giovedì 8 novembre 2007

Grazie per la cioccolata

Mika (Isabelle Huppert) e André (Jacques Dutronc)

Merci pour le chocolat, di Claude Chabrol (2000) Racconto di Charlotte Armstrong, Sceneggiatura di Claude Chabrol e Caroline Eliacheff Con Isabelle Huppert, Jacques Dutronc, Anna Mouglalis, Rodolphe Pauly, Brigitte Catillon, Michel Robin, Mathieu Simonet Musica: Matthieu Chabrol, Schubert, Chopin, Liszt: "Les Funerailles", Mahler, Debussy, Scriabin Fotografia: Renato Berta Rating IMDb: 6.6
Solimano
La psicologia dei grandi pianisti è particolare, diversa da quella dei violoncellisti e dei violinisti che a loro volta sono diverse fra di loro, salvo naturalmente le eccezioni. Li ho visti, non solo sentiti, in azione per circa dieci anni nella Sala Grande del Conservatorio di Milano quasi tutti i lunedì sera, salvo d'estate. Visti da vicino, perché ero nelle prime file. Sapevo che gli abbonati privilegiati dagli sponsor erano spesso assenti, e cinque minuti prima dell'inizio dei concerti c'era il liberi tutti delle maschere, potevo quindi avanzare di diverse decine di metri (la Sala Grande ha 2000 posti), sedendo a poca distanza dall'esecutore.

Mika e André si scambiano gli anelli

Non credete ai puristi. Guardare l'esecutore aggiunge, non toglie, se il brano lo si conosce bene. Come sono i pianisti? Gentilmente egoisti, più che egocentrici: debbono essere serviti in tutto, in modo da poter continuare a starsene nel loro Limbo (non Paradiso, Limbo). Si sciolgono solo con certi bis, allora diventano persone con cui si potrebbe parlare. I violoncellisti stabiliscono una empatia a volte persino allegra col pubblico ed i violinisti sono necessariamente narcisi, in tanti modi diversi. Il piccolo dettaglio che i violoncellisti suonino da seduti ed i violinisti in piedi è coerente col loro atteggiamento.
Il pianista André Polonski (Jacques Dutronc) è esattamente così: si sposa per la seconda volta con Marie-Claire Muller detta Mika (Isabelle Huppert) perché così i problemi delle persone normali non li avrà. Mika è ricca, ha ereditato dal padre una fabbrica di cioccolato, ed è una perfetta organizzatrice della vita nella loro villa di Losanna. Inoltre, ha un rapporto di buona dominanza con il figliastro Guillaume (Rudolph Pauly), la madre Lisbeth è morta da dieci anni in un incidente di macchina.

Jeanne suona "Les Funerailles", André la consiglia

Ma in casa loro irrompe Jeanne Pollet (Anne Mouglalis) che ha due motivi per farsi ascoltare: è nata lo stesso giorno di Guillaume e ci fu uno scambio di culle, causato da una infermiera distratta perché i due cognomi cominciano per "Pol", poi la cosa rientrò, e tutti sono d'accordo che è Guillaume il figlio di André, ma Jeanne questa storia l'ha imparata il giorno prima, e la curiosità è tanta perché anche lei è pianista.
André, che nel primo giorno di vita l'ha tenuta in braccio come figlia sua per qualche ora, esce dal suo Limbo e decide di aiutarla per il concorso di Budapest, perché Jeanne suona benissimo, seppure con qualche difetto derivante da maestri inadeguati. Mika fa buon viso, ma non la prende bene, perché vorrebbe conservare il pieno controllo attorno ad André. In più ci si mette che Jeanne si accorge che Mika fa cadere apposta il thermos con la cioccolata che di solito prepara per Guillaume. Così il suo ragazzo, analista chimico, si trova ad esaminare il golf di Jeanne, dalla ragazza volutamente sporcato con la cioccolata. Risulta che nella cioccolata c'è un preparato che fa dormire. E Lisbeth morì in macchina scendendo per strade strette verso la farmacia, si dice per un colpo di sonno. Il piatto del film è quindi in tavola: una storia non chiara di dieci anni fa che si raccorda con la storia che sta succedendo adesso. C'è quindi una componente thriller, e non è per caso che fra le tre videocassette regalate durante il film ce ne sia una di Hitchcock (le altre due sono di Lang e di Renoir).

Mika di fronte al ritratto di Lisbeth

Nel film si sono altre due componenti.
La prima é l'ambientazione altoborghese, nei modi in cui si svolgono le relazioni: cortesia fredda, totale dissimulazione, è evidente che pensano una cosa e ne dicono un'altra. Maestra in quest'arte è Mika, che ne ha fatto un sistema di vita in casa e nella presidenza della società del cioccolato. Nella sua capacità marmorea di dire solo quello che decide di dire e di tenersi il resto, si insinua ogni tanto la crepa dell'insulto rivolto al collaboratore del padre appena uscito dal suo ufficio, insulto detto a segretaria presente. Ma anche la diciottenne Jeanne non scherza. La battaglia è duplice: fra i personaggi Mika e Jeanne e fra le attrici Huppert e Mouglalis. Fra le attrici prevale la Huppert, anche se confido che non si faccia rinchiudere nella gabbia dei personaggi neri, che sa fare benissimo. Fra i personaggi non dico chi prevale, chi vedrà il film lo saprà.

Jeanne (Anna Mouglalis) al pianoforte

La seconda componente è la musica. In pochi film la musica è così inerente alla trama. André spiega e corregge Jeanne mentre suona, poi suona lui, poi suonano entrambi sui due pianoforti a gran coda disposti in modo che i due esecutori si possano vedere in faccia. Un brano viene quasi dissezionato nel film con discussioni fra André e Jeanne, si tratta de Les Funerailles di Liszt (l'esecuzione è di Claudio Arrau) il brano è il motivo conduttore del film, non come musica di sottofondo, ma mentre lo si esegue. Oltre a Liszt son presenti Schubert, Chopin, Mahler, Debussy e Scriabin, cosa di cui IMDb si è scordato, parlando solo di Liszt. Proprio Les Funerailles ed il cambiamento del brano da sola marcia funebre a qualcosa d'altro, costituisce una diretta metafora di quello che succede nel film. La cosa più curiosa è che André, con tutta la tensione che si accumula, continua ad aggirarsi nel film come se quello che è veramente importante fosse il come suonare perfettamente le ultime tre note del brano di Liszt, non per incapacità di Jacques Dutronc ma perché un grande pianista non può essere che così. Dimenticavo però un'altra cosa importante per André: avere la sua pillola di sonnifero tutte le sere. Ma questo col film c'entra...

Mika nella scena finale del film

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