
Ogni volta che Gilda torna a trovarmi, fra uno zapping e l'altro, è come incontrare una vecchia amica sempre giovane di spirito, magari vestita un po' fuorimoda e accompagnata da partners poco credibili, ma non per questo meno simpatica e piena di vita. Simpatica, sì: è questo il primo aggettivo che -da donna a donna- Gilda mi ispira. Ovviamente, nei maschietti ella susciterà sentimenti molto diversi, dei quali tuttavia mi sembrerebbe assurdo mostrarmi gelosa.

La femminilità della Hayworth è inarrivabile, inutile negarlo. All'uscita del film, i reduci americani correvano a vederlo con mogli e fidanzate... le quali poi ci ritornavano, da sole, per studiare con comodo i segreti di seduzione nascosti tra quei morbidi capelli a onde, quelle spalle sapientemente scoperte, quell'ancheggiare allusivo e mai volgare. Ricordare l'intreccio non serve granchè: è una tempestosa love-story tinta di noir, ambientata in un'esotica Buenos Aires, fra intrighi internazionali, criminali nazisti e misteriosi omicidi. Le scene principali si svolgono tutte nel locale di cui è titolare Johnny Farrell (Glenn Ford), ex amante di Gilda, ora moglie del tenebroso Mundson (George Macready): in questo è evidente il parallelo con un altro dei miei miti in bianco e nero, Casablanca, dove il teatro del drammatico triangolo è il caffè di Rick/Bogart.

Mi è impossibile non stupirmi, ad ogni nuovo incontro, per come la Hayworth (grazie anche -ovviamente- alla sua doppiatrice) riesca a pronunciare battute ridicole in modo così convincente, così naturale e così terribilmente sensuale. La sua carica esplosiva è evidente fin dalle prime inquadrature, e doveva emergere prepotentemente anche sul set, se è vero che Glenn Ford dovette scolarsi un bicchierino in più per trovare il coraggio di schiaffeggiarla, nella famosa scena dello strip-tease. Lei, del resto, in un'altra sequenza gli molla un ceffone tale da rompergli (realmente) due denti: una vera tigre!

E poi, chi riuscirebbe a indossare con altrettanto stile i monumentali modelli da gran sera -a metà tra la baiadera e la prostituta d'alto bordo- imposti dalla trama? E chi altra ha saputo essere provocante fino a portare a temperatura di ebollizione i maschi presenti, pur rimanendo saldamente inguainata nel celebre abito lungo con lo spacco? Il bonario poliziotto che, sul finale, esorta Johnny a raggiungere Gilda, si premura di avvertirlo che deve stare tranquillo, e che lei non si è macchiata di nessuna delle colpe che lui crede. Come dire che gli uomini con cui ha diviso il letto erano tutti suoi legittimi coniugi, e che agli altri -malgrado le apparenze- ha concesso solo sguardi assassini: indispensabile condizione -vista l'epoca- per il sospirato happy ending. Alla fine del pomeriggio passato insieme, Rita/Gilda mi saluta e se ne va, dondolando sui tacchi altissimi e sussurrando: "Alla prossima!". Quando tornerà, sarà di nuovo per far due chiacchiere... per parlare di uomini... di quanto sia faticoso conquistarli, di cosa si debba fare per tenerseli stretti... e di come sia impossibile -alla fin fine- farne a meno.

Mi è impossibile non stupirmi, ad ogni nuovo incontro, per come la Hayworth (grazie anche -ovviamente- alla sua doppiatrice) riesca a pronunciare battute ridicole in modo così convincente, così naturale e così terribilmente sensuale. La sua carica esplosiva è evidente fin dalle prime inquadrature, e doveva emergere prepotentemente anche sul set, se è vero che Glenn Ford dovette scolarsi un bicchierino in più per trovare il coraggio di schiaffeggiarla, nella famosa scena dello strip-tease. Lei, del resto, in un'altra sequenza gli molla un ceffone tale da rompergli (realmente) due denti: una vera tigre!

