Bitter Moon, di Roman Polanski (1992) Sceneggiatura di Gérard Brach, John Brownjohn, Pascal Brucker, Jeff Gross, Roman Polanski Con Emmanuelle Seigner, Kristin Scott Thomas, Peter Coyote, Hugh Grant, Victor Banerjee, Sophie Patel Musica: Vangelis, e tante canzoni, da "Fever" a"La mer" Fotografia: Tonino Delli Colli (140 minuti) Rating IMDb: 6.7
Solimano
Il film Frantic di Roman Polanski uscì nel 1988. La principale interprete femminile era la ventiduenne Emmanuelle Seigner, che faceva la modella dall'età di quattordici anni, e che aveva già recitato nel 1985 in un film di Godard. La Seigner e Polanski si sposarono il 30 agosto 1989 ed il matrimonio, da cui sono nati due figli, dura tuttora. In Frantic la Seigner ha una parte minore (ma solo apparentemente), in Bitter Moon è la protagonista assoluta del film, gli altri rispetto a lei sembrano dei comprimari. Che Polanski abbia una personalità singolare, lo si nota, oltre che nei film, in episodi della sua biografia. In Bitter Moon, di cui c'è molto da dire, ce n'è una che riguarda proprio l'uomo Polanski: sembra che voglia mostrarci dall'inizio sino alla fine del film quanto è bella e quanto è viva la donna molto più giovane di lui che ha sposato.
Polanski è certamente uomo intelligente, oltre ad essere regista discutibile ma geniale, in Bitter Moon si è forse lasciato prendere la mano, ma gli spettatori maschi ( e forse anche le femmine) gliene sono grati perché Emmanuelle Seigner lascia a bocca aperta per tutto il film. Rimane il dubbio consueto e piuttosto pedante: ma sa veramente recitare oppure no? In questo film è talmente coinvolta nella parte che non vedo quale altra attrice avrebbe potuto fare di meglio. Ognuno ha le sue ossessioni, figuriamoci Polanski, qui ne emergono due: la prima l'ho già detta, è il rapporto fra un uomo in età ed una donna molto più giovane (come in Chinatown, in Frantic, ne La morte e la fanciulla). La seconda è l'amore cattivo, in cui in genere la donna viene fatta sadicamente soffrire o muore prima che il film finisca. Penso ad un compositore da cui presumibilmente Polanski sta lontano (ma non è detto): Giacomo Puccini, così dolce, così delicato, così cattivo con Mimì, Tosca, Madame Butterfly, Manon e Liù. Analogamente, c'è qualcosa nella biografia di Puccini che dà qualche spiegazione. Non faccio il moralista, so benissimo che l'amore cattivo è un grande tema, constato che ci sono artisti quasi specializzati.
Bitter Moon mette a confronto due coppie che non potrebbero essere più diverse.
La prima coppia è costituita dai coniugi inglesi Nigel (Hugh Grant) e Fiona (Kristin Scott Thomas). Sono al settimo anno di matrimonio, ed hanno deciso, un po' per festeggiare un po' per fare qualcosa di diverso dal solito, di fare un viaggio su una nave di lusso. La destinazione è l'India, ed il viaggio si svolge attorno ad un Capodanno, che sarà festeggiato sulla nave con cibo di ogni genere, champagne e tutto l'armamentario usuale in quelle evenienze in cui l'obbligo del divertimento impone una organizzazione ferrea: ci sono anche berretti strani, trombette, palloncini e coriandoli, figuriamoci l'allegria. I rapporti fra Nigel e Fiona sono improntati ad una gentilezza tanto assoluta quanto sospetta. Ci dice qualcosa l'apprendere che Fiona sta pensando di smettere di prendere la pillola -non vogliono figli- tanto, per quel che serve... Si stanno prendendo questo piacere dovuto del viaggio in India, tutto qui. Fra l'altro Fiona soffre di mal di mare e sta spesso in cabina a prendere farmaci, mentre Nigel girella qua e là.
