mercoledì 16 gennaio 2008

Come uccidere vostra moglie

How to Murder Your Wife, di Richard Quine (1965) Sceneggiatura di George Axelrod Con Jack Lemmon, Virna Lisi, Terry-Thomas, Eddie Mayehoff, Claire Trevor, Sydney Blackmer, Max Showalter, Jack Albertson, Mary Wickes Musica: Neal Hefti Fotografia: Harry Stradling Sr. (118 minuti) Rating IMDb: 6.5
Solimano
Fra i motivi per parlare di questo film ce n'è uno prevalente, a cui tengo storicamente in modo particolare. E' un motivo che ha un nome ed un cognome: Virna Lisi. Eh sì! Il tormentone "con quella bocca può dire ciò che vuole" infierì per anni sui giovani e sui meno giovani di allora, e non dispiaceva nemmeno alle donne, quindi non fu un vero e proprio tormentone, cioè qualcosa che infine stufa; eravamo a bocca aperta e non per sbadigliare, salvo permetterci qualche battuta quando però il Carosello era finito: prima, tutti attenti in attesa della frase e del sorriso lisiesco alla fine. Non era un sorriso smagliante, men che meno torbido (figuriamoci!), era lievemente ammiccante, questo sì, ma non foriero di cattivi pensieri se non quelli invidi rivolti al fortunato che se la sarebbe sposata, una così bella (compreso il neo vicino al labbro, do you remember?) e così palesemente brava ragazza.

Nei dieci minuti di Carosello c'erano quattro sketch gestiti benissimo. E' vero che non c'era l'alternativa dello zapping da un canale all'altro, ma Carosello era più seguito del Telegiornale che lo precedeva e del programma di prima serata che lo seguiva.
Gli attori più noti dissero che mai e poi mai avrebbero fatto la pubblicità, ma tutti, uno alla volta, cedettero, certamente per soldi, ma avevano capito che un buon Carosello era più di aiuto che d'inciampo nella carriera. La cosa più buffa fu che non sapevamo i nomi dei registi degli sketch: un segreto difeso per anni, finché risultò che tanti registi noti c'erano di mezzo, compreso Federico Fellini, per chi non lo sapesse.
Se poi, oltre a Carosello, c'era una presenza assidua nei teleromanzi (poi chiamati romanzi sceneggiati), il cinema era la conseguenza inevitabile. Virna Lisi partecipò a sceneggiati famosi, che fecero piangere, commuovere, infine sorridere tutto il paese, fra cui Il caso Mauritius, Orgoglio e Pregiudizio, Cenerentola: si poteva lasciarla seduta sulla cenere, una così? Il cinema, che cominciò sedicenne in "E Napoli canta", non le dette le soddisfazioni dei teleromanzi e di Carosello, ma fino al 1970 di film ne fece tanti, riprendendo poi dopo 1980 una seconda carriera che dura tuttora, perché ha saputo reggere al passare degli anni.

Per fare questo film fu chiamata ad Hollywood dove vollero appiopparle una parte che non era la sua, quella della bionda svampita. Ci poteva credere solo uno che l'avesse vista in fotografia, ma palesamente era un ruolo che non sentiva, anche se alcuni critici cattivi dissero che era fredda e che non sapeva recitare. Dopo due o tre anni rinunciò e tornò in Italia, non perchè non avesse opportunità, ma ad Hollywood non ci si trovava. Alcuni ruoli importanti che ebbe dopo il 1980 dimostrarono che sapeva recitare, anche se sarebbe bastata la bellissima parte che fece in Signore e Signori, uno dei film migliori di Pietro Germi chissà perché desaparecido (che sia più tollerabile dir male della Sicilia che di Treviso?). Ma in un modo o nell'altro prima o poi lo ritrovo.

