giovedì 26 febbraio 2009

Gli oggetti nel cinema: Lo specchio (1)

Rubens: Venere allo specchio c. 1615
Collezione Lichtenstein, Vienna

Solimano
Questo post è stato già pubblicato sul Nonblog di Habanera col titolo " Specchio delle mie brame".

Quanti specchi ci sono nei film! Qualche regista esagera, per manierismo, esibizionismo, narcisismo e così via. Ma frequentemente lo specchio, utilizzato in tanti modi diversi, fa il punto della situazione in cui si trovano i personaggi del film, più le donne che gli uomini. Non voglio fare critiche, tantomeno costruire un piccolo sistema che camminerebbe sugli specchi. Racconto brevemente cosa succede in venti film, che dispongo in ordine cronologico di data di realizzazione.
Sì, ma nella pittura, arte gemella del cinema sotto tanti aspetti, ci sono gli specchi? Sì che ci sono, ma molto meno che nel cinema. Però... avete riflettuto sul fatto che quasi ogni pittore ci ha lasciato degli autoritratti? Ci penserò, intanto occupo il posto mettendo due specchi di Venere del mio amato Pieter Pauwel Rubens. Buona visione ed ampliate le immagini, come al solito.

Duck Soup (1933) di Leo McCarey

Lo specchio non c'è: l'ha infranto Harpo, che si è travestito da Groucho e che imita i movimenti del fratello per fare in modo che non si accorga della sparizione dello specchio. Però Groucho ad un certo punto capisce e si volta verso di noi per dirci che se n'è accorto e che non si farà fregare. Ad Harpo cade il cappello ed è Groucho a raccoglierlo. I due si scambiano anche di posizione, passando attraverso lo specchio (che continua a non esserci). Il gioco del doppio si interrompe quando arriva Chico, travestito anche lui da Groucho: in tre non si può...

Sylvia Scarlett (1935) di George Cukor

E' un bel problema, quello di Sylvia Scarlett (Katharine Hepburn). Fa parte di una banda di quattro imbroglioni, gli altri tre sono suo padre Henry Scarlett (Edmund Gwenn), Jimmy Monkley (Cary Grant) e Maudie Tilt (Dennie Moore). Hanno scelto il nome di Pierrots e tutte le sere fanno un piccolo spettacolo vicino al mare. Sylvia ha dovuto travestirsi da maschio, e c'è riuscita benissimo, tutti ci credono. Solo che una sera durante lo spettacolo litiga con un disturbatore, Michael Fane (Brian Aherne), che è un pittore giovane e ricco. Sylvia se ne innamora, ma Michael crede che lei sia un ragazzo. In questo momento si sta guardando nello specchio; è infastidita dalla sua identità maschile e non sa come fare per liberarsene (tranquilli, la cosa si aggiusterà).

Lo sceicco bianco (1952) di Federico Fellini

A Wanda Giardino in Cavalli (Brunella Bovo) sembra di toccare il cielo con un dito. Scriveva con lo pseudonimo di Bambola appassionata allo Sceicco bianco (Alberto Sordi), l'eroe del fotoromanzo che legge con passione. Quando si sposa con Ivan Cavalli (Leopoldo Trieste), viene a Roma in viaggio di nozze, con la segreta speranza di conoscere lo Sceicco bianco. E' andata al di là delle previsioni più rosee: non solo l'ha conosciuto (il nome vero dello Sceicco è Fernando Rivoli), ma partecipa alla realizzazione del fotoromanzo sulla spiaggia di Fregene. Ha un ruolo da baiadera, ed è contenta di rimirarsi nello specchio rimediato sul set. Ha persino una spalla scoperta. Lo Sceicco l'ha aiutata a truccarsi ed adesso la vuol portare in barca. Intanto suo marito Ivan la sta cercando per tutta Roma, ma Bambola appassionata per il momento ha altro per la testa.

La provinciale (1953) di Mario Soldati

Gemma Foresi (Gina Lollobrigida) vive con la madre che fa l'affittacamere, ma durante l'estate frequenta gente di alto livello. Adesso si scrive con Paolo Sartori (Franco Interlenghi) che farà il medico, ma chissà perché la madre di Gemma (Nanda Primavera) non è contenta. A Gemma sta stretto il posto dove vive, c'è persino un professore, Fabrizio Vagnuzzi (Gabriele Ferzetti) che le fa goffamente la corte, ma Gemma sa cosa direbbero quelli del suo giro estivo di uno come Vagnuzzi, sempre immerso nei libri. Ambiziosa e sicura del fatto suo, si sta contemplando mentre mette a posto un vestito, fra le labbra stringe una spilla.

