lunedì 6 ottobre 2008

Viale del tramonto

Sunset Blvd. di Billy Wilder (1950) Con Gloria Swanson, William Holden, Erich von Stroheim, Nancy Olson Musiche di Franz Waxman Fotografia di John F. Seitz (110 minuti) Rating Imdb: 8,7
Roby
Viale del tramonto è uno di quei film che -più di tanti altri- ti danno sensazioni diverse, a seconda delle diverse età in cui lo guardi; questo accade, in particolare, se sei uno spettatore di sesso femminile come me.
Lo vidi per la prima volta a 13 o 14 anni, naturalmente in TV, e all'epoca il personaggio di Norma Desmond, la mantide religiosa divoratrice di maschi, mi sembrò grottesco, ridicolo, imbarazzante. Era una donna anziana che viveva di ricordi, indossava occhiali scuri per nascondere le zampe di gallina intorno agli occhi e se la faceva con un bel ragazzo per illudersi di riacciuffare la gioventù perduta. Le scene in cui lei abbraccia e bacia il suo atletico gigolo mi apparivano patetiche: una donna così vecchia, pensavo, non dovrebbe più pensare a certe cose... cose che io, a quei tempi, conoscevo solo per sentito dire da amiche più attempate o più precoci di me.


Oggi, 5 ottobre 2008, consultando la scheda Imdb in rete ho trovato la data di nascita di Gloria Swanson (1899), in base alla quale ho dedotto che -quando il film fu girato- la famosa attrice era addirittura leggermente più giovane di quanto io sia adesso. E di colpo ho realizzato che anch'io uso sempre più spesso occhiali scuri, pure in assenza di sole a picco; e che sempre più spesso amo sfogliare mentalmente la mia collezione di ricordi, notevolmente arricchitasi in questo lasso di tempo... ma che non per questo mi sento patetica, o ridicola, o decrepita. Certo, a differenza di lei mantengo, almeno per ora, il solito, antiquato consorte mio coetaneo: non si può, d'altra parte, escludere che un nuovo affascinante William Holden venga a bussare per caso alla mia porta, nei prossimi giorni, inducendomi a mutare parere in proposito.


Viale del tramonto è anche una di quelle tipiche pellicole che, se non le vedi dall'inizio, perdi gran parte del senso della storia. La voce narrante, fin dalla prima inquadratura, è proprio quella di Holden /Joe Gillis, pacata e tranquilla quanto può essere solo quella di un morto . Lui, infatti, all'alba di un livido mattino hollywoodiano galleggia a faccia in giù nella piscina della villa di Gloria / Norma, appena assassinato da lei, folle di gelosia.
Era entrato in quella tenuta isolata solo pochi mesi prima, squattrinato sceneggiatore cinematografico inseguito dai creditori, e lì aveva incontrato Norma, diva del muto ormai sfiorita e dimenticata, perduta in un mondo tutto suo, sontuoso e illusorio, su cui veglia il fedele fac-totum Max / von Stroheim (in realtà ex-marito della donna).


Un po' appassita ma non ancora priva di desideri, la tenebrosa femme fatale degli albori del cinema non resta indifferente ai muscoli del giovanotto: il quale, del resto, naviga in così cattive acque da non disdegnare, dopo qualche schermaglia iniziale, di interpretare la parte dell'amante mantenuto



Così, malgrado un breve intermezzo sentimentale con la giovane e graziosa Betty / Nancy Olson, anagraficamente molto più adatta a lui, Joe si ritrova tra le braccia (chissà perchè mi verrebbe da scrivere "grinfie"?) di Norma, reduce da un teatrale tentativo di suicidio per amor (?) suo.


Poichè ( e questo ne è l'aspetto n°3) il film rappresenta anche un tipico esempio (forse uno dei primi) di cinema sul e/o nel cinema, non sarà fuori luogo inserire a questo punto una foto di scena, che vede la male assortita coppia "spiata" dall'occhio indiscreto della macchina da presa di Wilder, attorniato da una nutrita squadra di collaboratori guardoni.


Lo star-system che analizza e critica se stesso, il famoso regista che -si disse all'epoca- sputa nel piatto dove mangia. Una vicenda intricata e a tratti squallida (cosa ne verrebbe fuori, oggigiorno?) dove realtà e finzione scenica s'intrecciano fino a confondersi, o fino a coincidere. Un esempio? Gloria Swanson era stata diretta realmente da Erich von Stroheim, ed aveva avuto con lui a che dire nel corso del film La regina Kelly, rimasto incompiuto, che aveva segnato la fine della sua carriera nel muto. E' proprio uno spezzone della Regina Kelly quello che si vede nella scena della proiezione privata, mentre von Stroheim nel film è ridotto a silenzioso, adorante maggiordomo-autista: vendetta postuma della diva o semplice espediente della sceneggiatura?




