martedì 2 ottobre 2007
Shrek 1
Personalmente vi consiglio di prendervi una serata di libertà, dar retta ai vostri figli, e andarvi a godere Shrek. E’ nelle sale, in questi giorni, Shrek 3; parlandone casualmente, le mie figlie mi hanno diffidato dall’andarlo a vedere senza prima aver visto Sreck 1 e Sreck 2. Ho puntualmente obbedito, e così ho incominciato da Shrek 1…
La prima reazione è stata di stupore, per una cosa totalmente nuova, e, nello stesso tempo, molto antica. Innanzi tutto la tecnica. I cartoni animati adesso sono tridimensionali; ma, a differenza del vecchio, goffo Toys, hanno ritrovato tutta la ricchezza di espressioni, movimenti, sfumature del cartone animato tradizionale. Per cui l’orco è un vero orco, non un disegno di orco, che si aggira per una vera palude, e il mulo è un vero mulo: con espressioni e tic antropomorfi, come nel miglior Walt Disney. E la principessa è più o meno una vera attrice.
La storia è vecchissima, e raccontata con modalità del tutto moderne; e, se fa ridere i bambini, perché ha lo stile e le battute di un cartone animato, solo un adulto può cogliere tutto lo straordinario intreccio di citazioni di cui il film è intessuto. A partire dalla trama, che è la parodia de “La bella e la bestia”, con il finale esattamente rovesciato. Ma quale bambino può riconoscere il balletto dei boscaioli di “7 spose per 7 fratelli” o “Mary Poppins” nel duetto – con finale al vetriolo - fra la protagonista e l’uccellino? Le incursioni nel presente sono innumerevoli, dai fumetti manga alla tv – la corte del principe applaude al comando del cartello “Applausi” – al linguaggio, che ricalca benissimo quello, non sempre integerrimo, dei nostri ragazzi. Il tutto perfettamente armonizzato in una storia dove i buoni sentimenti trionfano, sì, come potrebbe essere altrimenti, ma non le sdolcinature, e dove i personaggi, anche quelli delle favole, presentano chiaroscuri e contraddizioni, hanno qualche pregio e molti difetti, proprio come succede nella vita reale.
Non è strano che sia piaciuto tanto, più che ai bambini, ai ragazzi; ricorda infatti molto i loro autori preferiti, come Christine Nostlinger o Roald Dahl. Libri in cui le mamme non sono necessariamente angeliche, al contrario, e gli insegnanti possono essere fannulloni, proprio come succede nella vita vera: che è quella nella quale occorre imparare a vivere, e imparare a distinguere il bene dal male, che è la cosa più difficile. Questo film può aiutare i bambini, perché parla la loro lingua e, sotto le spoglie della favola, racconta cose vere e non necessariamente edificanti: basti per tutte gli esilaranti spintoni fra Biancaneve e Cenerentola per accaparrarsi il bouquet della sposa! E può gratificare anche noi, facendoci sentire molto vissuti e molto colti, con il gioco delle citazioni; e, forse, a ben pensarci, ci prende un po’ in giro.
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4 commenti:
Anch'io ero diffidente, ma poi mi è piaciuto. E' una bella commedia ben scritta.
Il mio preferito però è il biscotto. Non so da dove viene il principe in forma di biscotto, da che favola salta fuori, ma mi fa morir dal ridere...
(biscotto o marzapane?)
manu, qui dentro scrivi poco, ma quando lo fai: dìo, che gusto leggerti!
e poi, anch'io ho visto shrek 1, con la mia nipotina: e, proprio per tutte le ragioni che dici tu, credo proprio di essermi divertita ancor piu' di lei, che pure ne era entusiasta...
ed era una vita che non guardavo "film per bambini"...
PS per giuliano
esattamente come te,ignoro se esista una favola con quel biscottino per protagonista... pero' so fare quei biscottini, che sono tipici (pasta frolla alla cannella e zenzero con decorazioni di glassa bianca) delle feste natalizie negli stati uniti
Come si vede che non avete figli...
L'OMETTO DI PANPEPATO
Un uomo piccino ed una donna piccina vivevano insieme in una casa piccina.
Un giorno la donna piccina impastò un ometto di panpepato.
Gli fece i bottoni con il ribes, gli occhi con dell’uvetta passa, e la bocca con un pezzetto di buccia d’arancia.
Poi lo stese in una teglia e lo infornò, ma quando apri’ lo sportello del forno, l’ometto saltò fuori della teglia, fuori della porta e via lungo la strada.