La seconda coppia è di tutt'altro tipo: Oscar (Peter Coyote) è paralizzato su una carrozzella, sua moglie Mimi (Emmanuelle Seigner), più giovane, si aggira anche lei, come fa Nigel, ma con una determinazione evidente a prendersi un uomo durante il viaggio, e punta Nigel, che sta un po' sulle sue (non si fa, andare con un'altra proprio durante il viaggio del settimo anno), poi vorrebbe, visto che Fiona sta quasi sempre in cabina - Nigel è uno che pensa, prima di procedere. Ma non ha capito una cosa importante: che fra Oscar e Mimi c'è un gioco delle parti, in fondo comprensibile (apparentemente...) lui è bloccato sulla carrozzella, lei avrà pur bisogno di sfogarsi, però con qualcuno che abbia l'imprimatur da parte di Oscar.
Polanski è abilissimo nel mostrare la ragnatela in cui Oscar e Mimi avvolgono Nigel che vorrebbe fare il furbo, ascoltare le chiacchiere del marito per andare a letto con la moglie, ma in realtà è una bietola (Roby direbbe che Hugh Grant è così, ma anche se non lo fosse, qui la parte lo richiede). La storia che Oscar racconta a Nigel è la storia dei suoi amori con Mimi, dal mirabile inizio, col biglietto dell'autobus che lui passa a lei di nascosto perché lei non l'aveva, all'incontro mesi dopo con lei che ha conservato il biglietto che le è stato dato da quell'uomo così gentile. Carinerie incredibili, scoppia il grande amore, lo farebbero dappertutto in tutti i modi possibili, ma non escono addirittura di casa. Lui scrive pagine su pagine che nessuno pubblica, ma non ha problemi economici, vive di rendita grazie ad una eredità. Lei aspira a fare la ballerina, per intanto faceva la cameriera in una pizzeria, ma smette col lavoro per stare sempre con lui. Riescono ad abbracciarsi persino su quella giostra volante che noi, sboccati emiliani, chiamiamo calcinculo. Girano per i luna park, si fanno fotografare mettendo la testa nel foro come se fossero due just married. A Parigi, naturalmente. Dove, se no? E ne inventano sempre di nuove per continuare a desiderarsi sempre e comunque, prima i mascheramenti, poi i rituali sadomaso di tutti i tipi. Mamma mia, quanti ce ne sono! Gran parte del film non si svolge sulla nave, è la visualizzazione parigina dei racconti che Oscar fa a Nigel.
Poi lui si stufa, lei no. Oscar vorrebbe cacciarla, Mimi non si fa cacciare, si sdraia sullo stoino davanti alla sua porta. Lui la deride, la sfotte, la fa vestire male, cambiare il colore dei capelli, ingrassare, praticamente la costringe ad abortire quando lei rimane incinta, e le fa lo scherzo finale: partenza per la Martinica, tutti e due in aereo, lui all'ultimo minuto scende e lei si trova da sola in Martinica. Oscar tira un sospirone di sollievo e riprende la solita sua vita assatanata a Parigi, da scrittore fallito però pieno di soldi. Ma viene travolto da una macchina, se la cava, sta ristabilendosi, e arriva Mimi all'ospedale, tanto tempo che non si vedono. Fa la caruccia vicino al letto dove lui sta ingessato, poi, di botto, rovescia tutto, e Oscar si trova paralizzato a vita.
Ora a vendicarsi è Mimi, e lo fa con gli interessi, fa l'amore con altri quasi sotto gli occhi di Oscar, gli regala una pistola per l'anniversario, così può togliersi dai piedi, lo lascia nella vasca con l'acqua gelida. Telefona un editore che vorrebbe pubblicare gli scritti del genio di casa, lei si intromette e fa in modo che lui non lo sappia, e sì che ci teneva. Finché si sposano, non da burla come al luna park, sul serio, e lui si riduce a cercare di gestire gli uomini con cui va sua moglie in modo che siano per lui tollerabili. Nigel ascolta tutto ciò, così lontano dal suo modo di vivere con Fiona, e fa l'inorridito, ma è in realtà molto interessato, sia per Mimi, sia perché questo mondo di sofferenze inflitte e ricevute non è noioso come il suo.
