giovedì 17 gennaio 2008

Roma nel cinema: Guardie e ladri (1)

Solimano
A parte certi professori tostissimi e comunque pochissimi, sfido qualsiasi persona a dirmi la differenza fra la Basilica Emilia e la Basilica Giulia, fra il Tempio del Divo Giulio e il Tempio della Concordia. Parlo naturalmente del Foro Romano. Tutti (o quasi) sanno che sta in basso tra il Palatino e il Campidoglio, magari diversi l'hanno visto da quella finestra sul retro del Palazzo del Campidoglio (vista che consiglio a tutti), e alcuni hanno il coraggio di dire: "Ecco l'Arco di Settimio Severo!" mentre altri non osano perché hanno paura di dire l'Arco sbagliato, quello di Tito o quello di Costantino. C'è perfino chi vede le tre colonne molto alte e se la tira alla grande dicendo che si tratta dei resti del Tempio dei Castori, ma per il resto nebbia. I motivi sono essenzialmente tre: i nomi sono tanti, gli edifici sono ridotti alla loro pianta sul terreno ed hanno continuato a costruirci sopra nei secoli: le chiese di San Lorenzo in Miranda, di Santa Maria Antiqua e di Santa Francesca Romana (la più recente, dove si sposarono Tyrone Power e Linda Christian) sono sorte su pietre molto più antiche e sono state modificate anche dopo la loro costruzione. Per cui servono guide e cartine, magari anche uno che spieghi a viva voce. Per aiutarvi, ho preso da Wikipedia una fotografia molto grande, l'ho ridotta un po' e la metto sopra il post: ha il pregio di riportare i nomi e si vede molto bene cliccandola. Ma veniamo a tempi più recenti rispetto alla Roma Repubblicana ed Imperiale.


Una mattina del 1951, sembra che nel foro romano non ci sia nessuno, salvo due persone, e si penserebbe che siano degli studiosi, ma proviamo a conoscerli meglio vedendoli più da vicino.
Si tratta di Ferdinando Esposito (Totò) e del suo socio in affari (Aldo Giuffrè), che stanno discutendo su un monetone antico, un sesterzio. Solo che il monetone è falso, e gli affari dei due sono quelli di due piccoli truffatori. Vediamo come agiscono.


Ne 1951, c'erano molte comitive in meno di quelle che ci sono adesso, capitava invece che ci fossero dei macchinoni di ricchi americani con autisti, proprio quello che stanno aspettando Esposito e il suo socio. Ecco che hanno avvistato la macchina ed ognuno dei due avrà un suo ruolo. Quindi si separano, ed Esposito rapidamente si toglie l'impermeabile e si mette un berretto da guida, e comincia la spiega a Mister Locuzzo (Willian Tubbs), evidentemente un italo-americano che ha fatto i soldi, con moglie al fianco che non legge più la guida turistica, tanto c'è Esposito. Mister Locuzzo ha un magnifico cappotto a quadrettoni che deve fare piuttosto caldo, con una cintura che sottolinea l'imponenza della sua figura ed anche una macchina fotografica di quelle che allora solo pochi potevano permettersi: è insomma il cliente ideale per i due compari.


Esposito, oltre ad illustrare i monumenti, si guarda in giro e casualmente vede qualcosa fra il pietrame del terreno: si tratta di un sesterzio dell'antica Roma! E' quello che i due maneggiavano pochi minuti prima, ma Mister Locuzzo non lo sa e tenta il colpo: prendersi il sesterzio in cambio di un po' di dollari alla guida che ha fatto il ritrovamento. Però Esposito è uno serio, dice a Locuzzo che bisogna stare attenti perché ci sono dei falsi in giro. Casualmente un professore che passava di lì (è il socio di Esposito) esamina accuratamente il sesterzio e ne dichiara l'autenticità ed assicura l'alto valore, ben diverso dai tanti falsi in circolazione. Affare fatto: sesterzio contro dollari. E' contento Esposito per le ragioni cha sappiamo, ma Mister Locuzzo è ancora più contento, già si vede di ritorno negli States a raccontare a parenti ed amici di quella volta che per quattro soldi dati ad un morto di fame è ritornato con un prezioso sesterzio.


Ognuno va per i fatti suoi solo che l'americano incontra uno con l'impermeabile scuro che è un vero e proprio spione, perché prima ha visto il giro fra Esposito ed il socio, e Locuzzo, la moglie e l'autista ascoltano trasecolati le nefandezze commesse a loro danno.
Nel frattempo Esposito ed il socio di dividono il bottino, cioè i dollari dell'americano. Dapprima sono tranquilli, ma poi vedono che il gruppo americano si sta avvicinando minaccioso e decidono di andarsene rapidamente dal Foro Romano, il loro campo di azione. Li si vede di spalle allontanarsi in tutta fretta verso il Campidoglio, che sta lì in alto. Esposito, al posto del berretto da guida che non gli serve più, si è rimesso il cappello che aveva prima. Ma la cosa non finirà qui, nel film Guardie e ladri ci saranno successivi sviluppi di cui vi renderò edotti fra un po' di tempo, intanto ci siamo rivisti un po' di Foro Romano.

4 commenti:

Giuliano ha detto...

Ehilà, questa sì che una Guida con la G maiuscola!!
Bel colpo, n.301.
saludos
Giuliano

Roby ha detto...

Solimano, tu non sai, non immagini neanche che regalo mi hai fatto, pubblicando quella me-ra-vi-glio-sa foto/guida del Foro romano!!!! Finora riconoscevo solo il tempio dei Càstori... La porterò meco nel mio prossimo viaggio all'Urbe.

Roby

PS: e stasera interpellerò il consorte-consulente circa la marca della macchina fotografica che l'americano porta al collo.... si divertirà un sacco!!!

Anonimo ha detto...

Non solo squisita guida cinematografica, ma anche eccellente guida turistica, più esperto di un romano de' Roma! Complimenti! Annarita

Solimano ha detto...

Mi sto divertendo, con Roma nel cinema, questo è il quinto post. I film ci sarebbero, il problema sono le immagini, perché ci vogliono immagini proprio mirate ai posti, evitando le immagini puramente turistivhe, in cui l'ambientazione a Rimaè farlocca. Ma sarebbe bello farlo non solo per gli esterni, ma anche per certi interni che sicuramente ci sono. Invece di fare certe cacchiate per TV, potrebbero fare un film-documento in alcune puntate non solo per Roma e Venezia, ma anche per Milano, Firenze, Napoli. Si sente, nelle immagini, quando l'ambientazione è sentita, e capita anche per certe periferie. Una scnografia messa a disposizione dalla storia ed anche dalla cronaca. Ma Roma va girata non solo in lungo e in largo, ma anche sopra e sotto, non solo per le catacombe: consiglio a tutti una visita accurata ed approfondita ad una chiesa fra l'altro in una bellissima zona, la chiesa di San Clemente.

saludos
Solimano