Solimano
Ogni settimana vado alla Biblioteca Civica di Lissone a restituire i cinque DVD della settimana precedente e a prendere altri cinque DVD. Il divertimento è nel curiosare senza programma fra le scansie contenenti i DVD, scansie che intelligentemente sono lasciate a disposizione dei visitatori.
La mia scelta dipende quindi dal mio stato d'animo: pedante, curioso, serioso, italianista, cosmopolita, erotico, moralista, libresco, fumettaro e poche centinaia di altre possibilità. A cose fatte -cioè a DVD scelti- il meglio è quando c'è stata un'alternanza di stati d'animo, perché vedersi cinque Bresson di fila non va bene, come non va bene vedersi cinque Polanski o Comencini che dir si voglia (solo con Rohmer riuscirei a guardarmene venti uno dietro l'altro, ma si sa, à chacun son amour).
Così sono zompato su Gli argonauti (1963) un film che non avevo mai visto: ne ignoravo addirittura l'esistenza. E' stata una scelta felicissima, è un film che consiglio a tutti, specie a chi, a forza di prendersi troppo sul serio, è a rischio di tristezza cronica. Ci ha giocato la mia passione di bambino-ragazzo-adolescente per la mitologia greca, un argomento sconfinato. Provate ad andare in Wikipedia alla voce "Argonauti", vi troverete di fronte non un articolo, ma una serie di articoli con tutte le versioni ed i nomi diversi, perché la mitologia greca ha soprattutto una cosa bella: che di versioni ce ne sono tantissime, ognuno può farsi la mitologia sua, e sono tutte vere, verissime! Vengo al dunque.
Però arriva un guerriero. E' Pelia (Douglas Wilmer), quello che sta vincendo, e che è cattivissimo, come si vede dallo sguardo. Con una spadata uccide Briseide e festa finita. Un vero peccato visto che a una bella giovane come Briseide mi ero subito affezionato. Ma tant'è, nella mitologia non sono tutte rose e fiori. Però il bambino Giasone, di stirpe reale pure lui, si salva. Riapparirà fra vent'anni.
Guardate Hera come si coccola il suo Giasone con lo sguardo. Cominciano a dargli le istruzioni, e intanto, arrivano tutti gli altri dei e dee, che hanno sentito che c'è un eroe nuovo. Quindi, l'immagine è un po' una foto di famiglia scattata all'Olimpo. Sono un po' malizioso e ho dedotto che l'Olimpo sarà senz'altro un bellissimo posto, ma c'è il rischio della noia, basta vedere come tutti questi sono incuriositi da un eroe nuovo, con tanti che ce ne sono in giro.
Anche qui, si vede la competenza della troupe del film: le ho viste con i miei occhi le statue delle Korai al Museo dell'Acropoli di Atene, tutte brave giovani e tutte con la gonna corta corta, specie dietro. Sul colore viola non so dire, probabilmente allora non portava sfortuna alla gente di teatro.
Quando due come Pelia e Giasone hanno in piedi un contenzioso su argomenti di piccolo conto come la sottrazione del regno e lo sterminio della famiglia, c'è solo un modo per superare le reciproche antipatie: mettersi d'accordo per prendersela con qualcun altro.
Così nasce la storia del Vello d'Oro che sta nella Colchide: l'idea vincente è di organizzare una spedizione comandata da Giasone per impossessarsi del Vello d'Oro. Pelia è contento perché si toglie di torno Giasone per una missione a rischio, e Giasone sa -glielo ha detto Hera- che impossessarsi del Vello d'Oro è il prerequisito per recuperare poi il regno avito.
Tutta alta politica, infatti il figlio di Pelia, Acasto (Gary Raymond), prima insiste col padre perché faccia fuori Giasone, poi si arruola anche lui nella spedizione. Fossi in Giasone, non mi fiderei, di uno come Acasto.
La prima è la squadra, e qui Giasone fa tutto molto bene: una pubblicità martellante in tutte le città della Grecia, questa della Colchide è una impresa che attira -anche perché nessuno c'è mai stato, e i greci sono curiosi di natura. Soprattutto, Giasone punta sui vincitori dei giochi olimpici. Così si trova una masnada di arcieri, pugili, lanciatori del disco, corridori, tutti eroi quasi sempre seminudi che si danno pacche non solo sulle spalle. Mbah!