Les Vacances de Monsieur Hulot (1953) di Jacques Tati

Monsieur Hulot (Jacques Tati) è in vacanza al mare. Alloggia in una pensione familiare in Bretagna. Si aggira per la pensione, si vede in uno specchio e si fa una faccia. E' uno fatto così.

Sorrisi di una notte d'estate (1955) di Ingmar Bergman

Anne Egerman (Ulla Jacobsson) è molto giovane e si è sposata col vedovo Fredrik Egerman (Gunnar Björnstrand), ricco e maturo. Anne è timida, non ha ancora fatto l'amore col marito, che aspetta pazientemente che Anne si svegli. Intanto, Frederick continua a frequentare la sua amante storica, l'attrice Desirée Armfeldt (Eva Dahlbeck). Anne va d'accordo col figlio di Frederick, che si chiama Henrick (Björn Bjelfvenstam) e studia teologia. Henrick è ancor più timido di Anne, che ha notato con fastidio che la cameriera Petra (Harriet Andersson) provoca Henrick, che è tutt'altro che insensibile. Anne si guarda nello specchio e le viene di fare un movimento col braccio che suo marito Frederick non vede, altrimenti si occuperebbe di più di lei.

Picnic (1955) di Joshua Logan

Oggi c'è il grande picnic. Lo fanno tutti gli anni prima della riapertura delle scuole, e Madge Owens (Kim Novak) ha indossato l'abito rosa, il più bello che ha. Di abiti non ne ha molti, per il momento, ma prima o poi si sposerà con Alan Benson (Cliff Robertson), che è il giovane più ricco del paese mentre Madge lo sanno tutti che è la più bella. Lo sa anche sua sorella Millie (Susan Strasberg), più giovane di lei, che ha provveduto a sé con una borsa di studio per l'Università. Invece Madge non ha studiato, con quell'aspetto non ne aveva bisogno. Sua madre Flo (Betty Field) si preoccupa continuamente che tutto vada bene fra Madge ed Alan, e così andrà sicuramente anche oggi, al picnic dell'anno. Alan ha invitato un suo amico, Hal Carter (William Holden), che ha fatto il giocatore di rugby e adesso sta cercando un lavoro. Alan lo assumerà nella ditta di famiglia, è bello far del bene ad un amico tenendolo sotto.

Bonjour tristesse (1958) di Otto Preminger

Cécile (Jean Seberg) sta sfogandosi con se stessa di fronte allo specchio della sua camera, nella casa sulla Costa Azzurra di suo padre Raymond (David Niven) che lei chiama sempre per nome, Raymond, perché è il suo migliore amico, quasi un amante platonico. Prima tutto andava così bene... Nella casa c'era anche Elsa (Mylène Demongeot), l'amante in carica di Raymond, bellissima, ma non impegnativa: su di lei Cécile e Raymond ironizzavano fra di loro. Ma adesso è arrivata Anne Larson (Deborah Kerr) , famosa stilista di moda, e Raymond non le racconta niente, si parla addirittura di matrimonio. Anne ha invaso anche la vita di Cécile, mette il naso sui suoi rapporti con Philippe (Geoffrey Horne) e vuole che Cécile studi per gli esami d'autunno. Che fare? Cécile decide, davanti allo specchio: farà in modo che Philippe ed Elsa fingano un flirt, così Raymond si ingelosirà e tornerà a far la corte ad Elsa. Cécile conosce bene Raymond. Ma non sa come è fatta Anne...

Fantômas (1964) di André Hunebelle

La fotografa Hélène (Mylène Demongeot) è stata rapita dal misterioso criminale Fantômas(Jean Marais), ma non se la prende più di tanto. Ammira nello specchio se stessa e il bel vestito che le ha fatto avere il galante criminale. Non le par vero di non essere vestita da fotografa, sicuramente un abbigliamento meno chic. Per il resto, è tranquilla: sicuramente il suo fidanzato Fandor (Jean Marais) riuscirà a liberarla, ma anche se ci mettesse qualche giorno in più Hélène se ne farebbe una ragione. Sulle tracce del criminale sta investigando anche l'efficiente Commissario Juve (Louis de Funès), che con Fantômas ha un chilometrico conto aperto.

