Odissea, di Franco Rossi (1968) Altri registi: Piero Schivazappa, Mario Bava Dal poema di Omero Sceneggiatori: Giampiero Bona, Vittorio Bonicelli, Fabio Carpi, Luciano Codignola, Mario Prosperi, Franco Rossi, Renzo Russo Con: Bekim Fehmiu, Irene Papas, Michèle Breton, Fausto Tozzi, Renaud Verley, Marina Berti, Sampson Burke, Roy Purcell, Stefanella Giovannini, Karl-Otto Alberty, Barbara Bach, Scilla Gabel, Juliette Mayniel, Constantin Nepo, Kyra Bester Musica: Carlo Rustichelli Fotografia: Aldo Giordani (446 minuti) Rating IMDb: 9.0
Giuliano
Nel 1968, quando io avevo dieci anni, la Rai mandò in onda questa versione, a puntate, dell’Odissea. Fu uno shock, e non solo per me: non era affatto un prodotto televisivo, questo era un grande spettacolo, curatissimo, perfetto, a tratti impressionante. Ovviamente, dell’Odissea sapevo poco: ricordavo Polifemo, ed è forse l’unico episodio che un po’ delude – del resto, è inevitabile: come si fa a rendere bene Polifemo? Ma altre sequenze mi sono rimaste bene in mente: l’arrivo di Ulisse all’isola dei Feaci, l’otre dei venti, le vacche del Sole, l’episodio di Circe, le apparizioni di Mentore e di Atena, la visita di Ulisse nell’Ade, l’attesa di Penelope, e soprattutto la terribile scena finale del massacro dei Proci, così violenta che scatenò polemiche a non finire.
Ho rivisto più volte quella sequenza, negli anni passati, e conserva ancora tutta la sua forza. Devo dire che le polemiche furono più che giustificate: il film fu girato a colori, ed è così che lo si vede oggi, ma allora la tv trasmetteva in bianco e nero e qui, come nella scena dell’Ade, il sangue si vede davvero, e risaltava molto anche in grigio. Non è solo il sangue, e la violenza, a caratterizzare questa versione dell’Odissea: è la perfezione dei dettagli in ogni scena. Si veda, in quella medesima sequenza, la fattura dell’arco di Ulisse, e il modo con cui riesce a piegarlo: non è una semplice questione di forza fisica o di aiuto divino, ma è una vera e propria sapienza tecnica. Ulisse conosce qualcosa che gli altri non conoscono, ha più esperienza e conoscenze: è per questo che vince, e ce lo spiegava già Omero, perché è tutto scritto nel poema. La bravura di Franco Rossi, e dei suoi collaboratori, fu proprio nel cogliere questi particolari, e quindi nella lettura attenta del poema. Un lavoro degno di Kubrick, mi verrebbe da dire; e forse è proprio così. Una cura simile, che rasenta la perfezione, è stata adoperata nella scelta degli attori. Bekim Fehmiu è un Ulisse così perfetto che difficilmente lo si potrebbe immaginare diverso, e la Penelope di Irene Papas è una donna vera, assolutamente credibile. E i volti dei Proci, i loro diversi caratteri, la loro fisicità, indica che sono stati scelti con cura, uno per uno, per dare veramente corpo ai versi del poema; lo stesso discorso vale per i compagni di Ulisse. Nel cast ricordo ancora Juliette Mayniel come Circe; Barbara Bach come Nausicaa; Scilla Gabel come Elena; Kyra Bester come Calypso; Renaud Verley, un Telemaco che piacque molto alle spettatrici; e i Proci Ivica Pajer e Costantin Nepo, due volti molto ben scelti, così come tutto il resto del cast internazionale, fatto di attori poco famosi ma molto bravi, per lo più di teatro.
Non ricordo altri film di Rossi. Ne ha girati molti, ma questo suo lavoro (c’è anche un’ottima Eneide, sempre per la tv, con Giulio Brogi) è eccezionale anche nella sua carriera d’autore. Scorrendo i suoi lavori su imdb (Franco Rossi è morto sette anni fa) troviamo molti buoni film, ma niente di veramente paragonabile a questo. All’Odissea di Franco Rossi hanno collaborato anche Piero Schivazappa e Mario Bava, che ha girato le scene di Polifemo. La versione usata è quella di Rosa Calzecchi Onesti; le musiche sono di Carlo Rustichelli, dello stesso periodo del “Brancaleone”; nella versione originale, prima di ogni puntata, il poeta Ungaretti leggeva alcuni versi del poema di Omero.
