martedì 23 ottobre 2007

Il tempo delle mele

Vic e Mathieu

La boum, di Claude Pinoteau (1980) Sceneggiatura di Danièle Thompson e Claude Pinoteau Con Claude Brasseur, Brigitte Fossey, Sophie Marceau, Denise Grey, Jean-Michel Dupuis, Dominique Lavanant, Bernard Giraudeau, Jacques Ardouin, Evelyne Bellego, Richard Bohringer, Alexandre Sterling Musica: Vladimir Kosma e Richard Sanderson in "Reality" Fotografia: Edmond Séchan (110 minuti) Rating IMDb: 6.4
Solimano
Per il momento scelgo film molto diversi l'uno dall'altro. Volevo una commedia, ed ho scelto "Il tempo delle mele", che a suo tempo ebbe un notevole successo di pubblico, io non l'avevo mai vista. Ero anche curioso di vedere Sophie Marceau agli inizi, questo fu il film da cui partì la sua curiosa carriera, fatta di titoli altisonanti a cui poi non corrispondono successi da ricordare, salvo Braveheart in cui però il suo è in fondo un personaggio secondario. Spazia dall'agente 007 ad Anna Karenina, dal tardoromantico scoperto da tutti i punti di vista di "Le mie notti sono meglio dei vostri giorni" di Zulawski a "La figlia di D'Artagnan" di Tavernier, che forse è il tipo di parte più adatta, visti i bei costumi di cui adorna la sua bellezza di tipo prepotente.

François e Vanessa

Ne "Il tempo delle mele" Sophie Marceau ha quattordici anni, nella vita e nel film, in cui è Vic, ma nella parte di Françoise, sua madre, c'è Brigitte Fossey, che aveva cominciato a recitare molto prima: a sei anni in "Giochi proibiti" di René Clement che è del 1952. François, il padre, lo fa Claude Brasseur. Una parte importante è quella di Poupette, la bisnonna, che è Denise Grey a 84 anni, aveva fatto il suo primo film nel 1913. Poi ci sono i coetanei di Vic, maschi e femmine. La scelta è accurata, uno più bello dell'altro salvo due casi: quella che ha la macchinetta per i denti e quello che senza occhiali non vede niente. C'è anche uno color caffelatte così ci tranqullizziamo: con l'integrazione siamo a posto.
E' comprensibile il successo che il film ebbe allora, come è comprensibile che sia stato pressoché dimenticato, salvo nella Francia più sciovinista, che si gloria anche quando non ne avrebbe motivo. L'operazione è cinica e sentimentale, cosa tutt'altro che rara al cinema: andava bene alla larga schiera di minorenni che ignoravano tutto del '68, volevano solo essere un po' liberi alla sera, cavarsela a scuola ed essere in un giro giusto, non da sfigati. Andava bene anche agli adulti, come i genitori di Vic, di fondo familisti, ma con qualche uscita fuorivia per una vendetta piccola o per prendere aria, salvo rientrare al primo freddo. Anche ai vecchi piaceva - quali anziani, vecchi - i laudatores temporis acti che per rimpiangere quello che avevano combinato inventavano quello che non avevano combinato. Ne è la bandiera l'insopportabile Poupette che fa l'artista (suona l'arpa) e che a sentirla ne ha fatte e viste di tutti i colori, salvo sentirsi dire (forse al regista è sfuggito) che non era stata capace di tenersi un uomo. Insopportabile perché è vero che la terza età è la più libera, ma è una libertà di fantasia nel presente, non la edificazione di un passato à la Pompadour o alla Giacomo Casanova.
Il film non è vero, semplicemente. Tutto ben gestito, ma tutto in superficie: non ci sia affeziona né a Vic, una bellissima patata come le sue amiche e i suoi amici, né a François, che nessuno andrebbe da un dentista come lui (io sceglierei il Walther Matthau di Fiore di Cactus, chissà mai mi presentasse la sua amichetta Goldie Hawn), neppure a Françoise, e sì che ero ben disposto verso Brigitte Fossey, che però è una disegnatrice di fumetti improbabile, Claire Brétecher può stare tranquilla. Di Poupette neanche a parlarne, la vegliarda fa la libertina, ma a Cabourg non dorme la notte per strologare cosa combinerà Vic in cabina con Mathieu (Alexandre Sterling) che ha il materasso gonfiabile.

Françoise nella profumeria di Vanessa

Ma due personaggi mi sono piaciuti: i due objets sexuel che permettono ai genitori di Vic di essere adulteri però estemporanei, e che quindi costituiscono il necessario prodromo alla riconciliazione finale: Eric (Bernard Giraudeau), il professore di tedesco di Vic, a cui toccherà andare ad Agadir da solo, e Vanessa (Dominique Lavadant) , a cui va ancora peggio: Françoise le distrugge la profumeria, col contributo finale di Poupette che con l'ombrello rompe due lampadari. La sindrome già la conosco, il ruolo di Vanessa è tale e quale alla signora Robinson del Laureato, è una a cui piace il sesso così, perché le piace. Mentre gli altri lo fanno per amore (parola non brevettabile, occhio), oppure per vendicarsi del beneamato che non si è comportato come doveva. A vendetta consumata - la parola è quella - si riprende a rigar dritto, però Vanessa va punita, perchè una così è pericolosa per tutti. Mi immagino le risate del pubblico, metà bigotto metà libertino, nel vedere la profumeria distrutta.

