sabato 11 aprile 2009

I luoghi nel cinema: La scuola

La scuola di Daniele Luchetti (1995) Dai libri "Ex catedra", "Fuori registro" e "Sotto banco" di Domenico Starnone, Sceneggiatura di Daniele Luchetti, Sandro Petraglia, Stefano Rolli, Domenico Starnone Con Silvio Orlando, Anna Galiena, Fabrizio Bentivoglio, Antonio Petrocelli, Anita Zagaria, Mario Prosperi, Anita Laurenzi, Enrica Maria Modugno Musica: Bill Frisell, Fotografia: Alessio Gelsini Torresi (104 minuti) Rating IMDb: 6.7

Solimano

Durante l'ultimo giorno di scuola, il professor Vivaldi (Silvio Orlando), che insegna italiano e storia, ripensa a quello che è successo durante tutto l'anno scolastico. Lo fa soprattutto per capire il suo rapporto con la professoressa di matematica Majello (Anna Galiena) di cui da tempo è innamorato.
Cosa è successo, ad esempio, durante la gita scolastica a Verona?
Nell'immagine di apertura, si vede una scolaresca che sta camminando sul Lungadige nei pressi del Ponte di Castelvecchio. Davanti, come succede quasi sempre in queste gite, c'è il solito professore che conciona, si agita, cerca di fare in modo che le cose vadano bene. Che sant'uomo, ma che tormento!

Quel professore è naturalmente Vivaldi. Lo seguono, un po' intruppati un po' no, gli studenti e gli altri professori. Ognuno pensa ai fatti suoi ed alla sua compagnia, ma che Vivaldi faccia così fa comodo a tutti: più o meno finisce che le cose funzionano senza che tutto vada in vacca. Così succede spesso nelle gite scolastiche, che teoricamente dovrebbero essere gite culturali, ma che si trasformano in due giorni giorni di libertà lievemente licenziosa per professori e studenti, con spiacevoli discussioni con albergatori e proprietari di ristoranti e misteriose sparizioni di coppiette di professori e studenti (con successive riapparizioni).


La successione dei ricordi di Vivaldi non è strettamente cronologica. Gli viene in mente l'interno dell'Arena, col gruppo degli studenti sperduto in quello spazio vastissimo. L'Arena cambia completamente aspetto durante l'estate, quando comincia la Stagione Lirica, fonte di guadagno per mezza Verona. Almeno un anno su due nel cartellone c'è l'Aida, che è l'opera più apprezzata da questi turisti che ancor prima che alla musica, guardano le masse, le coreografie, compresi loro stessi con le candele accese. Per i tedeschi, in particolare, l'abbinamento del lago di Garda con l'Arena di Verona è irresitibile, e si passano l'un l'altro l'informazione più importante: dotarsi di cuscino a pagamento all'ingresso, perché star seduti per quattro atti su quegli storici pietroni diventa una sofferenza. Lo confesso: non essendomi dotato di cuscino, dopo due atti mollai e me ne andai a spasso per Piazza Bra.




Vivaldi ricorda soprattutto quello che successe appena fuori dall'Arena (difatti sullo sfondo si vede il Palazzo della Gran Guardia). La doppia fotografia, fatta dagli studenti ai professori. In una la Majello e la Lugo (Enrica Maria Modugno) baciano sulle guance lui, ma nell'altra baciano quell'antipatico del professor Sperone (Fabrizio Bentivoglio) e si vede come è poco contento Vivaldi. Ma le fotografie in realtà non sono state fatte. Fu uno scherzo degli studenti ai professori: li fecero mettere in posa, facendo finta di scattare e mostrando alla fine che non avevano fotografato un bel niente.


Infine Vivaldi si ricorda la passeggiata sul Ponte di Castelvecchio, con la Majello in mezzo a loro due, Sperone e Vivaldi. Dall'abbigliamento si capiscono i caratteri. In una giornata ancora un po' fredda, l'ingessatissimo Sperone indossa l'impermeabile, Vivaldi è vestito casual, ma casualmente (questo è il suo problema), Majello, da signora professoressa però ancora con voglie di essere ragazzina, come attesta la lunghezza della gonna e il bel rosso del tre quarti. Vivaldi sta facendo un regaluccio a Majello. Ma lei, lo ha gradito oppure no? Alla fine di quell'ultimo giorno di scuola Vivaldi capirà, e ciò sarà materia di un ultimo post su questo film.

P.S. Verona è fra le più belle città in assoluto. Ci ho vissuto due anni. E' bella e sorprendente, perché a Verona, oltre all'Arena ed a Castelvecchio, ci sono meraviglie quasi sconosciute e indimenticabili. Alcune del tutto uniche, che non si trovano da nessuna altra parte. Prima o poi ne scriverò, appena avrò le immagini adeguate (cosa non facile, non è vero che in rete si trova tutto). Oggi mi contento di mettere tre immagini d'epoca che riguardano l'Arena, il Ponte di Castelvecchio e l'Adige, che per periodi brevi è ricco d'acque. Il centro storico di Verona è in una grande ansa dell'Adige, che, come attesta l'ultima fotografia, era utilizzato anche dalle lavandaie.



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