Giulietta degli spiriti (1965) di Federico Fellini

Suzy (Sandra Milo) è nel suo nido arboreo nella pineta di Fregene. Il nido è dotato persino di ascensore, e poco fa Suzy ha fatto salire una sua nuova amica: Giulietta Boldrini (Giulietta Masina). Le due donne sono molto diverse: Suzy è una mantenuta d'alto bordo, provocante e disponibile, Giulietta è una signora trascurata dal marito Giorgio (Mario Pisu), che probabilmente la tradisce.
Suzy sta facendo specchietto: se vede qualche giovane uomo che la interessa, attira l'attenzione mandandogli il sole negli occhi, e successivamente mostrandosi nello specchio, in modo che si facciano una buona idea e salgano con l'ascensore. Scrivo al plurale, perché adesso Suzy ne ha trovati due, ma non si spaventa. Giulietta invece si preoccupa e scende con l'ascensore dal nido arboreo, ma l'ascensore tornerà su quasi subito, con due passeggeri. Suzy li attende a più fermo.

La collectioneuse (1967) di Eric Rohmer

Adrien (Patrick Bauchau) sta parlando con Haydée (Haydée Politoff) che lo guarda tre volte, una direttamente, due con lo specchio.
Adrien è un mercante d'arte, che con l'amico Daniel (Daniel Pommereulle) sta passando un po' di giorni in una casa non lontana dal mare.
In questa casa c'è anche Haydée, che ogni sera torna con un ragazzo diverso, è questo il suo tipo di collezionismo. All'inizio Adrien e Daniel si divertono a prendere in giro Haydée ed i suoi occasionali amici, ma adesso la situazione è cambiata, perché Daniel ha ceduto, entrando nella schiera degli amici di Haydée. Poi Daniel è partito ed ora si trovano di fronte, anzi di specchio, Adrien e Haydée. Apparentemente non c'è match, Adrien è colto, ricco, bello, ironico, elegante, spiritoso. Haydée, a parte la bellezza di tipo ruspante, di qualità ne ha una sola: è naturale. Chi vincerà?

L'Odissea (1968) di Franco Rossi

Ai tempi di Omero, non credo che ci fossero specchi, salvo smentita. Ma Franco Rossi, nel film L'Odissea che uscì prima come sceneggiato TV, aggira l'ostacolo: basta lucidare un bel vassoio di metallo e il gioco è fatto. Arete (Marina Berti), seduta dall'altra parte del tavolo, sta ascoltando Ulisse (Bekim Fehmiu) che racconta le avventure dei viaggi che ha fatto, prima di arrivare all'isola dei Feaci. Arete è la mamma di Nausicàa (Barbara Bach) che ogni tanto ascolta anche lei le avventure di Ulisse. Entrambe non si rassegnano al fatto che Ulisse voglia ripartire. Ma perché, Ulisse? Non ti trovi bene, con Arete e Nausicàa?

Morte a Venezia (1971) di Luchino Visconti

La giovane prostituta Esmeralda (Carole André) ha appena ricevuto la visita di Gustav von Aschenbach (Dirk Bogarde), il musicista che sta trascorrendo a Venezia un periodo di riposo. Esmeralda la si vede anche nello specchio sopra il letto, specchio che era usuale nei postriboli di lusso. Vorrebbe che Gustav tornasse ancora da lei, ma il musicista non tornerà. Anche la nave con cui Gustav è arrivato a Venezia si chiama Esmeralda, e quando Gustav la conosce, la ragazza sta suonando il pianoforte (e lo suona bene).

Una giornata particolare (1977) di Ettore Scola

Il 6 maggio 1938, Antonietta (Sophia Loren) è rimasta sola in casa: il marito Emanuele (John Vernon) ed i sei figli sono tutti alla manifestazione oceanica per l'incontro a Roma fra il Duce e Hitler. Antonietta sta sistemandosi meglio che può davanti allo specchio, gesti forse per lei non più usuali. Ha conosciuto poco prima un condomino, Gabriele (Marcello Mastroianni). Il tramite è stato un merlo, fuggito dalla gabbia di Antonietta e che è andato a posarsi sul davanzale di Gabriele. Antonietta e Gabriele, in quel giorno, si troveranno ancora.

Mignon è partita (1988) di Francesca Archibugi

Mignon (Céline Beauvallet) ha quindici anni ed è cresciuta in Francia. Adesso è ospite di una famiglia di parenti a Roma, e non si trova bene. Ha fatto amicizia col cugino Giorgio (Leonardo Ruta), che ha solo tredici anni. Giorgio si è innamorato di Mignon che però andrà con Cacio (Lorenzo De Pasqua), un ragazzo ignorante ma più grande di lei. Adesso si sta aggiustando il cerchietto per i capelli davanti ad un grande specchio decorato da ragazze e ragazzi che Mignon sente come estranei.

Le mari de la coiffeuse (1990) di Patrice Leconte

Antoine (Jean Rochefort) e Mathilde(Anna Galiena) stanno guardando se stessi in uno specchio che non si vede perché è dalla nostra parte. Lo fanno seri ed intenti, perché Mathilde sta lavorando: taglia i capelli ad Antoine, una delle cose che lui ama di più. Fin da quando era bambino, i capelli glieli tagliava una donna. Antoine è quindi assolutamente felice perché ama Mathilde e sa che Mathilde lo ama. Anche Mathilde è felice, ma...

