sabato 11 aprile 2009

Racconti incantati

Bedtime Stories, di Adam Shankman (2008) Storia e sceneggiatura di Matt Lopez, Tim Herlihy Con Adam Sandler, Keri Russell, Guy Pearce, Russell Brand, Richard Griffiths, Teresa Palmer, Lucy Lawless, Courteney Cox, Jonathan Morgan Heit, Laura Ann Kesling, Jonathan Pryce, Nick Swardson, Kathryn Joosten, Allen Covert, Carmen Electra Fotografia: Michael Barrett Musica: Rupert Gregson-Williams (99 minuti) Rating IMDb: 6.2

Annarita

Skeeter Bronson è un gran bravo ragazzo.
Lo conosciamo da piccolo, tenerissimo nella sua divisa da perfetto fattorino, mentre aiuta il padre Marty ad accogliere i clienti nel modesto ma accogliente motel a gestione familiare, sotto lo sguardo ironico e sufficiente della sorella maggiore, la saccente Wendy.
Marty è un ottimo padre, racconta ogni sera al figlio strepitose storie della buonanotte, ma un pessimo amministratore e i conti in rosso lo costringono a svendere l'attività al bieco Barry Nottingham, (sì, come lo sceriffo delle avventure di Robin Hood) che si propone come suo salvatore e oltretutto gli garantisce un futuro posto di capo del personale per il piccolo e promettente Skeeter.

Inutile dirvi che niente di ciò avviene, infatti a distanza di tanti anni l'oramai ricco e sempre più grasso Nottingham, ossessionato dai germi al punto di evitare ogni contatto fisico, non nasconde la sua simpatia per il viscido Kendall, fidanzato della figlia Violet (una specie di Paris Hilton perennemente inseguita dai paparazzi in ogni sua uscita) e il nostro eroe, che lavora nel mega-galattico albergo da anni, sembra destinato a restare un semplice tuttofare, osteggiato dalla perfida Aspen, in combutta con Kendall, e spalleggiato dal buffo e tenero collega Mickey.



Come se tutto ciò non bastasse a rendere piatta e insoddisfacente la vita del nostro Skeeter, ecco ricomparire all'orizzonte Wendy, che gli chiede aiuto per accudire i figli Patrick e Bobbi in vista di un suo viaggio di lavoro. Skeeter non vede la sorella da quando è stata lasciata dal marito almeno quattro anni prima, stenta a riconoscere i nipoti e cerca di defilarsi, ma lei gli rivela di trovarsi in grossi guai: la scuola in cui è preside sta per essere chiusa e abbattuta e la sua unica speranza è un colloquio di lavoro in Arizona. Skeeter è buono e non se la sente di lasciare Wendy nei guai, le chiede solo di ammettere che lui è un drago e lei una secchiona. Wendy ripete ironicamente la frase in forma di domanda, ma al buon vecchio Skeeter tanto basta.

Skeeter: Okay, I'll do it. But you gotta say ''Skeeter's the coolest, I'm the nerd''.
Wendy: Skeeter's the coolest, I'm the nerd?
Skeeter Bronson: Yeah you are!


Fa la conoscenza di Jill, che insegna nella scuola di Wendy e si occuperà dei bambini di giorno.

L'esordio non è incoraggiante, non va d'accordo con Jill e scopre con orrore che i bambini mangiano solo cibi salutistici e in casa non c'è il televisore.


L'unica speranza per intrattenerli la sera è provare a raccontare le storie della buonanotte come faceva suo padre Marty con lui.

Piano piano il ghiaccio si scioglie, i bambini trovano buffe e interessanti le storie dello zie Skeeter, che diventa amico anche del grasso Pallocchio, il porcellino d'India così chiamato per via dei suoi enormi occhioni, (che mi hanno fatto pensare allo sguardo tenero del Gatto con gli Stivali in Shrek).



Patrick e Bobbi si divertono a integrare i racconti dello zio con improbabili particolari e assurdi colpi di scena, e Skeeter non tarda ad accorgersi di una cosa straordinaria: ciò che i suoi nipoti inventano nelle storie, poi si avvera.


