Ratatouille, di Brad Bird e Jan Pinkava (2007) Prodotto dalla Disney Pixar, Scritto da Brad Bird e da uno stuolo di altri sceneggiatori, Musiche di Michael Giacchino, Fotografia di Robert Anderson e Sharon Calahan (110 minuti) Rating IMDb: 8,4
Roby
Ero più che convinta di non potermi più appassionare ad un cartone animato (ma si chiamano ancora così?), tanto meno se firmato Disney. Dopo essermi sciroppata favole inzuppate nella melassa, animali parlanti, cantanti e danzanti sulle punte, principesse decerebrate e ragazze-samurai, credevo di aver già visto tutto il vedibile di questo genere. Ma chiunque può sbagliare... così come chiunque può cucinare... E una volta appurato ciò, viene spontaneo considerare del tutto plausibile l'idea di un topo (no, non un grazioso topolino bianco e soffice, ma un vero e proprio ratto di fogna!) affaccendato tra fornelli, mestoli e condimenti, con l'obiettivo di creare non solo qualcosa di edibile ma anche e soprattutto di incredibile per gusto, aroma e consistenza.
Remy (il roditore-gastronomo) è un artista nello sposare fra loro cibi e sapori diversi, creando accostamenti audaci ma intriganti, talvolta esplosivi come una pioggia di fuochi d'artificio (che "compaiono" infatti intorno a lui, mentre assapora con aria sognante le sue nuove creazioni ). Tuttavia, non avrebbe modo di dar corpo alle sue aspirazioni culinarie, se non incontrasse -nelle sue scorribande fra scarichi e fogne- un giovane sguattero pasticcione, il quale, "pilotato" da lui nel vero senso della parola, diviene presto la stella del ristorante Gusteau, il più esclusivo di Parigi. A rendere la storia più saporita contribuiscono un perfido capocuoco invidioso e maligno, un papà-topo che non vede di buon occhio l'eccessiva confidenza con gli umani ed un critico culinario assolutamente terrificante, il vampiresco Anton Ego.
E' con lui, giunto al ristorante col preciso intento di demolirne la fama tramite una solenne stroncatura, che dovrà misurarsi il piccolo chef tutto baffi e coda: e per farlo, decide coraggiosamente di cimentarsi in una particolarissima versione della ratatouille, la celeberrima specialità d'oltralpe a base di verdure. Sono attimi di vera suspence: il piatto, adeguatamente guarnito, arriva sul tavolo di Ego, che impugna la forchetta per portarne alle labbra un boccone, già pronto a decretarne la condanna... Remy e l'amico sguattero attendono, col cuore in gola, il verdetto... Il pubblico in sala ha già l'acquolina, dopo un'ora e mezza di leccornie in tutte le salse...
E a questo punto gli sceneggiatori si sono ricordati di aver letto -fosse pure in un riassunto del Reader's Digest- il vecchio caro Proust, in particolare la faccenda della madeleine con annessi e connessi: ecco quindi che il tutto si stempera nella luminosità di un ricordo infantile, nel sorriso della mamma che ti riscalda proprio come la pietanza che stai mangiando, buona tanto al palato quanto al cuore...
6 commenti:
Roby, mia nipote Chiara, ormai abbastanza stufa (dall'alto dei suoi otto anni) di cartoni animati, lo ha visto ieri e ne è assolutamente entusiasta. Per tutto il giorno non ho sentito parlare d'altro che di "Ratatouille" ed ora ti ci metti anche tu.
Mi avete fatto venire l'acquolina in bocca, ormai devo assolutamente vederlo!
H.
Roby, sono anni che non vedo film di animazione (l'ultimo fu Galline in fuga) ma questo lo vedrò, per tre motivi.
Il primo è per come ne scrivi tu, ma ci stiamo abituando (esistono anche le buone abitudini) e quindi potrei dire: "sapevamcelo!".
Il secondo è che era proprio ora che le pantegane (topi da fogna) venissero riabilitate. Sono animali robusti - i gatti ne girano alla larga - e molto svegli, la percentuale di geni che hanno in comune con noi è elevatissima. Li vedevo di notte, dai tetti dello zuccherificio, aggirarsi fra i silos delle barbabietole.
Il terzo motivo è il personaggio di Anton Ego, e qui vado sul personale. In me vive anche (spero non solo) un Anton Ego, notevole rompiscatole a me e agli altri. Ho provato a mandarlo via, ma non se ne va, è come certi inquilini ad equo canone, do you remember? Ma ho anche riflettuto, l'Anton Ego mi fa comodo, perché ha il pregio di essere uno sgobbone organizzato, e qui serve. Solo che ogni tanto è bene che ne prenda le distanze prendendolo un po' per i fondelli, perché se fossi tutto Anton Ego sarebbe una bella rottura per me e per l'universo mondo.
saludos
Solimano
Cara Roby, questo topone qui ha tutta l’aria di essere scappato dal set di “Cenerentola”: sarà mica qualche pronipote di GasGas?? (però il topino domestico è “mus musculus”, questo qua ha tutta l’aria di essere un “rattus norvegicus”) (non so perché “norvegicus”, ma il nome scientifico gli è quello) (e se gli è quello, i’ che ci posso fare?)
Ovvia, amici miei, son proprio contenta che il post vi sia garbato, e son altrettanto convinta che vi garberà pure il film.
HABA, ricordati di non andare al cinema A STOMACO VUOTO!!! Stavolta sarebbe proprio un suicidio!!!! Portati almeno il classico quintale di POPCORN!!!
SOLIM-ANTON-EGO, dopo averci svelato tempo fa la tua parentela col Chewbacca di Star Wars, ora ci metti a parte di quest'altra tua identità segreta... Quali altre sorprese riserva la tua multiforme personalità?
GIULIANO, ma davvero il "rattus" in questione si chiama "norvegicus"??? Poveri topastri, devono morire di freddo, lassù fra i Lapponi!!!!
PS: Sì, forse una parentela con GasGas c'è, e la si riconosce soprattutto nel fratello di Remy, l'obeso Emile. Vai a vedere il film e poi mi dirai!!!!
Squit-squit!
Roby
Roby, sai che mi hai fatto riflettere, ricordantoti la mia identificazione con Chewbacca?
Dopo attenta riflessione ho capito quanto segue: le mie due identificazioni, Chewbacca e Anton Ego, vanno bene se coesistono, perché l'una compensa i difetti dell'altra e viceversa. Un pedante che ha del Chewbacca è un po' meno pedante, ed un ruspante che ha dell'Anton Ego è un po' meno ruspante (quindi, ad esempio, non passa a vie di fatto). Servono tutte e due, però in futuro cercherò di individuare le tue identificazioni, qualche idea ce l'ho già...
saludos
Solimano
Salve Roby!
Penso che ti farà piacere sapere che mio figlio di 10 anni si è letto tutto il tuo post rimanendone elettrizzato ("e guarda quante foto ci sono!" diceva senza scollarsi dal monitor.) Quindi ha chiesto di vedere il film (ultimamente aveva altri stimoli, tipo chiedere di provare la cucina cinese, quella messicana...) E poi, lui da grande vuole fare lo chef quindi Ratatuille cade a fagiolo. Voglio ringraziarti anche perché era rimasto fermo alla Fabbrica del Cioccolato che gli era piaciuta meno di quella con Wilder e quindi qualcosa ricomincia a muoversi...
cari saluti
Laura
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