In Come uccidere vostra moglie lavora con Richard Quine, un regista artigiano che non ha fatto nessun film importante, ma c'è un ottimo sceneggiatore come George Axelrod e un cast molto buono: Jack Lemmon, in primis, ma anche Mayehoff, Terry-Thomas, che tutti ricordano per gli incisivi disgiunti, ma che era bravissimo, e Claire Trevor, che ho rivisto con piacere ed a cui sono affezionato per la grande parte di Dallas in Ombre rosse. Qui fa bene la brillante.
La storia è quella di Stanley (Jack Lemmon), un disegnatore di fumetti con largo successo popolare che si ritrova sposato una mattina dopo una notte in cui ha bevuto troppo. Era ad una cena di scapoli per festeggiare l'imminente matrimonio di uno di loro, qundo dalla torta è sbucata in bikini Virna Lisi, una greca (chissà perché) appena giunta negli States. Così al mattino sono insieme nel letto a casa di Stanley, però con la fede al dito. Il primo a ribellarsi è il cameriere (Therry-Thomas) che poi se ne va. Stanley crede che si possa risolvere tutto con un viaggio di divorzio a Las Vegas, ma la sua fresca moglie non ci sente da quell'orecchio -anche perché parla solo in greco- e lui non sa che fare, non è più libero, ingrassa, perché lei fa da mangiare meglio del cameriere, non viene più invitato dalla comitiva di amici e comincia ad avere dei problemi col lavoro nei fumetti, perché l'eroe (che sotto sotto sarebbe lui) gli cambia sotto la matita. Stanley cerca di stare alla larga da casa e soprattutto dal letto, perché lì dimentica le buone intenzioni di divorziare, e riesce ad avere un po' di respiro al club di soli uomini in cui le donne non hanno diritto di accesso.
Ma Virna non ci sta, entra nel club in cui nessuna donna aveva mai messo piede: scandalo generale, Stanley è espulso dal club ed ipotizza un piano per eliminare la moglie, più da disegnatore di fumetti che da assassinio premeditato. Ma per una serie di concause, si trova ad essere processato in tribunale perché la moglie è sparita, nessuno sa dove sia e molti indizi portano a sospettare di lui.
Qui c'è una scena che dura dieci minuti, che certe femministe ancora oggi, dopo quarant'anni, non la manderebbero giù. Stanley, vistosi quasi perso, assume la propria difesa, interroga il suo avvocato Harold Lampson (Eddie Mayehoff) dopo aver segnato un cerchietto col gesso sul bancone ed avergli detto che lui può schiacciare quel pulsante (il cerchietto) facendo sparire sua moglie Edna (Claire Trevor). Descrivendo gli inconvenienti del matrimonio Stanley porta pian piano Harold a schiacciare il cerchietto, fra le urla della moglie Edna che non ci sta a sparire, sia pure solo virtualmente. La giuria è composta solo di uomini, per giunta tutti sposati, ed assolve Stanley non perché ritiene che non abbia ucciso la moglie, ma perché ha fatto bene a schiacciare il cerchietto, lo avrebbero fatto tutti.

Finirà naturalmente che Virna Lisi riappare (se n'era andata sentendosi non amata), la pace la fanno in un modo intuibile, mentre in cucina la madre di Virna fa conoscenza con Terry-Thomas, il cameriere, e fra i due si avverte che scoppia la scintilla, strano, perché per tutto il film avevo pensato il cameriere come orientato in un altro modo. Il film è scombinato, ne è incredibile lo svolgimento, ma la scenggiatura è vivacissima e gli attori bravi, con Jack Lemmon che palesamente si diverte. Poi c'è Virna Lisi al massimo della bellezza, sempre con quell'aria a posto anche quando non è molto vestita. Non poteva, proprio non poteva, per la contraddizion che nol consente, succedere a Marilyn Monroe, come era l'idea dei produttori. Non per mancanza di qualità, ma per le troppe qualità di quelli che vanno bene nella vita reale, non sullo schermo. Negli anni, Virna Lisi ha fatto poi anche parti drammatiche e dure, ne La cicala di Alberto Lattuada e ne La regina Margot di Patrice Chéreau. L'ho rivista ne Il più bel giorno della mia vita (2002), un film apprezzabile di Cristina Comencini. So che fa della televisone, ma io la televisione non la guardo quasi mai... a meno che... a meno che... non si decidano finalmente a fare uno special su Carosello. Mollerei qualsiasi impegno perché Virna "con quella bocca può dire ciò che vuole" altro che tormentone!
P.S. Questo è il mio post numero 300, ma Giuliano non molla, è dura, con uno così... (s)

4 commenti:

Giuliano ha detto...

Ecco: Virna Lisi e Sylva Koscina le uso come spiegazione per quelli che non capiscono come mai quando vedo Marilyn Monroe dico sempre "sì, ma insomma..."
(anche come attrici, intendo: forse Virna Lisi era troppo fine ed intelligente per la media di Hollywood...)

Solimano ha detto...

Come hai ragione, Giuliano! Prima o poi riusciremo a scrivere un post su Silva Koscina, che era bella, intelligente, pure spiritosa.
Forse mal condotta o solo sfortunata, fatto sta che in diversi film in cui fa parti magari piccole e riduttive, quando c'è lei il film diventa più fresco, e non solo perché è bella e poco vestita. Un'altra cosa: queste avevano caratteristiche diverse l'una dall'altra, adesso sembrano tutte identiche. Sarà perché al massimo entro i ventitré anni di età si sottopongono alle cialtronerie siliconiche, ma soprattutto per mancanza di talento, quello individuo, particolare, inconfondibile, quello che non si cancella con l'età. Ma tanto è un va e vieni, fra un po' se ne accorgeranno.

saludos
Solimano

Giuliano ha detto...

Ne approfitto e faccio un piccolo elenco: Liv Ullmann (nei film di Bergman), Meryl Streep (Il cacciatore, Kramer contro Kramer, La donna del tenente francese...), Greta Scacchi (bravissima e con poca fortuna dopo un ottimo inizio, come Virna Lisi)...
E per adesso mi fermo, non senza un pensiero ad Ottavia Piccolo.
PS: mi stanno rovinando anche Scarlett Johansson, mi vien da piangere...

Roby ha detto...

A parte Audrey Hepburn, se dovessi scegliere di trasformarmi in un'attrice famosa opterei senz'altro per Virna Lisi: professionalità, talento, classe... e un fascino tuttora inalterato (l'avete vista in tv in "Caterina e le sue figlie"?)

Roby