domenica 26 aprile 2009

Il marchese del Grillo

Regia: Mario Monicelli. Interpreti: Alberto Sordi, Caroline Berg, Flavio Bucci, Paolo Stoppa. Soggetto:Bernardino Zapponi, Leonardo Benvenuti, Alberto Sordi. Fotografia: Sergio D'Offizi, Musiche: Nicola Piovani.

Barbara

Questo non è uno dei migliori film di Monicelli, anzi. La regia si lascia sfuggire diversi piccoli errori (una carta che prima cade dal piede su cui era incastrata poi ricompare per magia, il segno visibile del costume da bagno sulla pelle di una donna nuda, un aereo che atterra sullo sfondo di una panoramica di Roma), il doppiaggio non è eseguito molto bene e tra gli attori secondari oltre ad alcuni ottimi (Bucci, Stoppa) ci sono anche parecchie braccia rubate all'agricoltura.
A voler fare un paragone è una specie di Amici miei, fatto peggio, meno sofisticato, peggio girato e più cialtrone.

E allora perchè parlarne?
Forse per un mio personale gusto del trash, ma anche e soprattutto perchè la testata di questo blog dice che non siamo qui per fare i critici cinematografici, ma per discutere dei film che ci hanno colpito.
Quando si fanno le cene a birra e salsiccia si finisce spesso e volentieri per citare le scene dei film che ci fanno ridere, e questo è sempre tra i più quotati, insieme a Febbre da cavallo. Eppure non è solo perchè fa ridere (e molto) che a me piace.
A me piace proprio lui. Il personaggio di Onofrio del Grillo.

Il Marchese è uno che conta, lo si capisce fin dall'inizio. Nessuno si azzarda a far rumore mentre, la mattina, è ancora addormentato. Solo quando Ricciotto, il suo servitore, si affaccia a gridare: "s'è svegliato!" i fabbri cominciano a ferrare i cavalli, le serve a sbattere i panni, le comari a vociare. E si capisce subito che è uno che non va tanto per il sottile. Stanco dei mendicanti che tutte le mattine assediano casa sua per avere la frutta, il Marchese del Grillo esclama: "ma c'è frutta e frutta!" e, affacciatosi dal balcone, tira sulla folla una manciata di pigne. "Certo, una pigna in testa fa male" spiega "però fa ride".

E già. Fa ridere. E per tutto il film il Marchese farà scherzi, a volte anche molto pesanti, come quelli a Gasperino il carbonaro, o ad Aronne Piperno. Altre volte più leggeri, come quello del vespasiano. Con un senso della giustizia tutto suo il Marchese del Grillo rimedia ai danni fatti, ma solo dopo aver dimostrato il suo punto di vista, dopo che la burla è andata a segno. A ben guardare Onofrio del Grillo non è neanche un personaggio particolarmente simpatico, eppure mi piace. Ha sempre i piedi piantati a terra, vede sempre le cose come stanno e le chiama col loro nome. Ma lo fa a mezza bocca attraverso gli scherzi. Lui non può essere come il bambino che urla "l'imperatore è nudo", perchè non è più un bambino e non ha più l'innocenza per puntare il dito. E anche quando tenta di andarsene da Roma, per raggiungere una Francia napoleonica utopica, dove tutto è più snello e nuovo e fresco, anche lì lo fa senza crederci troppo. E infatti farà poca strada, prima di scoprire che Napoleone ha perso e che in Francia non c'è più niente da trovare. Pazienza allora, si torna a Roma, e tutto come prima.


Per comprenderlo bene, questo personaggio, bisogna ascoltare un dialogo a pochi minuti dall'inizio del film. Onofrio del Grillo e il giovane Blanchard, ufficiale napoleonico, sono giunti in gita in una residenza di campagna del marchese. La villa è mal messa, ma Blanchard ne ammira lo stesso gli arredi e gli affreschi. Il Marchese del Grillo invece prende una sedia e la fa a pezzi.

- Ma che fai?
-Viè, viè, c'accendiamo er foco. Ce facciamo la bruschetta, te piace?
- Con una poltrona del '500?

- Seee! Io se potessi sfascerei tutto. Vaffanculo er cinquecento, er seicento, er settecento. Come dite voi francesi? Merde a tout le monde!

Poi la serata procede, i due uomini mangiano, bevono, chiacchierano e dopo un po' il Marchese spiega meglio il suo punto di vista.

-Ma se tu fossi nato al posto mio, l'avresti fatta la rivoluzione?
-No, ma l'avrei almeno combattuta. Uno scopo, un ideale, un uomo deve pur averlo nella vita, se no...

-Vedi, tu mi sei simpatico, ma parli proprio come un franzoso. Ma che ti credi che è facile nascere da una famiglia come la mia? Aò, a Roma, cor Papa, i cardinali, er Santo Uffizio. Io quando ero ragazzino c'avevo delle idee. Volevo fa lo scienziato, l'esploratore, chi lo sa. Ma a chi le dicevo ste cose? Mio padre era un uomo zitto, non me diceva mai niente. Studia e prega mi diceva, solo questo. Mi' madre non diceva manco quello. Prega solo diceva. Così quando è morto mi' padre so rimasto a vivere co mamma. M'ha messo un precettore che me insegnava il catechismo. Me dava certe bacchettate sul culo! C'avevo due chiappe rosse come un cocomero. Così io mi sfogavo a leggere. Quanto ho letto! C'avevo libri dapertutto. Pure qui, guarda, è pieno di libri. Quando venivo, d'estate, mi incontravo con i compagni di gioco e facevamo a gara. Chi leggeva classici, chi libri d'avventura, chi romanzi d'amore. La notte poi sognavamo. Guarda, guarda. Tutto è rimasto come allora. Guerrin Meschino, Don Chisciotte, Voltaire...

