"Dipinse una fanciulla a sedere sopra una seggiola con le mani in seno, in atto di asciugarsi li capelli; la ritrasse in una camera, aggiungendovi in terra un vasello d'unguenti con monili e gemme la finse per Madalena. Posa alquanto da un lato la faccia e s'imprime la guancia, il collo e il petto in una tinta pura, facile e vera, accompagnata dalla semplicità di tutta la figura, con le braccia in camicia e la veste gialla ritirata alle ginocchia dalla sottana bianca di damasco fiorito. Questa figura abbiamo descritto particolarmente per indicare li suoi modi naturali e l'imitazione in poche tinte sino alla verità del colore."
Così scriveva Giovan Pietro Bellori nel 1672, quindi più di settant'anni dopo che il quadro della Maddalena penitente era stato dipinto. E' evidente che aveva informazioni precedenti che noi non abbiamo. La descrizione del quadro è molto precisa, e corrisponde perfettamente al quadro della Galleria Doria Pamphili di Roma, dipinto fra il 1594 ed il 1596 quasi contemporaneamente al quadro più importante della giovinezza del Caravaggio, il Riposo nella fuga in Egitto anch'esso alla Galleria Doria. La modella per la Maddalena e la Madonna è la stessa, solo che c'è un problema, di cui con ogni probabilità Jarman era a conoscenza: ricerche recenti avevano stabilito che quasi certamente la Maddalena è una copia (forse del Settecento) mentre il Riposo nella fuga in Egitto è di mano del Caravaggio. Eppure Jarman concentra tutta la sua attenzione sulla Maddalena piuttosto che sul Riposo, credo per tener fede alla storia che vuol raccontare. Nel film la modella per la Maddalena è Lena (Tilda Swinton), una prostituta amante del Caravaggio (Nigel Terry) e di Ranuccio (Sean Bean) a sua volta amico intimo del Caravaggio. Anche il giovane cardinale Scipione Borghese (Robbie Coltrane) è amante di Lena, e buon pagatore.
Il racconto del Bellori coglie il punto essenziale: prima il Caravaggio dipinge una giovane donna, poi la finge Maddalena, con unguenti, monili, gemme (anche un paio di perle come orecchini, legate con un nastro nero). A questo punto Jarman si attiene, solo che la sua Maddalena ad un certo punto si addormenta stando seduta, Caravaggio le si avvicina, Lena apre infine gli occhi e gli dice che le succede così perché è incinta. Gli uomini in ballo sono almeno tre: il Caravaggio, Ranuccio e il cardinale Scipione Borghese. Dopo pochi giorni Lena viene trovata morta in acqua. Chi l'ha uccisa? Mettono in galera Ranuccio, a cui il Caravaggio è molto legato, e non crede che sia stato lui ad ucciderla, erano tutti e tre come una persona sola. Quindi non può essere stato che il cardinale, e Caravaggio lo denuncia al Papa, che decide la cosa più semplice: liberare Ranuccio, così il Caravaggio è contento, e non dare corso a nessuna indagine, non è interessante sapere chi ha ucciso una prostituta, figuriamoci poi indagare su un cardinale.
Tutto bene quindi, a parte Lena che non c'è più, e il Caravaggio riceve ed abbraccia Ranuccio liberato dal carcere, che commette l'errore di dirgli quello che è veramente successo: è stato lui ad uccidere Lena, perché restassero solo loro due, senza Lena di mezzo. Ma il Caravaggio uccide Ranuccio con un coltello che porta sempre con sé. Da cui la sua fuga da Roma.
Storicamente è appurato che il Caravaggio partì da Roma per non più tornarvi il 31 maggio 1606, andando successivamente nei possessi dei Colonna, a Napoli, a Malta, poi in Sicilia a Siracusa ed a Messina, ancora a Napoli, per giungere al litorale di Porto Ercole sentendo odor di grazia e morirvi quasi sulla spiaggi il 18 luglio 1610, l'avviso di grazia ebbe la data del 31 luglio 1610, ma al Caravaggio non serviva più. Il sovvertimento della storia che fa Jarman è talmente ampio, che prima rappresenta Lena come modella per la Maddalena, e pochi giorni dopo il cadavere di Lena viene utilizzato per la rappresentazione della Morte della Madonna, il quadro che è al Louvre. Il fatto che la Madonna del Louvre sia stata dipinta ben dieci anni dopo la Maddalena non sembra interessare il regista: voleva far indossare al Merisi un suo tipo di storia e l'ha fatto.
(continua)
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