venerdì 4 luglio 2008

I modi di vedere: Les Parapluies de Cherbourg (2)

Geneviève (Catherine Deneuve) si prova il velo da sposa

Les Parapluies de Cherbourg, di Jacques Demy (1964) Con Catherine Deneuve, Nino Castelnuovo, Anne Vernon, Marc Michel, Ellen Farner, Mireille Perrey, Jane Carat Musica: Michel Legrand Fotografia: Jean Rabier (91 minuti) Rating IMDb: 7.9
Solimano
Chi non ha ancora visto questo film, dalle immagini che ho messo nel primo post potrebbe farsi una idea riduttiva: un elegante e malinconico film sentimentale, che cammina sopra le nuvole e che ottiene facilmente di commuovere gli spettatori. Ma non è così, il film è al disotto delle nuvole, piove e nevica, come tempo meteorologico e psicologico. Gli ombrelli ci sono e servono.
E' un film molto rigoroso, anche come luogo e come scorrere del tempo.
Il luogo è Cherbourg, generalmente un quartiere di Cherbourg vicino al porto, bene individuato.
Lo scorrere del tempo è scandito mese per mese con il procedere della gravidanza di Geneviève (Catherine Deneuve), con la guerra d'Algeria in cui è impegnato il lontano Guy (Nino Castelnuovo).
Poi, un salto di cinque anni prima della scena finale.
Les Parapluies de Cherbourg è una favola però realistica, crudele e cinica. Jacques Demy non sceglie le situazioni che gli permettano di usare il suo modo di vedere, applica il suo modo di vedere a tutte le situazioni, anche le più dure e amare. Qui sotto, ne metterò qualche esempio.

Ecco Guy all'inizio del film mentre è in procinto di mettersi la tuta da meccanico nello spogliatoio dell'officina auto. Ha aperto il suo armadietto corredato da fotografie di attrici.

Guy vive con la zia Elise (Mireille Perrey) che è malata. La assiste la giovane Madeleine (Ellen Farner), da sempre innamorata di Guy.


Il commerciante di gioielli Roland (Marc Michel) conosce Geneviève e sua madre (Anne Vernon) in un negozio in cui le due donne erano andate per vendere una collana, perché avevano bisogno di soldi. Il campionario aperto di Roland è il segno che convince la madre di Geneviève che quello è l'uomo giusto per sua figlia. Qualche sera dopo c'è una cena a tre a casa delle due due donne, con la madre seduta in mezzo a facilitare l'intesa fra Geneviève e Roland.

In febbraio, durante il Carnevale, Geneviève, molto turbata per la gravidanza, per Guy lontano e per Roland con cui non sa che fare, attraversa un corteo di maschere festanti che passano davanti al negozio di ombrelli.

Geneviève e Roland camminano sul molo del porto di Cherbourg. Roland ha saputo che la ragazza è incinta ed ha deciso di sposarla ugualmente, ma fatica ad accettare la situazione.



Roland è tornato dall'Algeria, ma ha scoperto che Geneviève si è sposata, non sta più a Cherbourg e che il negozio di ombrelli ha chiuso. Stanno aprendo al suo posto un negozio di frigoriferi. Guy si lascia andare. Perde il lavoro, frequenta un locale equivoco e qui conosce una prostituta di nome Ginny (Jane Carat), che è un diminutivo di Geneviève.

Sono passati cinque anni. Guy ha sposato Madeleine, che l'ha aiutato ad uscire dalla crisi. Adesso gestisce una stazione di servizio della Esso e il lavoro va bene. Guy e Madeleine sorridono perché stanno guardando insieme l'albero di Natale. Adesso Madeleine deve uscire col bambino e alla stazione di servizio resta solo Guy.




Continua a nevicare. Alla pompa si ferma una macchina. Alla guida c'è Geneviève, che riconosce subito Guy. Al fianco ha la bambina che è figlia di Guy e che lui non ha mai visto.
Guy e Geneviève decidono di parlare un po' all'interno della stazione di servizio. Sono entrambi imbarazzati, Guy volta le spalle ed accende una sigaretta, Catherine lo guarda in tralice.
Poi parlano finalmente guardandosi in faccia. In mezzo ai due si intravede la macchina in cui la bambina sta aspettando. Dicono poche frasi piuttosto generiche.
Geneviève esce dalla stazione per andare in macchina, Guy le sta dietro. Entrambi sono molto scossi.

Poi arriva Madeleine col bambino e Guy si mette a giocare con suo figlio in mezzo alla neve. E finisce il film.

Cherbourg sotto la neve

1 commento:

Anonimo ha detto...

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