a non voler parlare di altezze reali, fermandosi più terra terra alla morale dell'epoca, negli anni '50 era motivo di grave disapprovazione, per una fanciulla grosso modo ventenne, farsi sorprendere a fumare, a bere alcoolici, a ballare con sconosciuti in locali alla buona. Essere colta a farsi la doccia nel bagno di un uomo che non fosse il padre, il fratello o il marito era poi addirittura scandaloso: per questo la reazione della portiera Paola Borboni che rimbrotta a dovere l'imbarazzatissima Audrey Hepburn (per altro ben nascosta dall'ampio telo di spugna) ora ci fa sorridere, con aria di leggero compatimento, mentre gli spettatori contemporanei ridevano ma insieme arrossivano, eccitati dalla sottintesa malizia della scenetta.
E neppure una corsa spericolata in Vespa, sia pure contromano, ci sembra più così deprecabile: anzi, ci meraviglieremmo se una ragazza di quell'età non sapesse andare a tutta birra in motorino, facendo lo slalom nel traffico (oggi caotico, allora assolutamente idilliaco). Dire una bugìa, poi, ormai non è considerato "peccato" neppure dai corsi di catechismo parrocchiale: e la vecchia bocca della verità, a S. Maria in Cosmedin, si è rassegnata da tempo a restare a digiuno. Molta più cautela va osservata, ai giorni nostri, nell'arrischiarsi a fare un tuffo nel Tevere (come del resto nell'Arno e nella maggior parte degli altri grandi fiumi cittadini), perchè le conseguenze potrebbero andare ben al di là di un semplice raffreddore. E detto per inciso, resta un mistero come i vestiti zuppi d'acqua riescano, nei film hollywoodiani, ad asciugarsi nello spazio di poche ore, se non di pochi minuti, senza l'ausilio di stufe, phon o termosifoni bollenti.
Si tratta senz'altro di una specie di "licenza poetica", utile a creare giusto quel breve intervallo necessario ai protagonisti per capire che si amano, per scambiarsi un bacio "finto" (le labbra di lui sul mento di lei, in ossequio alla censura dell'epoca) ed infine per separarsi definitivamente, divisi -ahimè- dalla ragion di Stato. Lo Stato del 1953, si capisce: perchè in quello del 2007 gli eredi al trono possono frequentare, fidanzarsi e sposare chi vogliono, o quasi, oltre a mettere al mondo figli fuori dal matrimonio senza eccessivi problemi (l'incolore ma fecondo Alberto di Monaco insegna).
Invece, in quell'estate di quasi 55 anni fa, Anna e Joe Bradley trovano del tutto naturale, benchè doloroso, dirsi addio per sempre, così come doveva ritenerlo il pubblico in sala. Il brillante giornalista, accecato dall'amore, rinuncia persino al colpo grosso che darebbe una svolta alla sua carriera, ossia la "piccante" intervista carpita alla principessa sbarazzina. Tutto si risolve in una tenera stretta di mano, durante la conferenza stampa che chiude la visita in Italia della giovane sangue-blu. La quale, trasportando tutta la vicenda al XXI secolo, probabilmente sarebbe ben lieta di essere d'aiuto al suo beneamato, concedendogli, oltre alle proprie grazie, l'esclusiva delle sue memorie in mondovisione. E -mentre parte la musica dei titoli di coda, con le ormai immancabili immagini del backstage- vivrebbero tutti felici e contenti.
PS: A Vacanze romane avevo già dedicato un post, il primo per me su questo blog, il 13 aprile scorso. E non è escluso che ne scriva un terzo...


5 commenti:

Giuliano ha detto...

Leggo: fotografia di Henri Alekan, scritto da Dalton Trumbo...
Signori e signore, qui siamo nell'Olimpo del cinema.
Giù il cappello, dalla Bella e la Bestia (Cocteau) al Cielo sopra Berlino, e dall'Empireo dove non arrivò il senatore McCarthy (che è finito molto più sotto).
E tutto questo in "Vacanze romane"...

Anonimo ha detto...

una Audrey Hepburn meravigliosa, ha incantato generazioni con questo film!

Anonimo ha detto...

Sono contenta che sia stato anche per te uno dei tuoi film preferiti.Pensavo di essere solo io un'inguaribile romantica. La tua presentazione moiha scaldato il cuore. Grazie Giulia

Roby ha detto...

Giuliano, Lilith e Giulia, che bello "rivedere" Vacanze romane in vostra compagnia!

Un abbraccio virtuale, sognando di ballare con Gregory mentre Audrey spacca la chitarra sulla testa dell'agente segreto in doppiopetto nero...

[:->>>]

Roby

Solimano ha detto...

Certo, a pensarci, sembra incredibile che la generalità delle persone ritenesse veramente impossibile che la storia d'amore andasse a buon fine. D'altra parte mi ricordo che ci fu Margaret, la sorella della regina di Inghilterra che in quei tempi fece una drammatica dichiarazione: "Non sposerò il colonnello Towsend". Per decenni (non è finita da molto), Oggi e Gente ebbero grandi tirature perché ogni settimana c'erano articoli sui Reali di ogni tipo. Vabbè che adesso campano sugli amorazzi TV...
Ma lo scandalo massimo fu quando Beatrice di Savoia scappò a casa di Maurizio Arena!

saludos
Solimano