mercoledì 17 ottobre 2007
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
10 commenti:
Giuliano, concordo parola per parola -ma che dico? sillaba per sillaba!- con questo tuo magnifico post. Sarà forse perchè anch'io ho un ricordo molto vivido dell'Odissea TV. Però la scena della strage dei Proci non mi impressionò particolarmente: almeno non quanto quella, pur ingenuamente resa, di Polifemo che divora i compagni di Ulisse. E' vero, Telemaco mi piaceva MOLTO, e lo dissi alla mamma: lei, con un sorrisetto malizioso che non scorderò mai più, rispose: "E' giusto, lui è più giovane.. ma io preferisco Ulisse!!". Opinione che condivido in pieno, a distanza di tanto tempo, avendo rivisto non molti anni fa alcuni brani dello sceneggiato. Renaud Verley era un bel "bamboccione" -Padoa Schioppa docet- ma Bekim Fehmiu... lui era un'altra cosa... beh... non fatemi parlare!!!
[£-***]
Roby
Grande Odissea televisiva. Anche se il Sig. Ulisse-Odisseo a volte si è comportato da fetentissimo stronzo (Con uomini e donne, A Troia ed altrove).
Brian
L'Odissea di Franco Rossi l'ho vista, chissà perché ne ricordo poco, ma quel poco in positivo.
L'Odissea di Omero mi impressionò per la presenza delle donne, quattro e diverse: Penelope, Cice, Calipso e Nausicaa. Più Atena, più soprattutto le Sirene, e l'episodio di Odisseo che le vuole ascoltare, e prima si fa legare all'albero della nave, lo trovo ancora oggi una delle cose più importanti che siano state dette. Poi ci tornai con Mimesis di Auerbach: "La cicatrice di Ulisse" è uno dei capitoli più belli del libro.
Ma con l'aver messo l'Odissea, Giuliano, mi hai dato una idea su cui lavorerò per un po', anche se le idee cominciano ad essere troppe, bisogna saperle mettere in fila.
good night
Solimano
Dear Brian, è vero quel che dici su Ulisse. Caratteri simili ce ne sono però anche tra gli dèi, da Mercurio al Loki della mitologia nordica.
Però direi che quello è l'Ulisse dell'Iliade, questo dell'Odissea è quasi sempre un eroe positivo.
Dear Roby, pensa che questo post è nato da uno scambio d'opinioni (non ti dico con chi) su Marilù Tolo. Eravamo tutti e due convinti che fosse qui nell'Odissea, invece non c'è , e non c'è nemmeno nell'Eneide: è nel Furioso di Ronconi.
Quando si dice "bella come una dea", ma poi tra le dee non c'è...
Cher Julien,
non è che nella vostra memoria -obnubilata dalle di lei indubbie grazie- confondevate Marilù Tolo con Juliette Mayniel/Circe? In qualche modo si assomigliano; almeno al mio occhio femminile...
Au revoir
Roby
...ma guarda che coincidenza, giusto domenica durante un lungo viaggio in macchina, si discuteva di cosa avremmo rivisto volentieri in TV e io sostenevo con forza proprio quell'edizione dell'Odissea.
Mi fa piacere che altri la pensino nello stesso modo.
lmp
Roby... Marilù Tolo?... Juliette Mayniel? Scelta difficile, da cui però non mi astengo: scelgo Irene Papas non in quanto Penelope ma in quanto Papas, greca antica e nuova.
Lmp, che vuoi farci, il tempo è galantuomo, benché inflazionati dalle elisedirivombrosa, c'è chi sa che qualcosa di meglio c'è stato ed è pure fresco. Ho fiducia che dopo anni di imbolsimento, di gara a chi fa peggio, ci si accorga di cose che abbiamo sotto il naso.
A Carpi c'è un bel proverbio: "La palla, quando cade, rimabalza, se è gonfia", e questa palla dell'Odissea è gonfia, come diverse altre. Non certo per gusto del come eravamo.
saludos
Solimano
Caspita! Anch'io ero convinto che la Circe dell'Odissea televisiva fosse Marilù Tolo. Anzi, ci avevo costruito sopra una mitologia sulle virtù trasfigurative del ruolo, à la Diderot. E invece scopro non che mi ero sognato tutto, ma anche che era un sogno condiviso. Eh, la maga Circe ... .
Correggo: ... scopro non solo che mi ero sognato tutto, ma anche che era un sogno condiviso.
Ero un' adolescente ancora, quando nel 1968 andò in onda L'Odissea, fui affascinata da Bekim Fehmiu; dalla sua bellezza e dalla sua dirompente personalità, per non parlare della sua bravura, e che dire di quella sua espressione sul viso in ogni puntata,da quando incotra Nausica, il figlo , la moglie, e quando incontrata sua madre nel regno dei morti , scene indimenticabili.
Posta un commento