Annarita
Recentemente mi sono occupata del bel libro di Brian Selznick "La straordinaria invenzione di Hugo Cabret" e la lettura ha riacceso in me l'interesse per il cinema delle origini.
In particolare nel libro si parla di un celeberrimo film di Georges Méliès, "Viaggio alla Luna" del 1902 e uno dei personaggi principali è proprio lui, che negli anni dopo il primo conflitto mondiale, a causa della spietata concorrenza di uomini più ricchi e più potenti nel campo della neonata industria cinematografica, si ridusse a vivere vendendo giocattoli in un chiosco della stazione di Montparnasse e pochi anni prima di morire fu ritrovato da un gruppo di cinefili nella casa di riposo in cui si era ritirato.
In particolare nel libro si parla di un celeberrimo film di Georges Méliès, "Viaggio alla Luna" del 1902 e uno dei personaggi principali è proprio lui, che negli anni dopo il primo conflitto mondiale, a causa della spietata concorrenza di uomini più ricchi e più potenti nel campo della neonata industria cinematografica, si ridusse a vivere vendendo giocattoli in un chiosco della stazione di Montparnasse e pochi anni prima di morire fu ritrovato da un gruppo di cinefili nella casa di riposo in cui si era ritirato.
Prendendo spunto dal romanzo di Jules Verne "Dalla terra alla luna" (1865), Georges Méliès mette in campo tutte le proprie doti di illusionismo e di prestidigitazione, assai note al pubblico negli spettacoli che tiene al teatro parigino "Robert- Houdin", teatro del quale è anche direttore.
È un orizzonte che si apre per la settima arte nata da poco e per Méliès è la grande e ancora inesplorata possibilità di portare al cinema, su pellicola, i trucchi teatrali producendosi in una realizzazione che è una brillante parodia.
Senza tema di smentite si può dire che nasca con lui la tecnica dei trucchi cinematografici destinata ad arrivare a risultati sbalorditivi.
Gli studi di Montreuil diventano il primo studio cinematografico della storia del cinema e Méliès dà una svolta alla nuova arte.
Se i fratelli Lùmiere hanno portato agli spettatori la fedele registrazione della realtà, Méliès offre loro un cinema basato sull'invenzione personale, per affascinarli e stupirli proprio come faceva in teatro.
I film di Méliès tutto sommato sono una successione di numeri di varietà, infatti vi possiamo trovare i balletti con belle fanciulle in costume, i giochi di prestidigitazione e di illusionismo, gli sketch comici, le parodie, le acrobazie, ma i trucchi e l'uso che egli fa del cinematografo portano i suoi spettacoli fuori dallo scherma del teatro e completamente dentro il meccanismo del cinema.
La struttura di "Viaggio alla Luna" è molto schematica, la vicenda viene presentata in quadri che si succedono l'uno all'altro, presentando le varie fasi della storia, che inizia con una riunione del Club Astronomico, capeggiato dal prof. Barbenfouillis (G. Méliès), nella quale si discute il suo eccentrico progetto di inviare una navicella spaziale sulla Luna e si decide di metterlo in pratica. Si passa alla costruzione della navicella, dalla forma di proiettile, che verrà sparata da un cannone verso il satellite della Terra, mentre gli operai invitano gli astronomi a salire ad ammirare Parigi di notte, tra gli sbuffi di vapore provenienti dall'officina. L'imbarco dell'equipaggio nella navicella avviene con contorno di festanti ballerine come nel miglior spettacolo di varietà. Finalmente siamo alla partenza della navicella, sparata con un lungo cannone puntato verso l'astro, mentre la folla festante saluta. A questo punto c'è la sequenza entrata nell'immaginario collettivo: la Luna ha un volto umano, (ottenuto con un trucco di montaggio e piazzando l'attore su un carrello che lo faceva avvicinare alla cinepresa), e la navicella in fase di atterraggio va a conficcarglisi in un occhio. Dopo l'atterraggio felice vediamo l'esultanza del gruppo di fronte allo spettacolo del sorgere della Terra e poi il riposo degli astronomi, mentre sulle loro teste ruotano una stella cometa, le sette stelle dell'Orsa maggiore con volti femminili e altre figure spaziali. La scena si chiude con una nevicata stellare che induce gli astronomi a cercare riparo in una caverna. Questa decisione permette loro di scoprire e di esplorare il lussureggiante sottosuolo lunare, tra enormi funghi e altra vegetazione, mentre il gruppo attraversa un fiume. Compare un curioso Selenita