Solimano
Davanti alla casa di Vassilissa (Vanna Barba) è rimasto seduto da solo l'attendente Antonio Farina (Giuseppe Cederna). Prima è entrato il sergente Nicola Lorusso (Diego Abatantuono), poi Corrado Noventa (Claudio Bisio), che cerca ogni tanto di scappare dall'isola, poi Luciano Colasanti (Ugo Conti), che fa sempre volentieri quello che gli dice il sergente, adesso è dentro da Vassilissa Eliseo Strozzabosco (Gigio Alberti), il mulattiere, poi toccherà a lui. Non ce ne sono altri: il tenente Raffaele Montini (Claudio Bigagli),come dice Lorusso "non va a puttane", mentre i fratelli Libero e Felice Munaron (Memo Dini e Vasco Mirandola) sono in cima al monte dell'isola, chissà cosa combinano. Intanto che aspetta il suo turno, Farina legge un libro di poesie che gli ha prestato il tenente Montini - da borghese insegnava italiano - che gli ha fatto scoprire quanto può essere bella la poesia, e Farina ci si è appassionato.
Ecco, Strazzabosco esce, tocca a lui, rinchiude un po' malvolentieri il libro e percorre i pochi gradini che portano da Vassilissa, la prostituta locale che si è presentata ieri dal sergente. E' una ragazza sveglia e decisa, si è fatta capire bene ed il sergente ha apprezzato e stabilito i turni. Farina educatamente bussa alla porta, ma Vassilissa non risponde, allora cautamente entra - la porta è solo accostata - e rimane lì, bloccato all'entrata. Vassilissa dorme nel suo letto, le si vede la schiena nuda illuminata dal sole. Probabilmente è un po' stanca, sono passati in quattro da lei in meno di un'ora, e Farina sarebbe il quinto. Che fare? Farina decide, le si avvicina cautamente e rialza il lenzuolo, che non prenda freddo quando il sole calerà. Poi se ne va senza svegliarla.
Ma Vassilissa se ne accorge, e questa è una cosa che un po' la disturba anche nei giorni successivi, che se lo vede sempre girare attorno a casa, ma non entra, e la volta che entra vuol parlare con lei, non fare come fanno gli altri: che sia uno che ha dei problemi? E' curiosa, e decide di venirne ad una per capire: il pallone con cui giocano arriva dalle sue parti e lei se lo stringe fra le caviglie, tenendo aperte le gambe e non lo molla finché non arriva Farina. Vassilissa fa in modo che lui prenda il pallone, ma prima ha visto lo sguardo di desiderio rivolto a lei come donna.
E' sorpresa, capisce tutto e le piace, questo tipo di desiderio, così diverso da quello degli altri, però non può aspettare e decide di conquistarselo, di averlo nel suo letto. Ci riesce, ma deve pagare un pegno, adesso anche lei desidera lui, del desiderio che si prova per una persona sola. E lì nascono i problemi, perché lui va fuori di testa, non vuole che la sua donna vada più con nessuno e dalla finestra si mette a sparare contro i suoi compagni, ferendo di striscio Colasanti. Chiamano il tenente, che è super partes, lui arriva di fretta, perché stava dipingendo e non vuole che gli si secchino i colori, e fra il tenente ed il sergente capiscono che non si tratta di appropriazione indebita di bene pubblico, è che quei due si amano, Cederna l'ha già gridato dalla finestra, e Vassilissa, al suo fianco lo conferma a voce più bassa.
Una bella seccatura, per i suoi compagni, Vassilissa aveva risolto benissimo un problema comune, ma non rimane da fare altro che festeggiare gli sposi, nella chiesa affrescata dal tenente. Vassilissa sta benissimo con quell'abito prevalentemente bianco, ma con tanti piccoli segni di colore, e Farina sta bene, vestito da borghese elegante. Solo che, quando si butta il bicchiere che deve rompersi come segno augurale, il bicchiere non si rompe, un po' di imbarazzo ma poi non ci pensano più. Quando finirà la guerra ed arriveranno gli inglesi, tutti partono per casa, salvo Farina che si nasconde. Vassilissa non dice dov'è, ma il sergente capisce e lo scopre accucciato nel fondo di una botte. Prova a convincerlo ad uscire, ma non c'è niente da fare, il suo posto è lì, nella botte. Che cosa importa a lui della diserzione. Il sergente ed il tenente faranno finta di non averlo trovato.
Alcuni decenni dopo, il tenente Montini tornerà nell'isola. Si è tenuto informato, difatti il primo posto dove va è il cimitero e trova la tomba di Vassilissa, morta da tempo: il bicchiere aveva avuto ragione, a non rompersi. Poi il tenente va da Farina che conduce, ora da solo, il ristorante che si chiama "Vassilissa". E lì troverà anche il sergente Lorusso, anche lui deluso dalla vita e che è tornato, come il tenente, nel posto dove è stato stranamente felice. Non resta che pelare le melanzane, e lo fanno insieme. Appare il titolo finale "dedicato a tutti quelli che stanno scappando". Condivido con una aggiunta: scappare per, non scappare da.
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