giovedì 15 novembre 2007

Roma nel cinema: C'eravamo tanto amati (1)

Solimano
Inserire la Fontana di Trevi nella vista logica di Roma nel cinema sembrerebbe banale, vista la notorietà e la sicura presenza in tanti film. Certamente la presenza della Fontana di Trevi ne La dolce vita va ricordata e c'è un altro caso che non va trascurato: la Fontana di Trevi in C'eravamo tanto amati (1974) di Ettore Scola , a cui riuscì una operazione genialmente acrobatica, che vedo di raccontare.
Siamo nel 1959. Una sera Antonio (Nino Manfredi), portantino all'ospedale, si trova bloccato con due colleghi sull'ambulanza: non si riesce a passare nella piazza della Fontana di Trevi. Non per il consueto turismo, ma perché stanno girando un film, difatti due attori, un uomo ed una donna, sono dentro alla fontana, molto vicini fra loro. Antonio è incuriosito, e dopo un po' gli sembra di riconoscere di spalle fra la gente una sua amica che non vede da qualche anno: Luciana (Stefania Sandrelli), che fu la sua ragazza per poco tempo nel 1948. Gliela portò via Gianni (Vittorio Gassman), con cui, assieme anche a Nicola (Stefano Satta Flores), Antonio aveva fatto la Resistenza. Gianni poi lasciò Luciana per sposare Elide (Giovanna Ralli), la figlia del famoso costruttore Romolo Catenacci (Aldo Fabrizi).

Antonio è ancora innamorato di Luciana, fin dalla prima volta che la vide in ospedale: lei, a letto, stava leggendo la rivista Scenario, perché avrebbe voluto fare del teatro, poi cercò di fare del cinema. Antonio scende dall'ambulanza e cerca di farsi vedere da Luciana, che sta parlando con un attore ormai famoso, Marcello Mastroianni, che probabilmente reciterà nel film che stanno facendo, magari quello che si è visto nella fontana è la sua controfigura. Luciana, voltandosi casualmente, vede Antonio e lo riconosce, facendogli cenno che dopo si vedranno.

Adesso è impegnata a parlare con Mastroianni, e c'è uno che si dà da fare per lei, difatti troverà il modo di presentarla al regista del film, che si sta avvicinando, e di cui parlano tutti, è il ben noto Federico Fellini, che dopo aver conosciuto Luciana dirà "Caruccia" a Mastroianni, poi parleranno fra loro a bassa voce, ridacchiando. Seduta sul bordo della fontana c'è una bionda, la controfigura della notissima Anita Ekberg, che anche lei prende parte al film. Poi a Fellini presentano un tipo alto, con l'aria da militare, difatti è un colonnello che gli dice: "Sono lieto di conoscere il famoso regista Rossellini", e Fellini si guarda attorno cercando di non ridere, i colonnelli nel 1959 tocca reggerli anche quando dicono castronerie.

Più tardi, con l'ambulanza ancora bloccata, Antonio riesce a parlare con Luciana, seduta proprio appoggiata al travertino della fontana. Lei gli offre una tortina fritta presa dalla borsa cibarie del film in cui ha una particina e gli chiede se lavora ancora in ospedale. Antonio risponde: "Sì, però mi hanno retrocesso da infermiere a portantino perché ho menato una monaca, ma l'ho fatto per ragioni politiche". Antonio le chiede chi è quel tizio che ha visto darsi da fare per lei, Luciana è imbarazzata, e dice: "Ah, Rinaldo. E' il nostro capogruppo". Chissà cosa vuol dire capogruppo..., pensa Antonio, poi vede di combinare con Luciana per vedersi la sera dopo. Luciana dice di sì, sembra contenta, e beve a lunghi sorsi da una bibita, lo fa a collo, senza bicchiere, si vede proprio che non diventerà una diva.

Però arriva il capogruppo Rinaldo, e senza neppure salutare Antonio dice a Luciana che ha combinato un appuntamento per la sera dopo con gente che conta. Luciana sta per dire ad Antonio di rimandare, ma Antonio si attizza con Rinaldo, dicendo: "la signorina è impegnata con me". Dalle parole agli spintoni, dagli spintoni alle botte, e Antonio ha la peggio, finisce che, tutto insanguinato e svenuto, è trasportato dalla ambulanza a sirene spiegate. Quando si risveglia, chiede al collega: "Ma Luciana, ha detto qualcosa?" "Ha detto che non ti vuole più vedere." E Antonio: "Sì, ma con che tono l'ha detto?"

P.S. Alla acrobazia di Scola dettero una mano generosa Federico Fellini e Marcello Mastroianni, e fecero bene, perché C'eravamo tanto amati è un film che che resta nella testa e nel cuore di tante persone, me compreso. Vorrei riparlarne, prima o poi.

4 commenti:

Roby ha detto...

"C'eravamo tanto amati" è il film che ha segnato l'inizio della storia fra me e quello che oggi è il mio fortunatisssssssimo consorte...

Per questo (e per altri 1000 motivi) adooooooooro questo film!!!!

[:->>>]

Roby

Solimano ha detto...

Roby, a parte tutto, questo è un film che non stanca,ci sono anche le battute, ma è soprattutto la storia che regge, i tre personaggi: Antonio, Gianni e Nicola li abbiamo incontrati nella vita. E' un film che fa credere che esista lo stato di grazia ed il colpo di fortuna, qui li vedi mischiati assieme.
Riguardo alla tua storia, beh, cominciò sotto una ottima stella, chissà come siete usciti contenti, da quel cinema. O... ehm... il film non l'avete seguito?

saludos y besos
Solimano

Roby ha detto...

SOL, il film l'abbiamo seguito, eccome, perchè in quella felice giornata (il 15 febbraio del 1975) eravamo ancora (ma non per molto) soltanto amici...

Ricordo come rimasi impressionata da quel cambio in dissolvenza tra bianco/nero e colore... ma ne parlerai ancora, vero?

Roby

Solimano ha detto...

Roby, oh sì che me la ricordo la dissolvenza.
Aspetta e vedrai, prima o poi arriva...

saludos
Solimano