dalle fattezze in parte umane e in parte di crostaceo, che scompare in una nuvola di fumo al tocco dell'ombrello del prof. Barbenfouillis. Altri ne sopraggiungano e catturano il gruppo per portarlo al cospetto del re. Nella sontuosa sala del trono il mostruoso re li osserva, ma il prof. Barbenfouillis lo aggredisce e lo fa svanire in fumo, gettando lo scompiglio tra i Seleniti, che si riprendono in fretta e si danno all'inseguimento dei fuggiaschi con salti e capriole. Si protrae l'inseguimento, con il baldo prof. Barbenfouillis alla retroguardia che attacca i Seleniti a colpi di ombrello. Giunti in salvo alla navicella, questa viene fatta precipitare verso la Terra per forza di gravità, mentre un Selenita, particolarmente testardo, si afferra all'estremità del velivolo e viene portato via, tra gli evidenti gesti di rabbia e di sconforto dell'esercito lunare. Seguiamo quindi il rientro della navicella, il suo ammaraggio, lo sprofondare tra i pesci dell'Oceano (ripresa fatta dietro un acquario) e il successivo recupero e traino fino al porto, sempre con il Selenita al seguito. Seguono i festeggiamenti tributati agli eroici scienziati, con contorno di ballerine vestite alla marinara, e la rabbia del Selenita che poi, però, finisce con l'unirsi al tripudio generale e una statua viene eretta in onore del prode prof. Barbenfouillis, con il motto "Il lavoro conquista tutto", poi il girotondo finale.
Quest'ultima parte non sempre è presente nelle varie copie del film che sono in circolazione.
Il tema del viaggio fantastico si snoda attraverso la letteratura e vari autori da L. Ariosto a E. A. Poe, da J.Verne a H.G. Wells, e quello del viaggio sulla Luna era diffuso nel teatro fiabesco e e negli spettacoli di fiera di fine Ottocento; abbiamo persino un'operetta del 1875 sul tema, Le Voyage dans la Lune, di J. Offenbach ed era già stato affrontato dallo stesso Méliès a teatro e al cinema (La Lune à un mètre, 1891).
Questo è il film più ambizioso che il regista abbia realizzato dall'inizio della sua produzione ed è stato girato nello studio dalla struttura di vetro di Montreuil, con grande dispiego di mezzi. Il film costa circa 30.000 franchi, spesi soprattutto per le sontuose scenografie e per i bizzarri e ricchi costumi dei Seleniti.
Nella fantasia di Méliès è tutto eccessivo, sopra le righe: le scene, i costumi, il trucco degli attori e i loro movimenti frenetici.
La fantasia e l'attenzione dello spettatore sono costantemente sottopressione perché la cinepresa è fissa e l'occhio deve cercare di cogliere i numerosi particolari presenti nelle varie scene.
Non esistono didascalie, ma c'è la meticolosa descrizione dei fatti nel catalogo della Star Film , la società di Méliès, a riprova del fatto che tali testi dovessero servire all'imbonitore, figura destinata in breve tempo a sparire, incaricato di commentare l'azione per il pubblico.
Per questa produzione di soli 14 minuti , che potete vedere qui, Méliès impiega un ricco cast che prevede, oltre agli attori, i danzatori del Thèatre Municipal du Chatelet (le stelle e gli operai) e gli acrobati delle Folies-Bergères (i Seleniti). Tutti si muovono su un set pieno di silhoutte di cartone e oggetti reali, dipinti in varie sfumature di grigio. Questa centralità della scena di fronte alla macchina da presa e il miscuglio di scene bidimensionali e tridimensionali conferisce un particolare fascino alla messinscena, che fa pensare un po' all'arte surrealista dei collages. Il film è il risultato paradossale e ironico del personale merge effettuato da Méliès con le opere di J.Verne "Dalla terra alla Luna" e di H.G.Wells "Il primo uomo sulla Luna". I suoi personaggi sono animati dalla sola sete di sapere, dalla curiosità, non sono mossi da intenti colonizzatori o da brama di potere.
Una curiosità in chiusura, che un'appassionata dei Queen come me non poteva tralasciare. Nel videclip della canzone Heaven for everyone, postumo a Freddy Mercury, compaiono alcune scene di Viaggio alla Luna e altri spezzoni di Méliès.
P.S. Il ritratto di Méliès sulla destra e le immagini in chiusura del post provengono dalla "Exposition Georges Méliès" che si è tenuta nel 2008 a Parigi.
È un orizzonte che si apre per la settima arte nata da poco e per Méliès è la grande e ancora inesplorata possibilità di portare al cinema, su pellicola, i trucchi teatrali producendosi in una realizzazione che è una brillante parodia.