Ma Nigel trascura una cosa importante: che esiste anche Fiona e che ogni tanto non ha il mal di mare. Già doveva mettersi in allarme quando la lasciò sola con una scusa al tavolo del bridge facendosi sostituire da un sudamericano galante con cui poi trovò Fiona seduta al bar, ma ora, nella notte di Capodanno, in cui lui - sempre pianificato - ha stabilito che passerà ai fatti con Mimi, non sa che Oscar manda champagne nella cabina di Fiona, che compare proprio mentre lui sta ballando con Mimi e facendo l'innamorato (magari un po' lo è, l'effetto Seigner è difficile da reggere). A Mimi non servono innamorati, quindi Nigel non le sta bene e si guarda attorno. Vede, vicino al paralitico Oscar che ha il fez per festeggiare (anche per lui deve essere Capodanno) che c'è Fiona, pimpante e ben messa, molla Nigel in mezzo alla pista e si mette a ballare con Fiona, che si è trasformata in un'altra Fiona (bravissima Kristin Scott Thomas!). Le due donne ballano, poi si stringono, poi si baciano sotto gli occhi di tutti, ammirati, tranne quelli di Nigel, poi se ne vanno abbracciate nel buio dei corridoi della nave per trovare il posto giusto per loro due da sole. Nigel a fine notte le troverà, dormono nello stesso letto vicino a cui c'è Oscar, che estrae la pistola che Mimi gli aveva regalato e la uccide, poi si spara alla testa. Il film finisce con Nigel e Fiona che si abbracciano sul ponte della nave, chissà che non vivano in futuro una vita più vita.
Il film è visivamente splendido in tutto - non solo per la Seigner che da sola basterebbe. E' anche pieno di idee, di trovate, di giochi a volte cinici ma sempre seri e spesso pure divertenti. Colpisce e disturba, ma è bene essere disturbati su questi argomenti: non è un film per anime belle, ancor meno per anime belline. Le due coppie, volutamente esemplari, non sono fatte di cartapesta, da maschere che propagandano ognuna il suo mondo e il suo modo. Chi vive di pastorellerie arcadiche, di compleanni e di anniversari ne stia accuratamente lontano, chiederebbe indietro i soldi del biglietto o del DVD e non glieli restituirebbero. Chi crede che dietro alla parola amore, oltre alle menzogne che si spacciano, ci sia qualcosa di grande e terribile con cui è bene misurarsi, ci ragioni su, perché la storia estrema di Oscar e di Mimi non è generalmente la nostra, ma non è che la storia di Nigel e Fiona (prima della cura) sia il meglio degli obiettivi. Sono pensieri che vengono pensati, ma che generalmente non si dicono, meglio fare un viaggetto, occhio però a chi si incontra.
giovedì 22 novembre 2007
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2 commenti:
Grande, grandissimo film, che qualsiasi coppia avesse intenzione di sposarsi (e che qualsiasi coppia sposata che intendesse durare) dovrebbe vedere assolutamente. La Seigner è un angelo tenebroso, in questa luna mooolto di fiele. E Hugh Grant è molto più "noi" di quanto non sembri a prima vista.
PS Bellissima la scena del toast, non trovi Solimano?
Brian, proporremo ai parroci di usarlo per i corsi per fidanzati che ancora si tengono da qualche parte. O per nuovi corsi che con la proiezione gratuita di questo film avrebbero un appeal, con code per tutta la sagrestia. Perché dopo il film si potrebbe innescare un dibattito di cui non oso ipotizzare le conseguenze...
A parte questo, concordo con te, è meglio non girarci attorno, far finta di niente ottiene come risultato un rapporto di coppia cronicamente noioso.
saludos
Solimano
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