Solimano
In un giorno di fine inverno del 1943, Peppino Corradini (Aldo Fabrizi), pescivendolo in Campo de' fiori a Roma, prende un treno che va verso l'Abruzzo. Il suo problema, come dice il suo amico barbiere Aurelio (Peppino De Filippo), è che si è preso una scuffia per una giovane donna bionda, con gli occhi azzurri e dal modo di fare molto fine, che si chiama Elsa Bianchini (Caterina Boratto). Elide (Anna Magnani), fruttivendola in Campo de' Fiori, c'è rimasta molto male, perché aveva delle aspettative, ma la scuffia di Peppino è veramente forte, benché messa a dura prova negli ultimi giorni.
Infatti attualmente Elsa è in carcere, perché con la sua amica Olga (Olga Solbelli) ospitava alla sera dei giocatori d'azzardo, ma è arrivata la polizia e li ha messo dentro tutti, compresa Elsa che figurava come l'organizzatrice, mentre cercava solo di sbarcare il lunario. Peppino è andato a trovare Elsa che per giunta gli ha chiesto di andare dal suo bambino, Carletto (Cristiano Cristiani), che è ospitato provvisoriamente da una donna sull'Appennino. Così Peppino di trova a mandare giù due brutte notizie: la donna che appariva così eterea è in prigione; inoltre ha un figlio pur non essendo sposata.
Fatto sta che Peppino ha deciso di mandare giù anche queste novità. Sceso dal treno, si incammina con una valigia in cui ci sono cose necessarie a Carletto. La casa è fuori dal paese, in mezzo ad un bosco ed accanto scorre il torrente. Peppino comincia a vederla e scopre che c'è anche un asino, molti infatti lo utilizzavano per spostarsi o per trasportare cose pesanti. Poi, nel torrente, vede due anatre panciute che nuotano. In un recinto non grande, ci sono due maiali giovani ma già piuttosto grassi. Subito dopo una capra, non una capretta, una capra grande che gli passa vicinissimo. E non è ancora finita, c'è anche un bovino dalle ampie corna falcate.
Peppino vede che fra la paglia qualcosa si muove e si aspetta che sbuchi un altro animale, invece è proprio Carletto, il figlio di Elsa, che sta giocando.
Si avvicina una donna: è quella che accudisce Carletto. Peppino ha l'ultima sorpresa: la donna gli dice che le ha scritto Elsa dicendole di affidare il bambino alla persona che verrà e che il bambino deve andare a Roma accudito proprio da quella persona, cioè lui, Peppino. E così andrà, Peppino porterà Carletto a Roma in casa sua, e lo accudirà finché Elsa uscirà dal carcere. Ma le sorprese non finiranno qui, ci sono delle scuffie che si pagano a caro prezzo...
P.S. Il film è Campo de' fiori di Mario Bonnard (1943)
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3 commenti:
Ahò, belli li due maialetti! Sembra che parleno...
saludos
Giuliano
Tu pensa, Giuliano, nel 1943 Magnani e Fabrizi facevano un film del genere (che ha dei pregi, e ne parlerò) e solo due anni dopo facevano Roma città aperta!
In entrabi i casi, fra i nomi degli sceneggiatori ce n'è uno che farà poi un altro mestiere: Federico Fellini. La scena con gli animali è molto graziosa, credo che l'idea primaria sia stata di fare vedere che la paglia si muove e di sotto sbuca non un animale ma Carletto!
saludos
Solimano
Campo de' Fiori me lo ricordo, è un bel film: quando si dice che Fabrizi era un grande attore mica si scherza.
Qui si vede, è grandissimo, recita e non sembra recitare. Riesce solo ai grandi e ai grandissimi.
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