giovedì 10 maggio 2007

La congiura degli innocenti

The trouble with Harry di Alfred Hitchcock (1955) Racconto di Jack Trevor Story, Sceneggiatura di John Michael Hayes Con Edmund Gwenn, John Forsythe, Mildred Natwick, Shirley MacLaine, Mildred Dunnock, Jerry Mathers Musica: Bernard Herrman Fotografia: Robert Burks (99 minuti) Rating IMDb: 7.2
Solimano
Il mio problema, quando vidi la Congiura degli Innocenti, fu che non riuscivo a capire che cosa stesse succedendo. Da una parte mi aspettavo che venisse prima o poi individuato l’assassino fra i sospetti, e lo erano tutti, tranne forse il giovane pittore. Però mi sembrava che il film non facesse un passo in avanti, ma girasse su se stesso, col cadavere di Harry che spariva e ricompariva, sepolto e dissepolto. Poi, non capivo il dialogo, mi sembrava che invece di preoccuparsi del fatto di avere un morto in casa, continuassero a parlare delle solite cose che ogni giorno possono capitare in una piccola comunità, in cui, a forza di parlarsi addosso, ognuno a suo modo sbacchetta un po’.
C’erano due aspetti che mi tenevano attento e ammirato. Il primo era il paesaggio: boschi, prati, case sparse, con i colori smaglianti dell’autunno nel suo massimo fulgore, verso fine ottobre direi. L’altro aspetto era l’attrice giovane, che non avevo mai visto in nessun altro film - per forza, era il primo che faceva – e che doveva fare un personaggio strano, al tempo stesso ingenuo e vissuto: così giovane già sposata, divorziata e con un figlio. Da non crederci, a vederla, era come se avesse cominciato a darsi da fare ancora con i calzini bianchi, però senza il cinismo tipo lo so come va il mondo delle ragazze sessualmente precoci. Era Shirley MacLaine, che alla singolarità del personaggio univa la sua strana bellezza, non confondibile e non paragonabile. Di più belle ce ne saranno state, ma lei era unica nel suo genere.
Il film si concluse in modo strano: tutti erano sospettabili ma nessuno aveva ammazzato Harry (gran brutta persona!) quindi il titolo italiano era giustissimo, proprio una congiura di innocenti: pensano che in mezzo a loro ci sia un assassino e invece non c’è, perciò si alleano tutti per tener fuori il poliziotto, facendo come se non fosse successo nulla, quindi è necessario che il cadavere scompaia. Povero cadavere! Per tutto il film non si ferma mai, lo portano da una parte all’altra, credendo di fare il trasferimento definitivo. Ero molto giovane, e l’umorismo inglese non sapevo neppure dove stesse di casa, mi sembrava che parlassero un po’ a caso, uscendo di tema. Poco tempo dopo mi aiutò la lettura prima di Jerome, poi del Pickwick, infine di Vanity Fair, mentre a Wilde arrivai solo successivamente.
Succede anche oggi: l’ironia teoricamente è di tutti, ma non è così, non la capiscono neanche, poi offendono e se glielo dici, sostengono di aver fatto dell’ironia. Per cui non si può pretendere che la Congiura degli Innocenti piaccia a tutti, né si può riuscire ad avere ragione con chi sostiene che nella Finestra sul Cortile le chiacchiere sono troppe, mentre proprio le chiacchiere, quel tipo di chiacchiere, sono la vera essenza del film. Se Hitchcock si mise a fare film meno chiacchierati e più terrorizzanti, fu perché così voleva il pubblico, e lui ne prendeva atto. Ma non poteva non sapere che le sua vera natura era in film come la Congiura degli Innocenti - a suo modo unico. Quello spirito lieve, quel disattaccamento, quel non prendersi troppo sul serio compare in un modo o nell’altro in tutti i migliori film di Hitchcock.
Qualche anno dopo fui quindi in grado di accorgermi dei ghirigori voluti, anzi essenziali e di non sbuffare più quando si presentavano. Ma Hitchcock era molto rispettoso per chi pagava il biglietto: qui si scopre che nessuno è l’assassino, qui Shirley si dà una calmata ed avrà un futuro più assestato, qui il pittore, oltre a Shirley, avrà anche i soldi che un milionario di passaggio spenderà per i suoi quadri fatti per puro piacere. E quindi gli spettatori, anche quelli privi di ironia (esistono, esistono!), poichè il problema con Harry è risolto, saranno andati a casa contenti, vista anche la stagione migliore per i funghi, le castagne e gli occhi. Non contenti però al punto da apprezzare questo film come meriterebbe: ancora oggi la Congiura degli Innocenti è molto in basso nelle classifiche IMDb dei film di Hirchcock: è al diciannovesimo posto come voti, addirittura al ventiquattresimo come rating.