Wild at Heart (1990) di David Lynch

Lula Fortune (Laura Dern) nel film piange spesso, ma oggi è contenta: tutto sta andando bene fra lei e Sailor Ripley (Nicolas Cage). Gli ostacoli che ha frapposto soprattutto la madre di Lula, Marietta Fortune (Diane Ladd) non sono riusciti ad allontanare Sailor e Lula. Non ci riuscirà neppure Perdita Durango (Isabella Rossellini). Lula non si guarda nello specchio, che semplicemente raddoppia la sua contentezza.

Cyrano de Bergerac (1990) di Jean-Paul Rappeneau

Roxane (Anne Brochet) si è appena alzata e sta accudendo a sé nella sua camera. Ha scelto la collana che vuole mettersi e fra poco entrerà da lei il potente Comte de Guiche (Jacques Weber). Roxane sa che deve riuscire a tenerlo a distanza senza indispettirlo, perché può danneggiare il suo amato Christian de Neuvillette (Vincent Perez). Per il suo amore, Roxana ha chiesto l'aiuto di suo cugino Cyrano de Bergerac (Gérard Depardieu). Sul momento l'ha visto un po' perplesso e non ne ha capito il motivo, visto che il cugino è stato sempre generoso con lei, ma adesso Cyrano sta aiutando lei e Christian in tutti i modi. Roxane certamente pensa che è bello avere un amico che ti aiuta in modo così disinteressato.

L'amore molesto (1995) di Mario Martone

Lo sguardo duro e deciso di Delia (Anna Buonaiuto) vestita di rosso, che solo ora ha imparato com'era realmente sua madre Amalia (Angela Luce) e com'era stata Amalia da giovane (Licia Maglietta). Delia, durante il film, imparerà a somigliare ad Amalia.

Il più bel giorno della mia vita (2002) di Cristina Comencini

Gli sguardi tormentati di Rita (Sandra Ceccarelli), che deve scegliere se restare col marito Carlo (Marco Baliani) o mettersi con Davide (Jean-Hugues Anglade), di cui non è ancora l'amante. Poi, ci sono i problemi delle figlie Silvia (Francesca Perini) e Chiara (Maria Luisa De Crescenzo), della madre Irene (Virna Lisi) e della sorella Sara (Margherita Buy). Ma per Chiara, il giorno della prima comunione dovrà essere il più bello della sua vita.

Rubens: Toeletta di Venere (part) c.1608
Collezione Thyssen Bornemisza, Madrid

3 commenti:

Ermione ha detto...

Forse sogno, ma la vita è sogno...
Comunque mi sembra di avere già letto questo post!Apprezzo ed ammiro il dipinto di entrata e quello di chiusura, con quelle belle Veneri opime e ridondanti, chiare e carnali.
E poi:
mi piaceebbe sapere qual è la logica che ti ha condotto in questa ricerca di scene "con lo specchio". Caso? Scelta specifica? Comunque sia, ho visto buona parte dei film di cui parli, e amo sprattutto Monsieur Hulot (piccolo capolavoro), La collezionista e, naturalmente, Bergman. Ma certo il più godibile e spassoso di tutti è quello dei fratelli Marx. Figurati che non lo ricordavo, e me l'hai rimesso in mente tu qui: potenza del web...

Solimano ha detto...

Elena, certo che l'hai già visto! L'ho pubblicato circa venti giorni fa nel Nonblog di Habanera col titolo "Specchio delle mie brame", ed ora lo pubblico qui (l'ho scritto all'inizio del post). Naturalmente, con Habanera siamo d'accordo. L'essere guest da più parti consente una maggior libertà di azione, non è sbagliato ottimizzare le visite di ciò che si scrive (fra l'altro i visitatori dei due blog hanno tipologie diverse).
Riguardo la logica con cui l'ho scritto, direi che più che di logica si tratta di senso dell'opportunità, perché ho immagini disponibili fra cui scegliere e sono stato attento a due aspetti: la bellezza dell'immagine e lo specchio come sintesi di ciò che accade nel film (il che è spesso vero). Poi, mi ci sono divertito molto... e questo è forse il motivo più importante!

grazie, Elena e saludos
Solimano

Ermione ha detto...

Dai, scherzavo. Ricordavo bene il post sul Nonblog, anche se, lo confesso, non avevo letto le prime righe di avvertimento in questo post. Spesso sono attratta dalle immagini, e leggo con fretta le parole. Errore.