La donna piccina e l’uomo piccino gli corsero dietro più in fretta che potevano ma l’ometto rideva e li scherniva:
"Correte, correte, ma è fiato sprecato, io son l’ometto di panpepato!"
…e, infatti, non riuscirono ad acchiapparlo.
Dopo un po’ l’ometto di panpepato sorpasso’ una mucca che riposava in un campo…
"Fermati, fermati e fatti mangiare…mhuuu…" muggi’ la mucca.
"Son scappato ai due vecchietti, come correvano quei poveretti…
corri, corri ma è fiato sprecato io son l’ometto di panpepato!"
E nemmeno la mucca riusci’ ad acchiapparlo.
Cosi’ continuò a correre per i campi, finché sorpassò un cavallo:
"Fermati, fermati e fatti mangiare…"
nitri’ il cavallo.
Ma l’ometto di panpepato rise forte e lo scherni’:
"Son fuggito ad una vecchietta, a suo marito e alla mucchetta
…corri, corri, ma è fiato sprecato io son l’ometto di panpepato!"
e nemmeno il cavallo riusci’ ad acchiapparlo.
In fondo al campo l’ometto sorpassò dei contadini che stavano trebbiando il grano,
essi sentirono il delizioso profumo di panpepato appena sfornato e corsero
tutti fuori del capannone per prenderlo, "fermati, fermati e fatti mangiare", gridavano i contadini, ma l’ometto guizzò tra le loro gambe e ridendo li scherni’…
"Sono sfuggito ai due vecchietti, come correvano quei poveretti, ad una mucca ed un cavallo ed eccomi qui ancora in ballo…
correte, correte ma è fiato sprecato io sono l’ometto di panpepato!".
E nemmeno i trebbiatori riuscirono ad acchiapparlo.
Ormai l’ometto credeva di essere il più furbo biscotto mai uscito da una teglia e
rideva e ballava e si faceva un sacco di complimenti.
"Nessuno potrà mai acchiapparmi" pensava…
e quando una volpe gli venne incontro correndo l’ometto di panpepato si limitò a
ridere e corse via…schernendola.
"sono sfuggito ai due vecchietti, come correvano quei poveretti ad una mucca e ad un
cavallo, per me è stato soltanto un ballo.
Sono sfuggito ai contadini come gridavano quei poverini…corri, corri ma è fiato sprecato io sono l’ometto di panpepato!".
"ma io non voglio acchiapparti"
disse la volpe correndo più forte,
"anch’io sto fuggendo dai cacciatori, ma se riusciamo ad attraversare il fiume, saremo salvi entrambi".
Quando furono in riva al fiume la volpe disse all’ometto di panpepato:
"salta sulla mia coda e ti porterò dall’altra parte"
e cosi’ l’ometto saltò sulla coda della volpe che s’immerse nell’acqua, ma subito la volpe si voltò:
"sei troppo pesante per la mia coda, montami sulla schiena, cosi’ non ti bagnerai".
L’ometto di panpepato saltò sulla schiena della volpe.
"Sulla mia schiena sei troppo vicino all’acqua, salta sulla mia spalla"
Disse ancora la volpe dopo aver nuotato un po’.
E l’ometto di panpepato saltò sulla spalla della volpe.
Quando furono in mezzo al fiume la volpe gridò:
"Aiuto…sto affondando..salta sul mio naso ometto di panpepato"
e cosi’ l’ometto saltò sul naso della volpe ed entrambi guadarono felicemente il fiume.
Ma appena toccò terra la volpe scosse la testa e scaraventò in aria l’ometto di panpepato.
SGNAP! Fecero le mascelle della volpe!
SVUOP! Fece la sua lingua rossa e bagnata!
"Povero me…un pezzo di me e belle andato"
SGNAP! Fecero i bianchi denti della volpe!
SVUOP! Fece la sua rossa e umida lingua!
"guarda, guarda… (gridò l’ometto di panpepato) per tre quarti son belle che andato!"
SVUOP..! SGNAP…! MMMHH…!
Fece la volpe!
…e l’ometto di panpepato non disse più niente…non disse mai più niente.
Credo che l'origine sia inglese, solo gli inglesi sono in grado di fare fiabe così deliziosamente atroci, che piacciono tanto ai bambini (avete mai letto I tre orsetti)?
Se poi trovate l'Ometto di panpepato illustrato da Richard Scarry, vedrete che goduria.
Ah, perbacco: Scarry!!! Mi pareva qualcosa di familiare...
Grazie.
(però penso che il panpepato venga dalla traduzione. chissà com'è l'originale... comincio a essere goloso)
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