6 commenti:

Isabella Guarini ha detto...

Questo film mi é molto piaciuto perché è un giallo soft, nel quale si è coinvolti due volte. Una per il delitto vero e proprio, l'altra per il fatto che, sin dall'inizio, non si riesce a capire che cosa stia succedendo. Un modo di coinvolgere senza forti impatti. Eppure spaventoso per il cinismo degli innocenti.

Solimano ha detto...

Isabella, non ci avevo mai riflettuto, si vede che un certo cinismo l'ho anch'io. E' in Hitchcock un tipo di cinismo, quello sorridente, non quello amaro, né quello prepotente. Sempre meglio del sentimentalismo quasi sempre falso di tanti altri film, che sono quindi ancora più cinici. Poi, l'Harry della Congiura degli Innocenti era proprio un tipaccio malvisto da tutti i personaggi...
Sono stato incerto se inserire un'altra immagine, in cui si vede Harry disteso visto rasoterra con i calzini colorati in primo piano. In quella che ho messo, i quattro protagonisti guardano nella fossa sorpresi non mi ricordo se dal fatto che Harry ci sia oppure non ci sia.

saludos
Solimano

Isabella Guarini ha detto...

Caro Solimano, a volte ripensando agli anni trascorsi, con particolare riferimento al lavoro, mi sembra di aver vissuto la situazione paradossaale di essere sbollottolata da un posto all'altro da coloro che credono di disfarsi delle responsabilità. Con la differenza che non mi sono mai sentita cadavere. Anzi fin troppo viva e reattiva e non me ne pento.

Solimano ha detto...

Eh sì, Isabella! Lo sballottamento, truccato da gestione del personale, fa parte dei tormentoni ricorrenti, in cui ci sono in azione, più che ragioni di efficacia ed efficienza, pulsioni di dominanza non confessate neppure a se stessi, quindi non utilizzabili in positivo. Poi, invidie, gelosie, narcisismi di ogni tipo, con scuse politiche o di lavoro sempre pronte all'uso.
Come dici tu, l'importante é non sentirsi cadavere di fronte a questi. Aggiungo che è utile guardarli negli occhi con fermezza tranquilla: dentro sanno, magari non consapevolmente, che cosa realmente sta succedendo, e il tuo sguardo li fa star male, precondizione per stare meglio in futuro. Harry è vivo e lotta con noi!

saludos
Solimano

Isabella Guarini ha detto...

Hai notato,Solimano,che il non sentirsi cadavere fa stizzire coloro che hanno il potere,ma ancora di più i colleghi "tappetini", distesi bocconi per difendere il proprio particulare? Nella mia lunga carriera ho conosciuto
" tappetini" di varie trame e colori, rossi-neri-bianchi-rossogialli-verdi, azzurri. Ma io mi sento tranquilla e percorro la mia strada senza rancori. In casa non ho tappeti. Fanno troppa polvere!

Solimano ha detto...

La cosa più notevole in quelli che tu chiami tappetini è che lo fanno spesso gratis, senza nessun tornaconto, così, per pura cupidigia di servilismo. O perché non si sono mai accorti che si può anche vivere in modo diverso.

saludos
Solimano