-Ah, Voltaire...Perchè, tu avresti letto Voltaire?

-Sì, ho letto Voltaire, perchè? Quanto me so rotto li cojoni in vita mia! Ma l'ho rotti pure all'altri però! Sempre a scherzà, dalla mattina alla sera. Pure adesso. La notte poi so' stanco morto. E la mattina ricomincio. Dice: ma adesso però fai solo scherzi. Perchè, a Roma, che voi fa?


E infatti per tutto il film non farà altro, cercando di orchestrare questi scherzi con cura quasi maniacale. Perchè "quando se scherza bisogna esse seri."


10 commenti:

silvio di giorgio ha detto...

hai ragione. se fosse stato curato un pò di più avrebbe potuto diventare una pietra miliare (emiliana...) del cinema. ma va bene anche così...se si vuole passare una serata a ridere in compagnia, onofrio del grillo va sempre bene. bel post. un pò lunghetto forse...:-)

Barbara Cerquetti ha detto...

Grazie silvio di giorgio.

Sulla sinteticità, nota dolente per me, ci sto lavorando. Mannaggia... :-)

Anonimo ha detto...

Condivido il giudizio di fondo su questo film. Sulla lunghezza del post, per me non è un problema: se l'argomento m'interessa non faccio davvero caso al numero di parole usate per descriverlo.

ps: ma il buon Giuliano che fine ha fatto? Mancano anche tutti i suoi post più recenti!

Barbara Cerquetti ha detto...

Mat grazie.

Per rispondere alla tua domanda: c'è qualche problema in corso.

Solimano ha detto...

Mat, Giuliano ha cancellato tutti i post che aveva pubblicato come guest e non scrive più.
Ci sono ancora più di duecento post suoi che ho pubblicato io e che non può cancellare. Resteranno qui perché io non li cancellerò: è mio diritto non farlo ed è diritto dei lettori leggere.
Trovo la sua decisione grave, scorretta e del tutto ingiustificata, ma non ho voglia di riprendere il discorso che ho già fatto in Stanze all'aria.
Naturalmente, se Giuliano commentasse ancora, cancellerò i suoi commenti senza nessuna esitazione. Non sono un perdonista.

grazie Mat e saludos
Solimano

Silvia ha detto...

Onofrio mi diverte molto, lui col suo modo scanzonato di vivere la vita, ma mai banale.
Mi è piaciuta assai la parte in cui prendono il carbonaro e lo sostituiscono al marchese.
Ho visto che - Una poltrona per due - è di due anni successivo. Mi vien tanto da pensare che abbiano preso spunto da questo film.

Roby ha detto...

Io sulla figura di Onofrio sono combattuta: da un lato mi diverte, dall'altro mi irrita. Forse perchè so benissimo che -se fossi un personaggio del film- sarei senz'altro tra le vittime ideali dei suoi scherzi spesso feroci.

Aereo che atterra? Non me n'ero accorta! E neppure della donna col segno del costume. Che occhio, Barbara!!!!

Baciottoni da

Roby

Barbara Cerquetti ha detto...

Silvia: beh, sì, anche se lo scambio di persona è un classico. A me piace lo scherzo del vespasiano, soprattutto perchè il tipo a cui murano il negozio è uno che fa "prestiti su pegno". Uno strozzino insomma. Ben gli sta!

Roby: sì, è un po' irritante, ma irresistibile. L'aereo è un "blooper" abbastanza famoso, non è che l'ho visto io, l'ho trovato facendo un po' di ricerca. Il segno del costume invece l'ho visto: ce l'ha Olimpia quando si riveste dopo che ha fatto l'amore col marchese.

E.B.A. ha detto...

Credo che questo film vada visto per quello che raconta e non per le "sviste" del regista. Anche perchè chi lo sa che si tratti di vere e proprie disattenzioni. Secondo me come tutti i grandi capolavori della satira er tutto il film si respira una certa tristezza. Molti dialoghi lasciano intendere che molte cose non sono cambiate, quel aereo che passa o la fabbrica che si intravede in lontananza possono essere la prova del fatto che ieri come oggi le cose non sono molto diverse. Alla fine i poveracci rimangono poveracci e e a uno di quelli che conta gli viene voglia di divertirsi un po' magari si rischia pure la testa. Questo è uno dei film che non si può e non si deve perdere!!! Magico!!!

Anonimo ha detto...

Sono un fan sfegatato del film... il post non gli rende giustizia. Ma vai a fare le pulci sul segno del costume da bagno? La sostanza del film è importante, resa in modo divertente, ma che vuoi di più? Per non parlare dell'attualità delle circostanze! Dal 1809 in Italia non è cambiato nulla... Secondo me è una pietra miliare punto e basta, un classico senza tempo. Se non ha fatto successo all'estero è perché è un film principalmente rivolto agli italiani. Comunque l'importante è che se ne parli!