Senza tema di smentite si può dire che nasca con lui la tecnica dei trucchi cinematografici destinata ad arrivare a risultati sbalorditivi.
Gli studi di Montreuil diventano il primo studio cinematografico della storia del cinema e Méliès dà una svolta alla nuova arte.
Se i fratelli Lùmiere hanno portato agli spettatori la fedele registrazione della realtà, Méliès offre loro un cinema basato sull'invenzione personale, per affascinarli e stupirli proprio come faceva in teatro.
I film di Méliès tutto sommato sono una successione di numeri di varietà, infatti vi possiamo trovare i balletti con belle fanciulle in costume, i giochi di prestidigitazione e di illusionismo, gli sketch comici, le parodie, le acrobazie, ma i trucchi e l'uso che egli fa del cinematografo portano i suoi spettacoli fuori dallo scherma del teatro e completamente dentro il meccanismo del cinema.
La struttura di "Viaggio alla Luna" è molto schematica, la vicenda viene presentata in quadri che si succedono l'uno all'altro, presentando le varie fasi della storia, che inizia con una riunione del Club Astronomico, capeggiato dal prof. Barbenfouillis (G. Méliès), nella quale si discute il suo eccentrico progetto di inviare una navicella spaziale sulla Luna e si decide di metterlo in pratica. Si passa alla costruzione della navicella, dalla forma di proiettile, che verrà sparata da un cannone verso il satellite della Terra, mentre gli operai invitano gli astronomi a salire ad ammirare Parigi di notte, tra gli sbuffi di vapore provenienti dall'officina. L'imbarco dell'equipaggio nella navicella avviene con contorno di festanti ballerine come nel miglior spettacolo di varietà. Finalmente siamo alla partenza della navicella, sparata con un lungo cannone puntato verso l'astro, mentre la folla festante saluta. A questo punto c'è la sequenza entrata nell'immaginario collettivo: la Luna ha un volto umano, (ottenuto con un trucco di montaggio e piazzando l'attore su un carrello che lo faceva avvicinare alla cinepresa), e la navicella in fase di atterraggio va a conficcarglisi in un occhio. Dopo l'atterraggio felice vediamo l'esultanza del gruppo di fronte allo spettacolo del sorgere della Terra e poi il riposo degli astronomi, mentre sulle loro teste ruotano una stella cometa, le sette stelle dell'Orsa maggiore con volti femminili e altre figure spaziali. La scena si chiude con una nevicata stellare che induce gli astronomi a cercare riparo in una caverna. Questa decisione permette loro di scoprire e di esplorare il lussureggiante sottosuolo lunare, tra enormi funghi e altra vegetazione, mentre il gruppo attraversa un fiume. Compare un curioso Selenita dalle fattezze in parte umane e in parte di crostaceo, che scompare in una nuvola di fumo al tocco dell'ombrello del prof. Barbenfouillis. Altri ne sopraggiungano e catturano il gruppo per portarlo al cospetto del re. Nella sontuosa sala del trono il mostruoso re li osserva, ma il prof. Barbenfouillis lo aggredisce e lo fa svanire in fumo, gettando lo scompiglio tra i Seleniti, che si riprendono in fretta e si danno all'inseguimento dei fuggiaschi con salti e capriole. Si protrae l'inseguimento, con il baldo prof. Barbenfouillis alla retroguardia che attacca i Seleniti a colpi di ombrello. Giunti in salvo alla navicella, questa viene fatta precipitare verso la Terra per forza di gravità, mentre un Selenita, particolarmente testardo, si afferra all'estremità del velivolo e viene portato via, tra gli evidenti gesti di rabbia e di sconforto dell'esercito lunare. Seguiamo quindi il rientro della navicella, il suo ammaraggio, lo sprofondare tra i pesci dell'Oceano (ripresa fatta dietro un acquario) e il successivo recupero e traino fino al porto, sempre con il Selenita al seguito. Seguono i festeggiamenti tributati agli eroici scienziati, con contorno di ballerine vestite alla marinara, e la rabbia del Selenita che poi, però, finisce con l'unirsi al tripudio generale e una statua viene eretta in onore del prode prof. Barbenfouillis, con il motto "Il lavoro conquista tutto", poi il girotondo finale.
Quest'ultima parte non sempre è presente nelle varie copie del film che sono in circolazione.
Il tema del viaggio fantastico si snoda attraverso la letteratura e vari autori da L. Ariosto a E. A. Poe, da J.Verne a H.G. Wells, e quello del viaggio sulla Luna era diffuso nel teatro fiabesco e e negli spettacoli di fiera di fine Ottocento; abbiamo persino un'operetta del 1875 sul tema, Le Voyage dans la Lune, di J. Offenbach ed era già stato affrontato dallo stesso Méliès a teatro e al cinema (La Lune à un mètre, 1891).