Françoise ed Eric

"Il tempo delle mele" mi ha reso più ottimista riguardo ad oggi: a sentirne i dialoghi e gli argomenti, il Muccino odierno potrebbe tirarsela da piccolo Cechov e l'Amélie Poulain, a cui mi sono permesso alcune critiche che qui rinnego, è parente stretta di alcune commedie di Shakespeare: il Sogno d'una notte di mezza estate e la Dodicesima notte. Così si aggirava la boa della fine anni Settanta, come in certe operazioni di Gianni Boncompagni senza Arbore, in cui mancava però quasi del tutto l'ipocrisia, che è l'indispensabile ordito di questa trama. Tutto con una coerenza ammirevole, comprese le musiche, quelle sentite in cuffia e quelle senza.
Meglio però se Eric e Vanessa - i due objects sexuel - si fossero messi assieme, una profumiera ed un professore di tedesco li vedrei benissimo, alla faccia degli adulteri da martedì grasso, che il giorno dopo è già quaresima.

Vanessa

7 commenti:

Giuliano ha detto...

Caro Solimano, tu sarai anche stato Dumbo, ma quello con gli occhiali spessi che quando se li leva non ci vede da qui a lì sono io, per più di 30 anni (fino all'invenzione del Lasik).
saludos
Giuliano

Roby ha detto...

Solimano, cattivello, sei stato fin troppo severo con questo "povero" film... Forse perchè lo hai visto OGGI, forse perchè non ti ricordava NIENTE del passato...
Io sono andata a vederlo quando uscì, trascinata dalla mia sorellina più piccola che aveva esattamente l'età di Vic, e che divertendosi da matti ad ogni battuta fece divertire molto anche me, "anziana" 24enne già fidanzata in casa da 4. L'ho rivisto più tardi, quando i canonici 14 anni li aveva mia figlia, che a dire il vero non si è entusiasmata un granchè: mentre io mi immedesimavo nei genitori di Vic che la portano alla festa e poi si ritrovano -con altri "colleghi" padri e madri- ad aspettarla di notte, per strada, in macchina, incerti se salire o no, se suonare il campanello oppure... Tempi ormai andati, privi di cellulare, sms, squillini di preavviso...

Il tuo post è una chicca, Solimano carissimo, ma io alla superficialità e all'inconsistenza del "Tempo delle mele" continuo ad essere affezionata.

Potrai mai perdonarmelo?

[:->>>]

Roby

Solimano ha detto...

Roby, anch'io mi affeziono ai film, prescindendo dal giudizio di valore, perché affezionarsi non è giudicare.
In fondo ne ho parlato anche bene: come prodotto filmico è più che dignitoso. Però se vado a vedere le date dei grandi film della nouvelle vague (Truffaut, Godard, Chabrol, Resnais, Malle, Rohmer)mi accorgo che hanno date molto precedenti, quindi per quello che riguarda il matrimonio, i sentimenti, il sesso, i rapporti, il regista Pinoteau ha scelto di fare qualcosa un po' ad usum delphini, mentre anche le commedie all'italiana fatto non dai maggiori (Monicelli, Risi, Comencini) erano più sincere. Però, detto fra noi, il film ni ha anche divertito, è ben confezionato, e la Signora Vanessa è molto spiritosa e molto diretta, mi spiace per la sua profumeria. Ma un po' lo dico per scherzo un po' sul serio, l'hanno maltrattata come la Signora Robinson: una donna che fa sesso perché le piace fare sesso fa una scelta libera, che magari noi non condividiamo: perché punirla per questo? Perché è pericolosa! Lasciar vivere...

saludos
Solimano

Anonimo ha detto...

Tutte le mie amiche andarono a vedere il maledetto Tempo delle Mele. Io e mia sorella, no. Ci andarono proprio tutte tranne noi. E pensare che eravamo le uniche a sapere che in Francia quel film si chiamava "La boum". Sapevamo anche la canzone di Richard Sanderson a memoria senza capire un'acca di quel che steccavamo. Eppure non ci fu nulla da fare perché "Siete ancora piccole per queste cose." Piccole per quel film, secondo nostra madre. Intanto a scuola c'era un argomento che il genere femminile discuteva durante la ricreazione e dal quale venivamo tagliate fuori. E quelle si davano anche arie da grandi, mentre addentavano pane e mortadella e adocchiavano Lucio e la sua cricca. Tutte Vic fatte, così, all'improvviso. Il film, io e mia sorella lo vedemmo quando passò in televisione. Pensammo subito fosse uno stupido film, forse perché invidiavamo Vic e detestavamo i suoi genitori, nonna inclusa. Guai però a toccare Il Tempo delle Mele. Rimane un film sacro perché appartiene al periodo in cui io e mia sorella eravamo in una terra di nessuno e le uniche mele per noi erano quelle sulla fruttiera!
cari saluti
Laura

Anonimo ha detto...

Solimano...io l'ho visto stasera per la prima volta...devo dire che per lo più questo film quasi storico mi ha fatto sorridere per il modo in cui l'argomento sesso è stato trattato...comunque non mi è chiara una cosa del film..il ragazzo che entra alla fine del film e si mette a ballare con vic chi diavolo è e da dove è spuntato??? rispondetemi please!!

Solimano ha detto...

Marcone, quel ragazzo per me ha una storia lunga, è il deus ex machina della tragedia greca, che risolveva tutto alla fine in modo inaspettato: qui Vic si è lasciata con Mathieu, incrocia lo sguardo col suddetto deus ex nachina e le ragazzine vanno a casa tutte contente e lo dicono alle amiche. Il giorno dopo, ci saranno altre frotte di ragazzine (che si portano dietro i ragazzini) a pagare il biglietto. Tutto calcolato, tutto sc... sc... scientifico!

grazie e saludos
Solimano

Anonimo ha detto...

In altre parole...è uno che passava e che ci sta...ma allora che finale del caxxius!