Elizabethtown, di Cameron Crowe (2005) Sceneggiatura di Cameron Crowe, Con Orlando Bloom, Kirsten Dunst, Susan Sarandon, Alec Baldwin, Bruce McGill, Judy Greer, Jessica Biel, Paul Schneider, Loudon Wainwright III, Gailard Sartain, Jed Rees, Paula Deen, Dan Biggers, Alice Marie Crowe, Tim Devitt Musica Nancy Wilson e autori vari Fotografia John Toll (123 minuti) Rating IMDb:6.4
Laura
Se avete appena fallito alla grande, se siete stati licenziati su due piedi, se avete fatto perdere milioni di euro all'azienda in cui lavorate e meditate il suicidio, aspettate ad ammazzarvi e guardatevi Elizabethtown. Per sorridere e ripensarci un'oretta si trova sempre.
Drew (Orlando Bloom) è un designer di scarpe ginniche e la sua creazione è "Spasmotika" : ben otto anni di lavoro, ricerca e bozzetti per una calzatura lanciata nel mercato mondiale con un clamore degno delle più celebrate marche del settore. Purtroppo le Spasmotika si rivelano uno spaventoso fallimento e Phil (Alec Baldwin), il plurimiliardario capo di Drew, lo licenzia.
Tempo una settimana, e il volto del ragazzo comparirà su tutte le copertine dei giornali americani come il simbolo del flop di tutti i tempi. Come dire, il funerale di una carriera. Ispirato, Drew medita seriamente di levarsi dalla faccia della Terra. Torna a casa e, da bravo creativo, inventa un modo fantasioso per suicidarsi che potrebbe essere brevettato, tanto è originale. Ma il cellulare inizia a squillare. Siamo seri, chi riuscirebbe ad ammazzarsi con il telefono che vibra e spara una canzone a tutto ritmo? Il giovane risponde e all'altro capo c'è sua sorella Heather (Judy Greer) a dargli una notizia terribile: il padre - Mitch (Tim Devitt) - è morto: un infarto nel Kentucky a casa dei parenti presso i quali era ospite ha azzerato il conto alla rovescia.
Drew rimanda il suo suicidio e va a prendere la salma. Vestito blu in spalla per il defunto, poche cose in valigia e parte. Durante il volo conosce Claire (Kirsten Dunst) un'hostess fuori da ogni schema: chiacchierona, espansiva, simpatica, carina, una insomma che non si vorrebbe mai incontrare quando hai tragedie in corso. Ma Drew è un tipo fin troppo razionale e la sopporta di buon grado con incredibile cortesia, anche perchè è l'unico passeggero dell'aereo (la compagnia sta per chiudere i battenti.) Claire ha disegnato per Drew una mappa per arrivare ad Elizabethtown senza perdersi visto che lui, una volta nel Kentucky, dovrà arrivarci in macchina. A questo punto c'è una bellissima scena: il giovane arriva alle porte del quartiere e il ragazzino in bici, il vecchio seduto fuori del bar, le signore a passeggio, tutti illustri sconosciuti insomma, gli indicano la direzione per arrivare alla casa dei parenti che lui non vede da molti anni senza che la chieda.
Ritrova volti di zii e cugini invecchiati, una marea di gente fiera del suo successo (e che ancora ne ignora la sorte) pronta ad organizzare un funerale che non si capisce bene se sia più festa in suo onore o per ricordare il caro estinto. Drew alloggia in un albergo e la camera che gli viene assegnata è al piano di Chuck e Cindy, due ragazzi che l'hanno affittato per sé e per gli amici in occasione della vigilia del loro matrimonio. Musica, palloncini, bottiglie di birra ovunque e gente che gira in mutande per i corridoi: Drew si chiude in camera sua e fa un giro di telefonate che... un girone dantesco a caso sarebbe da preferire.
La bella fidanzata lo molla, la sorella piange perché la madre Hollie(Susan Sarandon) è sull'orlo dell'esaurimento: vuole imparare a cucinare, a riparare il motore della macchina e si è iscritta a un corso di tip tap - dunque come dirle che tutti i parenti vogliono che la salma venga sotterrata nel lotto di famiglia e non cremata?- A Drew scoppia la testa, quando ecco accavallarsi alle telefonate in corso quella di Claire. La mette in attesa mentre palleggia con le altre due, salvo poi passare con lei ore e ore a chiacchierare di tutto mentre alla tv scorrono citazioni di film in b/n. Uno è sicuramente Vacanze romane (c'è la Hepburn principessa che piace tanto a Roby!), le altre non so (ma Solimano e Giuliano le riconoscerebbero al volo, altro che Il Musichiere!) Il film scorre leggero tra le improvvisate di Claire, le sue teorie sui nomi propri secondo cui di un Mitch ci si può fidare ma non di una che si chiama Ellen, e le genialate del chiassoso parentado. Lentamente, la questione funebre si sposta di lato per lasciare spazio alla storia che sta nascendo tra i due ragazzi. Scopriranno le carte, lui dirà a lei che tra breve tutto il mondo saprà della sua rovina e lei ammetterà quasi- che non esiste nessun fantastico attempato accademico di nome Ben nella sua vita di hostess-farfallina e che di fidanzati comunque, non ne vuole (in realtà ha una paura spaventosa d'impegnare il suo cuore.)
