lunedì 4 agosto 2008

Jacques Carelman (1)

Solimano
Jacques Carelman
nasce a Marsiglia nel 1929, nel 1956 è a Parigi come pittore, decoratore teatrale ed illustratore di libri. Il suo "Catalogue d'objets introuvables" esce nel 1969 e lo fa conoscere in tutto l'universo e in altri siti, direbbe Dulcamara.
Ho i due volumi che hanno il titolo "Catalogo d'oggetti introvabili" e che sono stati pubblicati rispettivamente nel 1978 e nel 1979 dall'editore Mazzotta, Milano. In tempi successivi Carelman ha fatto altre cose, fra cui vere e proprie mostre dei suoi oggetti introvabili divenuti reali, ma lo conoscono tutti soprattutto per il libro del 1969.
Le immagini che metto non sono tratte dal libro, ma hanno una storia strana.
I due libri mi avevano divertito, ma un giorno pensai: "Sono proprio così introvabili, questi oggetti, oppure sono degli exempla di sentimenti, sensazioni, comportamenti, azioni?" Naturalmente non era vero per la maggioranza degli oggetti. L'idea però mi piacque e l'utilizzai nei Corsi Base e di Formazione Commerciale a Rivoltella del Garda. Un giovane grafico mi realizzò i lucidi ispirandosi ai disegni di Carelman, ed ho ancora la mia copia dei lucidi, da cui traggo le immagini.
Il fucile per canguri illustra un tipico comportamento commerciale nei riguardi del possibile cliente: inseguirlo nei suoi balzi, perché il cliente non sta lì ad aspettare con la penna in mano per firmare il contratto. Si sposta, si informa, chiama la concorrenza, ne inventa di tutti i colori per sottrarsi a quella benedetta firma. Ne ha motivo, perchè firmare voleva dire che un po' di soldi passavano dal cliente alla nostra azienda. Il fucile per canguri esprime un comportamento nevrotico, scodinzolante e timoroso, mentre occorre controllare l'agitazione e prendere la mira con accuratezza e soprattutto in anticipo.

Questi foil non erano un fatto cosmetico, come la carta delle caramelle, ma erano, allargandomi un po', una forma di management by magic. Utilizzare foil del genere comportava un rischio, perché l'uditorio tecnico-commerciale è un uditorio difficile: o ti segue a bocca aperta o ti rimuove in cinque minuti. Quasi tutti avevano lauree tecniche salvo qualche economista e qualche filosofo. I filosofi in genere andavano meglio degli economisti, prima o poi ne spiegherò il perché. Il punto vero era che avessero in testa, che comprassero, una idea-guida utile nel loro lavoro. Quella della caffettiera per masochisti è abbastanza chiara. Quanti sono i comportamenti di autolesionismo o addirittura di masochismo quando si è di fronte al cliente! L'importante era che sapessero che il masochismo si annida in tutti, altrimenti la scusa c'è sempre: il cliente non capisce, non vuole spendere tutti quei soldi, è innamorato della concorrenza... Che dicessero così coi capi e con i colleghi ci poteva stare, l'importante era che non ci credessero loro stessi.

Qualcuno si sarà già accorto che questi foil possono essere applicabili non solo alle trattative commerciali, ma anche in altri campi comportamentali. Soprattutto in uno: nel comportamento amoroso. Il puzzle a due pezzi può avere tanti significati, io lo usavo soprattutto contro la complessità inutile. Se la situazione è ingarbugliata -succede- esiste un vero puzzle che bisogna risolvere, ma spesso il garbuglio è solo nella nostra mente. Ma questo foil andava bene anche per sfottere certi comportamenti che sembravano ritorni dalla campagna di Russia, mentre tutto era andato liscio come l'olio o quasi. Il rappresentante commerciale ogni tanto racconta qualche storia al cliente (poche però, perché le paga in credibilità). Ma le storie grosse le racconta all'azienda, che è come la moglie, mentre il cliente è l'amante.

Il pallottoliere elettronico secondo me è veramente esistito. Abbiamo visto tutti dei filmati in cui cinesi o giapponesi andavano velocissimi con i pallottolieri. Non hanno certamente fatto la sostituzione un giorno per l'altro, ci saranno stati dei mesi in cui c'era già l'elettronica, ma sotto le dita continuavano a tenere le palline. Questo foil serve per un motivo importante: il marketing, la vendita, la tecnologia hardware e software, i mercati, sono tutte entità in rapida trasformazione, ma la tendenza all'abitudine itera in noi comportamenti non più appropriati.

