Roby
La Cleopatràs lussuriosa di cui parla Dante -il quale, secondo me, nasconde in tutte quelle ss il languore del suo desiderio- non poteva non ispirare anche il cinema, dopo aver ricevuto vita eterna grazie all'arte figurativa, alle biografie degli storici ed al teatro shakespeariano. Da tempo pensavo di parlarne qui, ma non sapevo decidere sotto quale etichetta collocarla: alla fine, ho scelto La moda, per dare un'occhiata d'insieme a come la regina d'Egitto più famosa di tutti i tempi sia stata vestita dal costumista di turno, nel corso delle sue innumerevoli trasposizioni sullo schermo.
La sepolcrale Theda Bara, diva del cinema muto, indossa con sorprendente disinvoltura un'imbarazzante tenda di pizzo trasparente, con stelle a cinque punte nei luoghi strategici, appesa alle braccia ed al collo da strisce di passamaneria presumibilmente avanzata all'arredamento di scena. Cleopatra VII, l'originale, sarebbe morta dal ridere -senza bisogno di ricorrere all'aspide- di fronte ad una simile bardatura: ma ai tempi della Grande Guerra questa doveva essere un'immagine terribilmente osée.
La dolce Claudette Colbert di Accadde una notte, invece, ammicca maliziosa e invitante sotto il copricapo dorato, fasciata in un completo quasi sado-maso con lacci sul davanti: tanto che fra le mani, al posto dello scettro-maracas, vedrei meglio una frusta di cuoio. Il pettorale col falco, invece, è perfetto: se ne trovano di molto simili anche nel tesoro di Tuthankamon.
Meno a suo agio, vestita all'egiziana, la Rossella di Via col vento, benchè l'acconciatura elaborata e il doppio scettro sottile siano più vicini alla realtà storica di quel che abbiamo visto sinora. Forse all'altera Vivien mancano l'ampio cappello di paglia e la gonna a balze con cui passeggiava presso Tara, in un continente che ai tempi di Cleopatra non era stato ancora scoperto.: fatto sta che con quelle labbra strette e quel parruccone da emicrania in testa, sembra tutto fuorchè "in parte".
La più regale di tutte, la più nilotica, la più faraonica è -a mio avviso- la Taylor dello sfortunato colossal anni '60, che segnò l'inizio della sua love story con Burton. Il décolleté straripante dall'abito decisamente eccessivo, le spalle ricoperte da una profusione d'oro che su altre risulterebbe ridicola, gli occhi accentuati dal bistro che non riesce tuttavia a competere col loro celebre colore viola... Cleopatra è Liz, o Liz è Cleopatra? Ai poster l'ardua sentenza.
Fugace menzione per Leonor Varela, interprete di una miniserie trasmessa anni fa da Mediaset. Se non fosse per il bracciale a serpentina e per la fascia con l'ureo sulla fronte, la si potrebbe facilmente scambiare per una principessa araba, barbara o asiatica. Bella, s'intende: ma dov'è -anche nel tipo di abbigliamento scelto- il fascino e il magnetismo dell'ultima discendente dei Tolomei?
Infine, la più casareccia fra tutte, la nostrana Bellucci di Asterix e Obelix: operazione Cleopatra, con la parrucca che ricorda una scopa rovesciata e l'improbabilissimo ciuffo di piume di pavone, più adatto alle Kessler di Studio Uno. Sebbene si tratti di un film comico, il suo mini-top arlecchinesco risulta francamente un po' da coatta, stile ferragosto a Ostia: la vera Cleopatra, in linea con gli usi del tempo, avrebbe preferito liberarsene, restando senza problemi a seno scoperto, come testimoniano pitture e iscrizioni all'interno di templi e piramidi. Al solito, noi non abbiamo inventato nulla, o quasi, neppure nella moda: e il topless, oggi relegato alle spiagge estive o ai calendari "artistici", più di duemila anni fa era raffinata prerogativa delle Regine del Nilo.
6 commenti:
Roby, fra tante bellezze occorre procedere per esclusioni.
Theda Bara, hai ragione tu, fa scappare da ridere, con quell'aria da lupanare però moralistico. Mi fa venir voglia di leggermi un buon libro sulla coltivazione delle melanzane.
Claudette Colbert, eh sì! Qui ci saremmo ma di Cleopatra non ha nulla, il suo genere (pregevolissimo) è un altro. Dall'ultima immagine credo che si stia divertendo molto sul set, lasciamola divertire.
Vivien Leigh è bella ma triste. Triste triste triste. Laurence Olivier la sta facendo soffrire, meglio starne alla larga.
Monica Bellucci, così non mi acchiappa. Sembra che partecipi ad una festa di carnevale riuscita male. Aspetterò pazientemente altre occasioni, perché di per sé sarebbe una acchiappona.
Liz Taylor è travolgente ma cattivissima. Io mi chiudo nel bagno.
Leonor Varela, ecco. Vabbè, Mediaset, miniserie etc. Però ha un'aria selvaggia, al tempo stesso ingenua e perfida e... puntini puntini. Il secondo posto è il suo, perché il primo ce l'ha la Cleopatra del tempio di Dendera, quella sì! Peccato che sia un po' marmorea...
saludos y besos
Solimano
Liz Taylor somiglia alla Sfinge più che a Cleopatra, in questa foto... (penso che sia voluto).
Però so che di regine Cleopatra ce ne sono state tante, oltre a quella di Giulio Cesare: confermi?
Confermo, caro Giuliano, tant'è vero che quella più famosa è la settima -l'ultima, credo- con lo stesso nome. Certo che doveva essere proprio un bel tipino, con un carattere forte e un'intelligenza vivace: troppo per gli storici (maschi) dell'epoca, che in fretta e furia si preoccuparono di bollarla come dissoluta, volubile, astuta ed infida. Lei, però, dall'alto di due millenni e passa di "vita", se ne infischia allegramente!!! E secondo me fa benissimo...
R.
A proposito: Solimano, ti facevo più incline verso LIZ che verso la Cleo-ragazzina di Mediaset...
La Cleopatra Mediaset è un pò troppo "stilosa", direbbero i fumetti imbecilli che -non ancora- legge mia figlia. Sembra presa da un calendario di Cleopatre.
Ha ragione Roby: solo Liz poteva sentorsi a suo agio e apparire persino regale con quel baldacchino dorato. Ma lei era lei.
Salverei la Cleopatra osè, che ha dalla sua il fascino degli esordi. Poi mi piace pensare a come avrà reso felici per un istante soldatini in licenza dalla trincea.
La Colbert mi piace, molto francese. E' un pò la versione popolare della Signoret che vent'anni dopo avrebbe recitato l'agghiacciante ruolo di amante-assassina nei Diabolici. Ha anche ragione Solimano: forse con Cleò non c'entra molto; ma dà l'idea dei ruggenti primi anni '30, gran periodo per il cinema d'Europa.
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