lunedì 28 gennaio 2008

La moda nel cinema: Blowup

Solimano
In quel giorno del 1966 Thomas (David Hemmings) si sveglia piuttosto presto, è anzi da vedere se la notte abbia dormito, visto che l'ha passata in un dormitorio pubblico. Di prima mattina, com'è d'uso, tutti sono costretti a sloggiare rapidamente, in modo che gli inservienti possano risistemare i letti per gli arrivi della sera; se vogliono chiacchierare fra di loro, lo facciano per strada, e così fa Thomas, che desidera conoscere meglio il milieu.


In quel momento del film non abbiamo ancora capito che cosa faccia Thomas, e resteremo poi spiazzati perché lo vediamo salire in una Rolls Royce palesemente sua. Ci accorgiamo successivamente che Thomas fa il fotografo; guadagna molto con la moda, ma solo a metà del film scopriremo perché Thomas ha passato la notte al dormitorio pubblico: lui disprezza un po' il suo modo di fare i soldi e vorrebbe continuare a fare quel mestiere con fotografie d'altro tipo, più sociale che artistico, tipo le fotografie agli ospiti dei dormitori. Le mostrerà con molta soddisfazione ad un suo amico che è in affari con lui, probabilmente è uno che l'aiuta a pubblicare i libri di quelle fotografie a cui tiene in modo particolare. Come tiene alle foto derivanti da curiosità casuale, come quelle che scatta alla coppia nel parco -lei giovane, lui anziano- episodio che diverrà il filo conduttore del film.

Però Thomas non può rinunciare alla vacca da mungere ed ha scelto una strada giusta: fare il lavoro di fotografo di moda con efficienza scarna e organizzata. Per questo ha un suo piccolo staff, che gli scandisce gli appuntamenti e soprattutto fa sì che non ci siano tempi morti: lui non può attendere le modelle, sono loro che devono attendere lui. Salvo il caso particolare di Verushka (Veruschka von Lehndorff): è una modella famosa e c'è del personale nel rapporto con Thomas. Ma quando lui arriva allo studio, le altre cinque midelle sono lì che sbuffano (senza farsene accorgere però): le fa aspettare e non lo possono vedere perché le tratta come se fossero oggetti, che lui sposta come vuole e guai se si muovono per conto loro. Tutto si svolge con rapidità: prima alcune foto di gruppo, utilizzando in modi diversi dei pannelli di vetro, poi delle foto individuali, infine dei primi piani. Thomas trova anche il modo di sfottere la stanchezza delle modelle facendo loro tenere gli occhi chiusi, come se dormissero in piedi, cosa che probabilmente pensa che facciano di norma nella vita. Qui Antonioni ci mette del suo, in modo ironico: i vestiti che indossano le modelle non sono i vestiti con cui andavano in giro le donne nella Londra di allora, basta guardare in confronto la segretaria efficiente di Thomas, poi Jane (Vanessa Redgrave), la donna fotografata nel parco che cercherà di recuperare le fotografie, infine Patricia (Sarah Miles) la moglie di Thomas.
Le modelle vestono con il lusso eccentrico e sgargiante che serve come esca nelle sfilate (le cose non sono cambiate per nulla da allora ad oggi) ed anche le capigliature ed il trucco del viso indica che non si tratta di vita reale ma di una recita necessaria. La controprova è in uno degli episodi più felici del film, che è diventato famoso soprattutto perché ha aperto uno spazio che non c'era nel campo dell'erotismo (anche dei guardoni, ma per tutti): la biondina e la brunetta (Jane Birkin e Gillian Hills), due ragazze che vorrebbero farsi strada nel mondo della moda e che per questo fanno il filo a Thomas in tutti i modi, inseguendolo anche quando parte sulla Rolls Royce. Sono disposte a tutto e curiosissime, però guardiamole un po' scrostando il mito pluridecennale che si è creato attorno a queste due, più ingenue che scatenate. Indossano due vestitucci da poco, non possono permettersene altri, e si tufferanno fra le grucce dei vestiti (che non sono fra l'altro quelli veramente costosi) cominciando a provarseli uno via l'altro. Ma la Londra di allora è rappresentata dal loro abbigliamento, comprese quelle calze ì buffe e colorate. Però Antonioni, oltre all'ironia in questo caso di tipo un più allegro che grottesco, non dimenticava la sua cultura letteraria ed artistica: il profilo di una delle modelle mi richiama da sempre il profilo della giovane dipinta da Antonio del Pollaiuolo un po' prima del 1470. Il quadro è al Museo Poldi Pezzoli di Milano, ed una minoranza di critici sostiene che è stato eseguito da Domenico Veneziano, il maestro di Piero della Francesca. In ogni caso, un'opera di piccole dimensioni e di qualità altissima, che del Poldi Pezzoli è diventata il simbolo.

2 commenti:

Giuliano ha detto...

David Hemmings da bambino era cantante, e collaborava con Benjamin Britten, uno dei maggiori musicisti inglesi (e non solo inglesi) di tutti i tempi.
Per chi fosse curioso, la sua voce la si ascolta nel "Giro di vite" di Britten, un'opera di fantasmi tratta dal romanzo di Henry James (l'edizione discografica diretta da Britten).

Anonimo ha detto...

Che lusso, questo post! Antonioni da lassù (o da laggiù, o da là in mezzo, non importa) se lo sta leggendo e godendo senz'altro.