Questo è il film più ambizioso che il regista abbia realizzato dall'inizio della sua produzione ed è stato girato nello studio dalla struttura di vetro di Montreuil, con grande dispiego di mezzi. Il film costa circa 30.000 franchi, spesi soprattutto per le sontuose scenografie e per i bizzarri e ricchi costumi dei Seleniti.
Nella fantasia di Méliès è tutto eccessivo, sopra le righe: le scene, i costumi, il trucco degli attori e i loro movimenti frenetici.
La fantasia e l'attenzione dello spettatore sono costantemente sottopressione perché la cinepresa è fissa e l'occhio deve cercare di cogliere i numerosi particolari presenti nelle varie scene.
Non esistono didascalie, ma c'è la meticolosa descrizione dei fatti nel catalogo della Star Film , la società di Méliès, a riprova del fatto che tali testi dovessero servire all'imbonitore, figura destinata in breve tempo a sparire, incaricato di commentare l'azione per il pubblico.
Per questa produzione di soli 14 minuti , che potete vedere qui, Méliès impiega un ricco cast che prevede, oltre agli attori, i danzatori del Thèatre Municipal du Chatelet (le stelle e gli operai) e gli acrobati delle Folies-Bergères (i Seleniti). Tutti si muovono su un set pieno di silhoutte di cartone e oggetti reali, dipinti in varie sfumature di grigio. Questa centralità della scena di fronte alla macchina da presa e il miscuglio di scene bidimensionali e tridimensionali conferisce un particolare fascino alla messinscena, che fa pensare un po' all'arte surrealista dei collages. Il film è il risultato paradossale e ironico del personale merge effettuato da Méliès con le opere di J.Verne "Dalla terra alla Luna" e di H.G.Wells "Il primo uomo sulla Luna". I suoi personaggi sono animati dalla sola sete di sapere, dalla curiosità, non sono mossi da intenti colonizzatori o da brama di potere.
Una curiosità in chiusura, che un'appassionata dei Queen come me non poteva tralasciare. Nel videclip della canzone Heaven for everyone, postumo a Freddy Mercury, compaiono alcune scene di Viaggio alla Luna e altri spezzoni di Méliès.
P.S. Il ritratto di Méliès sulla destra e le immagini in chiusura del post provengono dalla "Exposition Georges Méliès" che si è tenuta nel 2008 a Parigi.
5 commenti:
Benvenuta Annarita! E' sempre un piacere parlare di Melies, che ho visto di recente come personaggio nel film "Klimt" di Raul Ruiz (recentissimo).
Secondo me dovresti portare qui anche Hugo Cabret, che ci starebbe benissimo. (consiglio caldamente a chi non c'è ancora stato di fare un giro sul sito "L'angolo di Annarita").
Bene Annarita. Questo è il tuo primo film come guest in Abbracci e pop corn, ma qui sei presente da tempo, con questo fanno dieci post, e ci accorderemo per Hugo Cabret.
Mi sembra che abbiamo trovato un modo brillante per fare riferimento ai filmati Youtube senza mettere lo scatolotto universale, così i filmati si integrano strettamente col testo.
L'Exposition Georges Méliès dell'anno scorso ha Parigi ha avuto un ottimo successo e ci è stata utile ad integrare la dotazione di immagini. Va considerato che in alcune delle immagini parigine sono presenti i Seleniti, misteriosa stirpe su cui occorrerà indagare.
Come Viaggio sulla Luna letterario, la mia predilizione da sempre è per il viaggio di Astolfo sull'Ippogrifo, che permette di riportare in Terra il senno di Orlando, contenuto in una ampolla (se ben ricordo). L'Ariosto fa una osservazione ahimè molto attuale: non c'è solo il senno di Orlando sulla Luna, ce ne sono altri, perché persone prive di senno come Orlando sulla Terra sono tantissime. Basta leggere il giornale ogni giorno per rendersene conto.
grazie Annarita e saludos
Solimano
Grazie a voi per il benvenuto, sono emozionata! Ringrazio ancora Solimano per l'opportunità che mi ha offerto e per il prezioso contributo delle immagini.
Salutissimi, Annarita.
Ti do il benvenuto anch'io, sono molto contenta di essere anche io qua con te... Giulia
Anch'io sono rimasta "Fulminata" dal libro e dalle immagini di Selznik. Grazie per questo approfondimento !
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