E poi, chi riuscirebbe a indossare con altrettanto stile i monumentali modelli da gran sera -a metà tra la baiadera e la prostituta d'alto bordo- imposti dalla trama? E chi altra ha saputo essere provocante fino a portare a temperatura di ebollizione i maschi presenti, pur rimanendo saldamente inguainata nel celebre abito lungo con lo spacco? Il bonario poliziotto che, sul finale, esorta Johnny a raggiungere Gilda, si premura di avvertirlo che deve stare tranquillo, e che lei non si è macchiata di nessuna delle colpe che lui crede. Come dire che gli uomini con cui ha diviso il letto erano tutti suoi legittimi coniugi, e che agli altri -malgrado le apparenze- ha concesso solo sguardi assassini: indispensabile condizione -vista l'epoca- per il sospirato happy ending. Alla fine del pomeriggio passato insieme, Rita/Gilda mi saluta e se ne va, dondolando sui tacchi altissimi e sussurrando: "Alla prossima!". Quando tornerà, sarà di nuovo per far due chiacchiere... per parlare di uomini... di quanto sia faticoso conquistarli, di cosa si debba fare per tenerseli stretti... e di come sia impossibile -alla fin fine- farne a meno.
8 commenti:
"Put the Blame on Mame". Per la gioia di grandi e piccini
http://it.youtube.com/watch?v=_Q1SMBjfSjI
Grazie, Gabrilu! E anche "Amado mio", non è eccezionale, con quel completino bolero+gonna lunga che tuttavia lascia pudicamente coperto l'ombelico???
Merci pour la visite et à la prochaine!!!
Roby
" La femminilità della Hayworth è inarrivabile, inutile negarlo."
Hai perfettamente ragione, Roby.
Come sono cambiati i codici della seduzione!
Sarebbe interessante studiarseli di nuovo. Chissà come reagirebbero i maschi di oggi...
Un caro saluto.
Laura
Io però, se vogliamo parlare di doti seduttive e per rimanere più o meno a quel periodo trovavo molto più bella, intrigante ed anche...inquietante Ava Gardner. Indimenticabile in Per chi suona la campana, assolutamnte improbabile (ma glielo si perdona volentieri) partigiana a fianco di Gary Cooper o ne La contessa scalza (a proposito, che fine ha fatto questo film? Sparito da ogni circolazione, mi pare).
Questione di gusti, eh. E poi, io sono una femminuccia, i maschietti magari la pensano diversamente ^__^
Tra Rita e Ava, per me è più bella Ava sicuramente. Ava ha dei modi più... "asciutti" di Rita che personalmente preferisco. Proprio per questo motivo, però, la femminilità della Hayworth mi pare esplosiva, manifesta, e in un certo senso inarrivabile. Persino la maniera di accendersi una sigaretta sembra un gesto uscito definitivamente dai registri di seduzione.
Danni del femminismo o più delle mode fatte di corsa a suon di scarpe, borse, cappotto sì- cappotto no, che educano al "mordi e fuggi" e a dimenticare i veri particolari che rendono una donna unica?
cari saluti
Laura
Laura la bellezza di Rita infatti era talmente esplosiva e manifesta che non a caso la sua foto accompagnava i soldati in guerra e stava in tutte le carlinghe se non addirittura appiccicata sulle fusoliere degli aerei. Non era una bellezza da interpretare, quello che c'era era tutto lì sciorinato in bella vista :-)
...Vabbè confesso e la dico tutta: a me la Hayworth è sempre sembrata un po' volgarotta e non mi ha mai affascinata più di tanto, ma va bene lo stesso :-)
(ed ora la pianto, che sennò mi picchiate :-/
Cara Gabriella, io sono una dalle maniere alla Audrey Hepburn ma pare che donne come Gilda abbiano sempre il potere di fare ombra. Forse quel tipo di femminilità così sensuale è inarrivabile proprio perché io non ce l'ho e la osservo incuriosita come se si trattasse di un pesce azzurro in una boccia di pescetti rossi. Detto questo, ognuna è ciò che è (per la fortuna di ogni uomo). Io non potrei essere Gilda nemmeno se lo volessi.
Un caro saluto
Laura
Fra me e Gilda ci sono gli stessi punti di contatto che esistono fra Luna Rossa e il patìno (o moscone che dir si voglia) del bagno Roma a Tonfano, dove passavo l'estate da ragazzina.
Al contrario, circa vent'anni fa qualcuno, osservando una mia foto (venuta parrrrrticolarmente bene, disse: "Ma guarda! Qui la Roby sembra proprio AVA GARDNER!".
A sua discolpa, bisogna dire che si trattava di un gentile signore quasi settantenne, palesemente bisognoso di occhiali nuovi.
Però, dite la verità: non è buffa la coincidenza dell'aneddoto col match Ava vs Rita che si sta svolgendo qui?
Doppio [;->>>]
Av...ehm, cioè... ROBY
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