mercoledì 16 maggio 2007

Jane Eyre

Jane Eyre di Robert Stevenson (1944) Dal romanzo di Charlotte Bronte, Sceneggiatura di John Houseman, Aldous Huxley, Henry Koster, Robert Stevenson Con Orson Welles, Joan Fontaine, Margaret O'Brien, Peggy Anna Garner, John Sutton, Agnes Moorehead, Elizabeth Taylor Musica: Bernard Herrmann Fotografia: George Barnes (97 minuti) Rating IMDb: 7.6
Roby
Qualche anno fa, nello spazio di poche settimane, di questo film passò in TV sia la vecchia versione in bianco e nero di Orson Welles che quella recente e super-patinata di Zeffirelli, dandomi così modo di fare il confronto fra le due. E’ quasi inutile dire - visto quanto ho scritto finora su questo blog- che opto per la prima “lettura” del romanzo della Bronte, quella in cui Welles gioca il ruolo del burbero signor Rochefort, bisognoso di un’istitutrice per la figlia, che assume alle sue dipendenze nell’avita dimora di campagna la giovane, bruttina e taciturna Jane. La quale finirà per conquistarlo con la sua spontaneità, con la sua semplicità e con la forza che le deriva dalla ferrea volontà di emergere da un’infanzia difficile, passata in gran parte nel gelo di un orfanotrofio al cui confronto impallidiscono persino i lager nazisti. Certo, obiettivamente di Joan Fontaine si può dire tutto meno che sia brutta, malgrado le sia stata affidata spesso la parte della ragazza “insignificante” che sposa un tipo ricco, affascinante e misterioso. Vedi, ad esempio, Laurence Olivier in “Rebecca, la prima moglie” o Cary Grant in “Il sospetto”.

Eppure, ha un modo di fare, di muoversi, di torcersi le mani, di esitare a parlare che la rende credibilissima nel ruolo della “racchietta” timida e insipida, fino al riscatto finale, quando i belloni al suo fianco le giurano eterno amore proprio perché è così “diversa” dalle altre ((cosa questa, sia detto tra doppie parentesi, che non succede pressochè MAI nella realtà!)). Orson Welles, come al solito, gigioneggia un po’ nel personaggio del tormentato padrone di casa, ma io lo trovo comunque unico, e molto più espressivo di William Hurt nella rileccatissima versione zeffirelliana. Quando guardo (in genere, per pura curiosità antropologica) un film di Zeffirelli vengo colta da crisi iperglicemiche entro i primi dieci minuti di proiezione: se ho resistito fino in fondo nel caso del suo “Jane Eyre” è stato solo perché conquistata dalla bravura di Charlotte Gainsbourg, lei sì una delle più meravigliose “brutte vere” che abbia mai visto! Per il resto, definirei la rilettura del “Maestro” fiorentino una vera e propria “fotocopiatura” dell’opera di Welles: avendoli visti a pochi giorni uno dall’altro, ho riconosciuto spesso stesse battute e stesse scene precise identiche spiccicate, spudoratamente ricopiate. Ma quando l’inquadratura cadeva sulla Gainsbourg, restavo lì a guardarla, affascinata. Invidiosa e quasi dispiaciuta, per assurdo, di essere così sfortunata da non essere nata brutta quanto lei!

5 commenti:

Giuliano ha detto...

Una curiosità: Robert Stevenson è stato il regista di fiducia di Walt Disney: Mary Poppins, FBI Operazione Gatto, il Maggiolino tutto matto, Pomi d’ottone e manici di scopa, Il pirata Barbanera...
Invece i suoi primi film sono gotici, cupi, claustrofobici: “La porta proibita”, sempre con Orson Welles (che fa Barbablù). Non so niente di lui, viene il dubbio che si tratti di due persone diverse: nel dubbio controllo su IMDB e scopro che è davvero sempre lui, 1905-1986. Chissà perchè nessuno gli ha mai dedicato una monografia, è davvero bravo: abbiamo passato tante ore insieme e mi sono sempre divertito...

Solimano ha detto...

L'autrice del romanzo è Charlotte Bronte, la storia non l'ha inventata lei, sono le sconosciute autrici delle 600 fiabe di Cenerentola che gli antropologi hanno contato in giro per il mondo.
In IMDb c'è la classifica globale del 250 migliori film della storia del cinema, ci sono anche due classifiche secondo il sesso dei votanti: ai primi posti nella classifica delle femmine ci sono film che derivano da Cenerentola, e lo sapevo già prima di guardare Jane Eyre: il voto delle donne è più alto di quello degli uomini. Ma non per tutte le fascie d'età: in quella più importante, perché ci sono più votanti (fra i 18 e i 29 anni) il voto è alla pari: 7.6.

saludos
Solimano

Roby ha detto...

Oddio che figuraccia... ero convinta che il film del '44 fosse diretto -oltre che interpretato- da Orson Welles!!! Chiedo umilmente scusa...

Giuliano ha detto...

Cara Roby, quando c'è di mezzo Orson Welles è più che probabile che il film sia suo, indipendentemente da chi lo ha firmato... (a meno che non avesse bisogno di soldi, ma questo lo farà più avanti)

Solimano ha detto...

C'è stata una grande scrittrice inglese, Jane Austen, che sul tema di Cenerentola ci ha ricamato in tutti i romanzi, ma specialmente in Orgoglio e Pregiudizio e in Mansfield Park. Sui libri della Austen si sono costruiti molti film, anche abbastanza recenti, come Ragione e Sentimento.
Il tema di Cenerentola è stato vissuto più recentemente nel cinema in modo curioso: quello della prostituta che alla fine vince: è il caso di Pretty Woman e di Una poltrona per due.

saludos
Solimano