Il comico e il tragico, non si ride a crepapelle nè si cerca il fazzoletto. Certo è sdolcinato ma, ripeto, se state per ammazzarvi, un film così potrebbe suggerirvi ancora qualcosa. Cosa? Lasciatemi finire. Bloom ci mette il fisico, Kirsten Dunst interpreta un personaggio eccentrico ma amabile intorno al quale ruota tutto il film ( i suoi "click" scattati senza macchina fotografica, la scenetta che recita tutta da sola sottovoce mentre esce dalla camera di Drew che dorme - " rimani Claire, sei fantastica... " "No, non posso, devo andare, non insistere..." " Ti prego, non posso vivere senza di te..."-) e si può pur pensare anche a un carattere già visto al cinema, ma è spassosa e convincente. La Sarandon rifulge di suo in una manciata di minuti nella veglia funebre quando, nelle vesti di vedova impreparata, sale sul palco e inizia a raccontare la sua vita senza Mitch con una disarmante sincerità. La cucina, i motori, un corso per imparare a far ridere e il tip tap in cui si esibisce sulla musica di Moon River (ancora tracce di Audrey Hepburn, cara Roby!)
E poi c'è il viaggio di ritorno in macchina, catarsi di Drew in solitaria on the road e capolavoro di Claire che ha studiato per lui un itinerario originale e così cronometricamente preciso da far combaciare le tappe con i brani dei cd che lei gli ha confezionato su misura. Vedremo il Lorraine Hotel e M.L.King accompagnato da Pride degli U2, vedremo Drew sprofondare nel tedio mentre scopre la sua faccia sul Time con un titolo plumbeo musicato da L'eroe di Purcell (tracce di Purcell, Giuliano!), godersi intimamente lo strazio, abbracciarlo per poi abbandonarlo gradualmente -come suggerito dalla sua amica- ad Oklaoma City per recuperare i ricordi che ha di suo padre, della propria vita, dei piccoli successi di figlio, spargendo un po' delle ceneri prese dall'urna ad ogni sosta obbligata e regalare al genitore l'America (nel lotto di famiglia hanno seppellito il vestito blu). La fine dell' itinerario, con grande sorpresa, non porta Drew a casa bensì ad una fiera-mercato dove ancora su qualche banco vendono le sue Spasmotika.
Ancora convinti di ammazzarvi o forse vale la pena improvvisare un viaggio dalla coloratissima mappa? E se non è il viaggio, che ne dite di scoprire Purcell, scatenarvi con i Temptations, guardarvi Vacanze romane o, se siete maschietti, mettervi a cercare una come Claire? Ma forse siete più tipi da tip tap.
Comunque sia, lasciate stare la cyclette!
Melenso o no, Elizabethtown ricorda che da un clamoroso fallimento può sempre nascere una piccola fortuna, la ricerca indispensabile per far sì che ciò accada è cosa quotidiana anche se non ce ne accorgiamo. E' proprio spostando l'occhio dalla scarpa ginnica che doveva fare l'invidia di Mercurio, che Drew finalmente spicca il volo verso un nuovo giorno.
venerdì 15 febbraio 2008
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
8 commenti:
Il film non l'ho visto e non so cosa dire, ma mi sono nate dentro tre osservazioni che non so bene se abbiano a che fare con il film, ma comunque:
- Kirsten Dunst era più bellina da piccola, in Jumanji se non ricordo male.
- Vedendo Kirsten che cammina sulle ciabattine da doccia ho pensato a quella tizia che ho visto ieri al supermercato mentre spingeva il carrello con gli stivaloni e i tacchi a spillo da due millimetri di diametro per trenta centimetri d'altezza...Ogni passo che faceva, mi venivano su i brividi per la schiena, e non avevo nemmeno il telefonino in tasca per chiamare il pronto soccorso. (ma anche con le ciabattine si rischia grosso, per strada).
- E, soprattutto, leggendo la lista degli interpreti mi sono chiesto: chi è Loudon Wainwright III ???
