Lectionen in Finsternis, di Werner Herzog (1992) Documentario Musica: Wagner, Grieg, Prokofiev, Arvo Part, Verdi, Schubert, Mahler Fotografia: Paul Berriff, Rainer Klausmann (50 minuti) Rating IMDb: 8.3
Giuliano
Subito dopo la guerra del 1991, con l’invasione del Kuwait da parte di Saddam Hussein che provocò l’intervento di George Bush senior (e anche il nostro), Werner Herzog si reca in Kuwait e filma quello che vede. Ne esce un documentario magnifico e terribile, dove le immagini non necessitano di commento. Oggi, sedici anni dopo, è l’Iraq intero a essere devastato: la guerra non è mai finita. Dà da pensare che dopo la seconda guerra in Iraq non si sia fatto un film simile a questo. Una simile onda emotiva c’è stata, ma per le Torri Gemelle: lì i film sono stati fatti, ma i morti civili in Iraq superano di gran lunga quelli della tragedia delle Torri...
E’ un discorso che porterebbe lontano, e che non mi sento proprio di fare. Mi limito a sottolineare la grande bellezza del film, davvero fuori dal comune (una bellezza tragica, che ricorda molto “Koyaanisqatsi” di Godfrey Reggio), e riporto le musiche che lo commentano, scelte con grande finezza da Herzog. Il film inizia con una citazione scritta: « Al pari della Creazione, anche la morte del sistema solare avverrà con maestoso splendore.» (Blaise Pascal).
Le musiche, nell’ordine in cui appaiono:
1) Wagner, l’inizio da “L’Oro del Reno” come già in Nosferatu, abbinato agli incendi nel Kuwait.
2) Grieg, musiche di scena per il Peer Gynt di Ibsen, per il panorama su Kuwait City.
3) Wagner, Parsifal (preludio) per “Dopo la battaglia” (volo d’uccelli, ossa nel deserto)
4) Prokofiev, Sonata per due violini op.50, per la stanza della tortura.
5) Arvo Pärt, Stabat Mater, per i laghi di petrolio “che imitano l’acqua nell’aspetto”.
6) Wagner, Morte di Sigfrido, per l’evocazione dell’Apocalisse (il fumo e il fuoco).
E’ senza musica la lunga sequenza dello spegnimento dei pozzi, prima con l’acqua e poi con gli esplosivi. Per spegnere un pozzo di petrolio si usa l’esplosivo, gli si soffia sopra come con una candelina. La sequenza è tutta dedicata al lavoro dei pompieri che hanno spento le fiamme dei pozzi di petrolio, fatti incendiare a centinaia da Saddam Hussein quando dovette ritirarsi dal Kuwait.
7) Verdi, dal Requiem, “Recordare Jesu Piae”, per le ruspe in azione (viste come giganti, dinosauri)
8) Schubert, “Adagio per pianoforte, violino e violoncello in mi bemolle maggiore D897 (notturno op.148)”, per la chiusura dei pozzi. Arriva il momento degli idraulici, dopo tutto quel lavoro per i pompieri. Spento l’incendio, si ferma il getto di petrolio.
9) finale: i pompieri riaccendono un pozzo, per loro ragioni di servizio. Qui parte Mahler, “O Röschen Rot” dalla Sinfonia n.2, che accompagna i titoli di coda.
Mi permetto di riportarne il testo cantato, tratto dalle poesie popolari tedesche raccolte in “Des Knaben Wunderhorn”:
Urlicht (Luce originaria)
O Röschen rot !: Der Mensch liegt in größter Not !
Der Mensch liegt in größter Pein !
Je lieber möcht ich in Himmel sein !
Da kam ich auf einen breiten Weg;
Da kam ein Engelein und wollt mich abweisen.
Ach nein! Ich ließ mich nicht abweisen !
Ich bin von Gott und will wieder zu Gott !
Der liebe Gott wird mir ein Lichtchen geben,
Wird leuchten mir bis in das ewig selig Leben !
(O rosellina rossa! L'uomo si trova in estrema difficoltà! L'uomo si trova in estrema afflizione ! Come preferirei essere in cielo! Giunsi poi su una strada larga, giunse poi un angioletto che voleva respingermi. Ah no ! Io non mi feci respingere! Sono venuto da Dio, e da Dio voglio ritornare! L'amato Dio mi darà una piccola luce, che brillerà per me fino alla vita eternamente beata ! ) (tratto da“ Des Knaben Wunderhorn“ )
P.S. Una nota per il titolo originale del film, che è una citazione (traduzione letterale) delle “Leçons de ténèbres” di François Couperin: brani di musica sacra, riguardanti il rito per i defunti e la Settimana Santa. Morte e Resurrezione, verrebbe da dire, oltre ad “Apocalisse nel deserto”: una vera e propria meditazione per musica e immagini.
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Una nota per il titolo originale del film, che è una citazione (traduzione letterale) delle “Leçons de ténèbres” di François Couperin: brani di musica sacra, riguardanti il rito per i defunti e la Settimana Santa. Morte e Resurrezione, verrebbe da dire, oltre ad “Apocalisse nel deserto”: una vera e propria meditazione per musica e immagini.
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