I compassi preregolati esprimono un rischio tipico dei tecnici ad sanguinem. Tendono a trasformare in procedura tutto, ragionando a compartimenti stagni, così veniamo sommersi dalle procedure e dai manuali. Basta che pensiate alla vostra disperazione quando in casa entra un nuovo apparato elettronico. Non si sa da dove cominciare: eccoli in azione, i compassi preregolati, ognuno perfetto in sé, ma vai a trovare quello giusto!

Il colino a tappi è uno fra i più divertenti degli oggetti introvabili. La tecnologia hardware e software cambiava spesso, quindi il colino doveva diventare mestolo, come il passaggio dallo stato solido a quello liquido. Non solo, si spostava il confine fra hardware e software, cambiavano i linguaggi di programmazione. Ci sono stati dei bravissimi programmatori in assembler che si rifiutavano di imparare i successivi linguaggi perché erano troppo facili per loro, abituati alle difficoltà. Il colino a tappi esprime un comportamento sbagliato perché apparentemente cerca di cambiare ma in fondo è abitudinario. Lascio alla fantasia di ognuno l'applicazione della metafora colino a tappi ad un conflittuale rapporto fra innamorati, che sistema faticosamente dieci tappi e intanto tre si smollano, per dirla in gergo brianzolo. E certi matrimoni, in cui i tappi al colino sono gli anniversari?

La metafora più completa del rapporto a coppie, negli affari e negli amori, è costituita dai due sfigatissimi tandem, quello convergente e quello divergente. Quanta fatica per nulla! Il messaggio, che potrebbe fare benissimo un parroco di campagna, è che esiste il tandem con cui entrambi pedalano nella stessa direzione. E' importante perché verissimo: chi non ha esperienza non immagina le tante possibilità di circoli virtuosi che si possono stabilire, perché il punto che oggi sembra passato nel dimenticatoio (ma tornerà, non c'è verso), è che l'affare migliore si fa in due, cioè il gioco a somma positiva. Oggi prevalgono i giochi a somma zero, il che vuol dire che uno ci guadagna ed uno ci rimette, e i giochi a somma negativa, in cui ci rimettono tutti e due.
Trovo geniali le idee che si annidano nei due libri Mazzotta dei cataloghi di Carelman; prima della fine del mese scriverò un altro post, sempre con questo tipo di immagini.

6 commenti:

Giuliano ha detto...

Che il Carelman fosse un libro di filosofia, lo avevo già capito da un pezzo; ma che ci fosse sotto anche la psicoanalisi...
Io i tandem di Carelman li avevo sempre visti come un paradosso à la Duchamp, ma vedo che c'è sempre da imparare.

Roby ha detto...

Ma è solo un caso che il pallottoliere elettronico rechi la cifra 1789, data della Presa della Bastiglia???

R.

Giuliano ha detto...

Cara Roby, bel colpo! Io non ci avevo fatto caso, ma direi proprio che è una cifra voluta.

Solimano ha detto...

A parte che non credo alla scientificità della psicanalisi, che comunque è una griglia di interpretazione utilissima, il mio problema era più terra terra (a parte che certamente problemi del genere sono almeno concreti): sintetizzare con una immagine non dimenticabile un comportamento inefficace. Funzionava, e si divertivano pure.
1789. Bella storia. La prima volta che vidi questa vignetta pensai: "Toh! Guarda il caso!"
Ma oggi penso che sia del tutto voluto: mai farsi prendere per il naso, da Carelman. Bentornata Roby!

saludos
Solimano

Habanera ha detto...

Fantastico e godibilissimo tutto, testo ed immagini, ma la caffettiera per masochisti è la cosa che in assoluto mi ha divertito di più.
H.

Solimano ha detto...

Habanera, la cosa curiosa della caffettiera per masochisti è che la maggioranza non lo capisce immediatamente, ci mette un po' di secondi, poi c'è il momento in cui gli scappa la risata. Comunque ci sono delle caffettiere migliori...

saludos
Solimano