Metto il film in lista d'attesa, Bloom e la Dunst sono sempre attori molto gradevoli.
Sai che ti dico, Laura? Quando un post è così gradevole da leggere aver visto o non aver visto il film è del tutto secondario. Io non l'ho visto, se mi capita lo vedrò senz'altro ma intanto, grazie a te, ho trascorso questi ultimi minuti in maniera piacevolissima.
Ti ringrazio e ti abbraccio
H.
Mi hanno colpito le immagini con l'urna cineraria. Buon segno, significa che la cultura americana sta esorcizzando il tema della morte, che è importante e che non si esorcizza né con la necrofilia né con l'eroe che si sacrifica etc etc. In un certo senso, sfotterlo può essere la strada migliore ed ho trovato notevole quello che fecero i fratelli Coen -che adesso si stanno un po' perdendo- ne Il grande Lebowski, uno dei loro film migliori. Dei tre amici, ne muore uno d'infarto. Gli altri due vanno in alto sul mare per disperdere le ceneri, come da disposizione del defunto, ma il vento soffia contro... e si ritrovano tutti e due impolverati con le ceneri del defunto. Mi immagino le reazioni interiori del pubblico della provincia americana. Questa scena, che trovo a suo modo liberatoria, deve essere stata come un pugno nello stomaco.
Sulla reazione alla sconfitta sul lavoro, c'è ancora molto da fare: prevale l'esserci se si è sfondato sul lavoro, al di là dei finali consolatori, che mi fanno venire in mente certi uomini politici che dopo la sconfitta dicono: "Penserò finalmente alla famiglia!" Ma non potevi pensarci prima? Il problema non si schioderà finché non ci si renderà conto della banalità dell'errore comune: appaltare la propria vita (e la propria considerazione di sé stessi) alle opinioni altrui. E' soltanto una modalità di controllo sociale di tipo pervasivo: lavoro, amicizie, affetti.
grazie Laura e saludos
Solimano
Non conosco questo film ma non importa, il post è deliziosamente "autosufficiente" e me lo sono proprio gustato.
Su Orlando Bloom: per me è orami indissolubilmente associato all'Elfo de Il Signore degli Anelli e al personaggio di cui non ricordo il nome della trilogia Pirates of the Caribbeans in coppia con il capitano Sparrow, il sempre strepitosissimo Johnny Depp in una delle sue interpretazioni più spassose (perchè Depp sa essere non solo trucido libertino o barbiere tagliagole, ma anche grande comico, quando decide di esserlo ;-)
Ma mi sto lasciando prendere la mano da Sparrow-Depp, perciò passo e chiudo.
Jumanji, Giuliano, ma anche quand'era la piccola Claudia in Intervista con il vampiro, alle prese con quei boccoli che le ricrescevano sempre...
Lasciamo stare le infradito (ma anche i tacchi a spillo da trenta) altrimenti ci stiamo le ore senza uscirne vivi.
Loudon Wainwright III recita la parte di uno zio di Drew. Ma non chiedermi chi sia, è un nome partorito da IMDb. Comunque sì, quei due sono gradevoli ma ti avverto, il film è per "addivanàti del dopo pranzo."
Habanera, ti abbraccio anch'io!
Solimano, Ah, se me la ricordo la scena ne Il grande Lebowsky! Pensa che quando ho visto Bloom che lanciava per aria questa cenere ho detto persino "e puff! il vento cambiò." Ma poi no, non succede.
Sfottere esorcizza tutto. Bisogna solo lasciare a casa la coda di paglia (ma è più facile tra singoli che per certe culture.)
Per il resto, al posto di Drew-Bloom avrei fatto spallucce. Il ragazzo ha una visione, ci lavora su giorno e notte, la traduce in scarpa ginnica e poi il mercato gli dà un votaccio. Pazienza, panta rei. Non si può vivere rimanendo imprigionati negli schemi solo perché gli altri se lo aspettano.
Gabrilù, tocchi un tasto... Depp-Sparrow... ehm...
Un caro saluto
Laura
La Dunst in questo film ha due occhi, due guancette e un sorriso luminosissimi, che mi sono rimasti dentro almeno per un paio di giorni. E' il tipo donna che bisognerebbe incontrare quando tutto crolla e il mondo ti molla.
Dear Brian, le ragazze così hanno due difetti: esistono solo nei film, e poi esistono solo per i Mr. Bloom...
Giuliano, è vero, ragazze così esistono solo nei film ma credo che con i Mr. Bloom dopo un po' si annoierebbero a morte. Senza contare che i Mr. Bloom in circolazione preferiscono donne capaci di attirare meno l'attenzione.
Un caro saluto
Laura
Posta un commento