Naturalmente non è così, è solo la predisposizione di Skeeter a vedere le cose e ad interpretarle in un certo modo a creare la paradossale situazione, ma intanto si convince che potrà migliorare la propria vita inducendo i ragazzi a introdurre nuovo particolari che lo riguardino.
Inizia così un fuoco di fila di bizzarrie, mentre Skeeter di volta in volta vive le propri avventure nell'antica Roma, nel Far West, nel Medio Evo e nello spazio, circondato dai protagonisti della sua vita reale.




Per un puro colpo di fortuna, che Skeeter non esita invece ad attribuire all'abilità dei bambini, il bieco Nottingham gli offre la possibilità di gareggiare con Kendall nella presentazione di un progetto per il nuovo incredibile hotel che sarà costruito, il più fantastico della catena Nottingham.

Finalmente sembra che la fortuna sia dalla parte di Skeeter, che riesce a battere l'odiato Kendall in combutta con la solita Aspen, salvo poi scoprire che l'area sulla quale sarà costruito l'albergo è proprio quella su cui sorge la scuola di Patrick e Bobbi.
Ma anche in questo caso Skeeter riesce a risolvere tutto nel migliore dei modi.

Non si può dire che questo film faccia gridare al miracolo per l'originalità. Anzi, è un po' ripetitivo nello schema speculare tra favola e realtà, ma ha il pregio di essere pulito e fresco, i personaggi sono volutamente sopra le righe e il messaggio di fondo è chiaro: mai abbandonare i propri sogni e le proprie speranze, lottare sempre con tutte le proprie forze perché si avverino.
È un film in pieno stile Disney, la classica favola in cui l'eroe affronta le più diverse peripezie che lo condurranno al lieto fine, una piacevole storia da vedere tutti insieme, grandi e piccoli, facendo il tifo per il buon Skeeter che in fondo è una parte di molti di noi, con il suo amore per la fantasia e la consapevolezza dell'importanza delle favole nella nostra vita, per conservare la parte innocente che custodiamo nel cuore.

Un cenno a parte merita il gustoso personaggio di Pallocchio (Bugsy in lingua originale), cinserito nel contesto del film con la tecnica della grafica computerizzata, che partecipa agli eventi con smorfie e versetti che mandano in visibilio i bambini.
Secondo me fa il paio con il buffo e surreale Mickey, il collega di Skeeter, affetto da una stranissima malattia, il panico da sonno, che lo fa strillare mentre dorme, nei momenti più impensati.
Queste battute di Mickey rivolte a Pallocchio possono rendere l'idea.
Mickey: I can't read.
[Buggsy laughingly squeaks at him]
Mickey: Shut up, Buggsy. Yeah? I got opposable thumbs. How do you feel about that?
[Buggsy stops]

In conclusione, si può dire con Marty Bronson: Your fun is only limited by your imagination.
Qui il sito italiano del film.


Qui una video intervista sul film

3 commenti:

Solimano ha detto...

Ecco Annarita, questo è il tipo di film che io guardo raramente... ma sono in netta minoranza... ho appena guardato le Richieste per pagina sul contatore, e in pochi giorni è già fra i primi del mese di aprile. Ho il sospetto che siano più i genitori che i piccoli...

grazie Annarita e saludos
Solimano

giulia ha detto...

Questo sono i film che io guardo per rilassarmi. Questo in particolare non l'ho visto, ma provvederò, anzi se ne hai altri da consigliare li aspetto. In questo periodo ne ho bisogno...Grazie e baci

Giulia

Barbara Cerquetti ha detto...

Avevo scritto un racconto per bamnbini e mi sembrava bellissimo. Anche nel mio i personaggi delle favole venivano fuori dai libri.
Poi sono usciti Inkheart e adesso questo qua.
Mi sto demoralizzando...

p.s. però Adam Sendler mi sta troppo simpatico