E siamo all'epilogo. Il palcoscenico, qui, è tutto per la Swanson, eccezionale nella macabra parodia di vecchia star sopravvissuta a se stessa. La discesa della scala, tra due ali di giornalisti e poliziotti accorsi alla notizia del delitto, è di quelle da antologia: e non credo sinceramente che si possa dire di essere cinefili se non la si è vista almeno un paio di volte! E' talmente straordinaria nella sua tragicità da non necessitare di ulteriori spiegazioni, che risulterebbero -nel migliore dei casi- superflue. Per questo ve la lascio rimirare in pace, senza commenti in sottofondo... fino a quando Norma Desmond scompare alla vista, perchè completamente inghiottita dall'obiettivo che tanto ha amato.







PS: Un paio di curiosità: per il personaggio di Norma erano state precedentemente interpellate Mae West e Mary Pickford, mentre per quello di Joe erano in lizza Montgomery Clift e Marlon Brando. Cosa ne avreste pensato? La West non accettò ritenendosi troppo giovane per la parte, mentre la Pickford fece lo stesso perchè non furono ammesse alcune modifiche alla sceneggiatura volte a tutelare la sua immagine. Anche Clift rifiutò per motivi simili. Brando, invece, fu giudicato non abbastanza conosciuto per il ruolo...

5 commenti:

Solimano ha detto...

Alcune cose sono cambiate, rispetto al 1950. In meglio, non in peggio, anche se i giovani e i giovanissimi faticano a crederlo, perché spesso sono meno fantasiosi, curiosi e anche ... spiritosi, di chi ha vissuto una vita degna di essere chiamata vita.
L'esperienza della sessualità quando si hanno le zampe di gallina e i capelli radi è felicemente esistente, oggi, in molti uomini e in molte donne. Non per rimpianto, per ultimi fuochi, men che meno per timore della morte, che è solo il momento terminale della vita, come la nascita ne è il momento iniziale, punto e basta.
Quindi, sotto questo aspetto, il film è assolutamente datato. Ed è datato anche il moralismo: oggi siamo pieni di prezzemoline in caccia di danarosi e potenti, vogliamo concedere ai prezzemolini di essere parimenti in caccia di danarose e potenti? Ebbene sì, senza finire sparati e immersi, morti-parlanti, nella piscina.
Ma come, Norma Desmond si trova in casa Erich von Stroheim, e sceglie uno aspirante scrittorello che la fa tanto lunga, mezzo moralista mezzo cinico? Scelga il bagnino della piscina, sicuramente romperebbe di meno ed Erich von Stroheim chiuderebbe un occhio, avendo il suo personale daffare con la guardarobiera.
Ciò detto, Billy Wilder, nei film tragici è molto bravo, meglio che nei film comici, in cui aveva il complesso del grandissimo Lubitsch. Ogni mattina, davanti allo specchio, si diceva: "Perché non ho il Lubitsch touch?" Però un grande film, comico-tragico, Billy Wilder l'ha fatto: L'appartamento. Lubitsch, un film così non l'avrebbe fatto, non era nelle sue corde.

saludos y besos, Roby
Solimano

Giuliano ha detto...

E' un film che ho visto quando ero molto giovane, ma mi ricordo bene quell'inizio famoso, citatissimo, dove è il morto nella piscina che ci racconta la storia.
Ovviamente, è un film molto datato: e ha ragione Solimano a ricordare i cambiamenti sopravvenuti. Però, a pensarci bene, ne vengono di cose in testa...
Per esempio, ho conosciuto di persona (e in tv ne vedo tante) molte Glorie Swanson addirittura trentenni, identiche per atteggiamenti e paura di invecchiare.
E, pensando ai maschi, colpisce la volgarità di quasi tutti loro in queste situazioni: ed è questo il particolare che mi ha sempre reso poco credibile il film, perché Holden è troppo fine ed elegante.
Quanto a Stroheim e al suo personaggio, direi che qui siamo alla perfezione. Ed è senz'altro quello che è meno invecchiato: anche di questi "perpetui innamorati" ne ho conosciuto qualcuno.

Roby ha detto...

Forse il personaggio di Holden, pur abbastanza fine ed elegante come dice Giuliano, è in qualche modo davvero attratto dalla diva decaduta, perchè egli stesso -aspirante sceneggiatore- è immerso in quel mondo di celluloide che per lei è vita reale.

Roby ha detto...

II puntata (mi è partito il PUBBLICA per sbaglio):

Di Glorie e di Norme, è vero, se ne vedono diverse in giro, anche in versione maschile o addirittura trans (che diamine, siamo nel XXI secolo, vogliamo farci mancare qualcosa???). Riguardo al bagnino della piscina, Solimano, forse non era abbastanza romantico per la sognatrice Swanson... Che -tutto sommato- era un po' suonata, sì, ma -come la Pretty Woman di Julia Roberts- non si accontentava, e voleva LA FAVOLA!

Many kisses

Roby

Habanera ha detto...

Ho visto questo film in televisione ma è un ricordo così lontano nel tempo che della trama non ricordavo niente. Una scena però mi era rimasta impressa, quella famosissima del finale. Leggendo questo post mi è venuta voglia di rivederla e l'ho trovata su You Tube dove ho potuto rivedere anche la scena iniziale.
E adesso vorrei rivederlo tutto... chissà se esiste una versione in DVD.

Besos
H.