Harvey di Henry Koster (1950) Commedia di Mary Chase, Sceneggiatura di Mary Chase, Oscar Brodney, Myles Connolly Con James Stewart, Josephine Hull, Peggy Dow, Charles Drake, Cecil Kellaway, Victoria Horne, Jesse White Musica: Frank Skinner Fotografia: William H.Daniels (104 minuti) Rating IMDb: 8.1Giuliano
« Vedete, dottore, mia madre mi diceva sempre: “In questo mondo, Elwood (...) devi essere o molto astuto o molto amabile”. Io preferivo l’astuzia, ma consiglio l’amabilità. Vi autorizzo a citarmi.»
Harvey è sparito. Che tristezza: quand’ero bambino l’avevo visto, e mi era piaciuto molto anche se l’esistenza di un coniglio gigante, grande come un uomo adulto e per di più invisibile, mi aveva inquietato parecchio. Ma il coniglio era amico di James Stewart, e quindi non poteva essere cattivo...
Mi dispiace molto che i bambini di oggi siano privati di Harvey, e siano costretti ad accontentarsi di Sponge Bob o dei Simpsons. Harvey non si vede mai, nel film, ma è come se ci fosse: era un “mostro” (un mostro gentile e simpatico, un “pookah”, stretto parente degli animali incontrati da Alice nel paese delle meraviglie) creato su misura per tutte quelle generazioni che erano cresciute sui libri, e quindi avevano abbastanza immaginazione per vedere un coniglio anche dove non c’era. Oggi i bambini non leggono più, gli adulti men che meno; e si tende a far vedere tutto, anche i fantasmi e i mostri dell’ID, e questo secondo me è un grave difetto – però mi si dice che piacciono, questi orchi e diavoli e vampiri tutti uguali e indistinguibili gli uni dagli altri, che vagano dall’uno all’altro film senza nemmeno lavarsi o cambiarsi l’abito di scena. Ma io ho nostalgia per quella paura che sapevano mettere i vecchi film, anche non facendo vedere nulla: la fantasia può ben riempire questi spazi, e le creature fantastiche che sappiamo inventarci saranno sempre superiori a quello che gli esperti di trucchi cinematografici potranno mettere in immagine. In questo caso poi non c’è proprio da aver paura: sì, forse il protagonista del film (che fu prima recitato anche in teatro proprio da Jimmy Stewart, con grande successo) è davvero matto, ma forse sono più matti gli altri, quelli che non vedono il Grande Coniglio e cercano di normalizzare anche la fantasia più innocua.
Comunque sia, so per certo che il mio Harvey (quello che ho visto in questo film) non è uguale al vostro: caso mai, è assolutamente identico a quello che vede James Stewart, e scusate se è poco.
« Vedete, dottore, mia madre mi diceva sempre: “In questo mondo, Elwood (...) devi essere o molto astuto o molto amabile”. Io preferivo l’astuzia, ma consiglio l’amabilità. Vi autorizzo a citarmi.»
Harvey è sparito. Che tristezza: quand’ero bambino l’avevo visto, e mi era piaciuto molto anche se l’esistenza di un coniglio gigante, grande come un uomo adulto e per di più invisibile, mi aveva inquietato parecchio. Ma il coniglio era amico di James Stewart, e quindi non poteva essere cattivo...
Mi dispiace molto che i bambini di oggi siano privati di Harvey, e siano costretti ad accontentarsi di Sponge Bob o dei Simpsons. Harvey non si vede mai, nel film, ma è come se ci fosse: era un “mostro” (un mostro gentile e simpatico, un “pookah”, stretto parente degli animali incontrati da Alice nel paese delle meraviglie) creato su misura per tutte quelle generazioni che erano cresciute sui libri, e quindi avevano abbastanza immaginazione per vedere un coniglio anche dove non c’era. Oggi i bambini non leggono più, gli adulti men che meno; e si tende a far vedere tutto, anche i fantasmi e i mostri dell’ID, e questo secondo me è un grave difetto – però mi si dice che piacciono, questi orchi e diavoli e vampiri tutti uguali e indistinguibili gli uni dagli altri, che vagano dall’uno all’altro film senza nemmeno lavarsi o cambiarsi l’abito di scena. Ma io ho nostalgia per quella paura che sapevano mettere i vecchi film, anche non facendo vedere nulla: la fantasia può ben riempire questi spazi, e le creature fantastiche che sappiamo inventarci saranno sempre superiori a quello che gli esperti di trucchi cinematografici potranno mettere in immagine. In questo caso poi non c’è proprio da aver paura: sì, forse il protagonista del film (che fu prima recitato anche in teatro proprio da Jimmy Stewart, con grande successo) è davvero matto, ma forse sono più matti gli altri, quelli che non vedono il Grande Coniglio e cercano di normalizzare anche la fantasia più innocua.
Comunque sia, so per certo che il mio Harvey (quello che ho visto in questo film) non è uguale al vostro: caso mai, è assolutamente identico a quello che vede James Stewart, e scusate se è poco.




