Ci si aggiunge la ciliegia sulla torta. Macché ciliegia, una ciliegiona: Ercole (Nigel Green). E' un po' stagionato, ha la barba lievemente brizzolata, ha già svolto molte Fatiche -infatti la pelle del leone di Nemea ce l'ha sempre addosso.
Che farci, Ercole è uno che alla popolarità ci tiene, è un po' presenzialista ma i meriti ci stanno tutti, non ci metteremo mica a discutere sulla classe cristallina di Ercole, che è pure un semidio: sua mamma Alcmena ha fatto l'outing, con Zeus c'è stata per pura ingenuità. Cose passate, comunque.
Ercole si atteggia a padre nobile con gli altri eroi più giovani, tipo Castore, Piritoo, Telamone e altri cento di cui Wikipedia riporta scrupolosamente i nomi.
Però Ercole ha preso in simpatia soprattutto un giovane senza pedigree, un certo Ila (John Carney) che gli sta sempre appresso. Secondo me è una simpatia eccessiva, ma i Greci erano larghi di manica, e la troupe del film ancora una volta conferma la sua autorevolezza. Anche se, va detto, nel film non c'è una persona che Apollonio Rodio aveva scritturato: Atalanta di Calidone, cacciatrice e vergine (vorrei sapere perché tutte le cacciatrici erano vergini, chissà le pescatrici). E' il momento di fare chiarezza: nella spedizione c'era anche Meleagro, è allora che si sono conosciuti, anche se sono riusciti a non farlo sapere.
(continua)
6 commenti:
Non si può dire che questi film fossero dei capolavori, ma qui bisognerebbe mettere tutta la lista degli artigiani che hanno contribuito a fare scene, costumi, trucchi, statue...
Una meraviglia.
L'idea della scacchiera, poi, è fenomenale.
(sbaglio, o Don Chaffey è nell'orbita Disney?)
Questo film non l'ho visto ed è molto probabile che non lo vedrò mai. Perchè allora sto commentando? Perchè sono rapita, estasiata, dal Solimano narratore. Tutto mi fa pensare che il racconto del film sia infinitamente migliore del film stesso.
La mitologia greca mi ha sempre intrigato e sentirne parlare qui, con tanta verve, mi ha veramente deliziato.
Grazie, Sol.
H.
Habanera grazie, ma il film merita molto, vedrai nel prosieguo. Ci ironizzo piuttosto amorosamente, è un film divertentissimo per tanti motivi che non anticipo. Ma già nella prima puntata, la scacchiera e gli dei dell'Olimpo che guardano al mondo come fossero davanti alla televisione... Purtroppo non sono riuscito ad avere le targhette dei nomi, se no ce la mettevo nell'immagine: Afrodite, Efesto, Apollo, Artemide. Sono sempre più convinto che una bella religione politeista sicuramente intristisce meno la gente. E le Baccanti, le Amazzoni, i Centauri, Athena e Poseidone che fanno baruffa... tutta vita!
saludos y besos
Solimano
Solimano, come -mi chiedo COME- può essermi sfuggito un film simile, vista la mia predilezione per i classici greco-egizio-romani, nota ormai anche alle pietre del Partenone????
Non riesco a perdonarmelo.
E intanto, attendo la seconda parte....
Roby
Eh Roby vedrai, vedrai...
Finirà che convincerai il Signor Lupi a regalartelo, il DVD del film. Credevo di trovarmi di fronte as un buon peplum, ma questo, pur essendo ancor più divertente dei normali peplum, ha una serie di trovate di ogni genere.
E' fatto con ingenuità intelligente, cosa rarissima, poi c'è il Mago dei Trucchi. Trucchi veri, non quelli di adesso che sono belli subito ma che poi stufano.
All'estero è piuttosto noto, ci sono migliaia di voti in IMDb, cosa rarissima per un film di quegli anni.
Poi la Mitologia Greca, per cui ero letteralmente matto fra scuola media e ginnasio.
saludos y besos
Solimano
Nota en passant per Solimano:
Caro Solimano,anche vedere UN SOLO Bresson di seguito è un'impresa!!
Meno male che ci sono le cassette e i dvd...
Detto questo, meno male che c'è stato Bresson!!!
(per la serie: "prossimamente qui")
(almeno due Bresson li ho qui pronti, arriveranno)
Posta un commento