Giulia
È solo Wall-e sulla faccia della terra, trafitto soltanto da un raggio di sole che gli ricarica le batterie, è un robot dimenticato sulla Terra, gli uomini l’hanno abbandonata perché ormai invasa dai rifiuti e sono in vacanza interstellare da settecento anni.
Wall-E (il suo nome è l´acronimo di Waste Allocation Load Lifter Earth-Class: come dire spazzino) da 700 anni assolve con diligenza il compito per cui è stato costruito: ripulire il pianeta. Imballa immondizia a cubetti e li impila a formare grattacieli di scorie. Ha due lenti per occhi e un cuore artificiale traboccante d'amore.
E’ diligente, ma possiede una dote che i robot si dice non abbiano: contempla le stelle e sogna un domani migliore.
Gli fa compagnia un piccolo scarafaggio che lo segue come un cagnolino fedele.
Gira solo e assemba rifiuti, ma raccoglie tutto ciò che gli sembra ancora d’interesse e che soprattutto gli piace, come il cubo di Rubik, un vecchio musical, un accendino dentro il rimorchio di un autotreno e tanti altri piccoli oggetti.
Wall-e sembra consapevole che gli oggetti, i "giocattoli" hanno una storia, una vita, un'anima segreta, la traccia di un sentimento che nasce e si definisce nel momento in cui entrano a far parte di un luogo di vita dove i sentimenti non siano ancora banditi in nome di un consumismo che tutto sostituisce e nulla ha più valore. Una percezione che in Wall-e non viene per nulla minata dalla consapevolezza di essere un prodotto seriale della BNL, un'azienda che voleva ripulire il mondo e che invece ha abbandonato la terra a un destino "immondo" e spedito l'umanità nell'iperspazio.
Rinvenuto il vhs di Hello, Dolly!, Wall-e vede e rivede un uomo e una donna stringersi le mani "al di là dell'arcobaleno". Il sentimento di Cornelius per Irene, confessato nella canzone "It only takes a moment", rivela a Wall-e l'amore e la coscienza di essere solo al mondo e dimenticato nel mondo. Almeno fino al giorno in cui lo spazio smisurato dona a Fred la sua Ginger, una robottina sonda chiamata Eve, robot giunto dallo spazio, elegante e accessoriato come un iPod, tanto quanto lui è spigoloso e arrugginito come un vecchio PC assemblato.
Eve è programmata per cercare vita sulla Terra.
I primi momenti sono di diffidenza e paura reciproca, poi pian piano capiranno di non essere nemici, ma solo diversi e inizierà la loro conoscenza che pian piano si trasformerà in amore. Eve entra nel mondo di Wall-e e ne rimane affascinata. Un mondo di robe vecchie e arruginite, ma in cui traspare ancora vita e soprattutto quel desiderio di non "gettare" ma di "conservare". Un luogo dove se si rompe qualcosa puoi ancora trovare il pezzo di ricambio.
Con questi rifiuti Wall-e costruirà una statua per Eve che in qualche modo vuole assomiglairle...
E tra di loro comincerà la ricerca di un linguaggio affettivo che si svilupperà sempre di più. Ed è soprendente come questi due robot diventino espressivi e tremendamente teneri...
Finché la piantina in germoglio che Wall-e offre in dono ad Eve non scatena eventi inattesi e direttamente legati al destino dell'umanità. Un´astronave con grande fragore viene a recuperare Eve.
La vicenda allora ci porta negli spazi siderali, l'azione assume ritmi più dinamici . Wall-e, ormai innamorato cotto, la segue nello spazio. Sulla navetta spaziale con la sua manina d'acciao le chiede di sedersi vicino a lui.
Inizierà l'odissea alla ricerca di Eve, che di continuo incontra e di continuo sfugge, mentre intorno tutto si fa fluttuante. Nella navigazione attraverso lo spazio senza gravità e senza tempo, i sentimenti di Wall-e trovano una trepida e dolcissima evidenza. Vincendo la propria assenza di peso gli amanti artificiali si muoveranno nello spazio a passi di danza dentro un'immensità di polvere di stelle più vera del vero..
L´astronave è una specie di Eden popolato di esseri umani obesi che vegetano sotto il controllo di un Grande Fratello e di tanti robot al suo comando.
La postumanità, quasi invertebrata tanto è obesa, viaggia incosciente nell’infinito, ipnotizzata sulla propria poltrona, senza memoria della Terra e cieca persino all’ambiente che abita, hanno smarrito la capacità di giudizio in un’ipernutrizione d’immagini, omogeneizzate come i cibi semiliquidi che fagocitano.
Saranno proprio i robot con l’arrivo di Wall-e a iniziare la rivolta. Non a caso è un antiquato robot, che ha imparato l’umanità da un vecchio musical, a portare la salvezza a questo inquietante futuro.
Proprio attraverso le vicende di Wall-e e Eve e il loro visibile amore gli uomini, infatti, ritroveranno alcuni dei valori persi come l’amore e il rispetto dell'uomo verso se stesso e dunque verso l'ambiente circostante.
Perfino i titoli di coda, che riassumono la storia della civiltà umana attraverso le rappresentazioni artistiche, sono una piccola chicca.
Realizzata grazie a una nuova tecnologia (sigla PRMan), l´animazione tridimensionale conferisce alle immagini una bellezza da sbalordire. Quanto alla morale della favola, qualcuno potrà trovarla scontata: l´umanità sta andando alla rovina, tra consumi dissennati che devastano l´ambiente e deformano i corpi, il sentimento dominante è la solitudine, per restituire un senso alle nostre vite non ci sono che il coraggio, l´altruismo, lo spirito di sacrificio e, soprattutto, la riscoperta della capacità d´amare. Sarà anche risaputa, ma non è che per questo si senta molto il bisogno di fare davvero qualcosa e che si siano ancora attivando in molti.
E allora ben venga che a rifarcele risentire queste cose siano proprio un piccolo robot dagli occhi dolci e teneri come quelli di E. T.
Non è stato sicuramente facile animare due oggetti prodotti della tecnica, riuscire a esprimere i cambiamenti d’umore, le reazioni e i malumori attraverso robot, che, non si può dire abbiano una mimica facciale. “Lo studio dei personaggi è stato, dicono gli autori, maniacale. Dopo lo script, per creare personalità sfaccettate e a tutto tondo, gli animatori vagavano per strada a osservare, analizzare, studiare le persone, i modi di fare e poi tornavano negli studi e discutevano, consapevoli che non tutto sarebbe stato utile. Si sono scervellati su cosa dovesse trovare Wall-e nella discarica, hanno discusso per lunghi periodi sulla sua reazione alla sparatoria di Eve. Addirittura era un problema l’angolazione dei bulloni del protagonista, vista la sua veneranda età”.
I disegnatori hanno realizzato ben diciotto mila storyboard per ricreare un mondo possibile, credibile
Un altro elemento importantissimo per caratterizzare i personaggi è stato il sound design affidato a un maestro della materia, Ben Burtt, Premio Oscar per il montaggio del suono di Star Wars, E.T. e Indiana Jones. E chi acquistasse il DVD non si perda l'extra che tratta proprio di questo argomento: è eccezionale, davvero da vedere e da "sentire". Insomma un’equipe d’eccezione! Senza tralasciare la colonna sonora affidata a Thomas Newton in collaborazione con Peter Gabriel.
7 commenti:
La morale sarà pure scontata ma, come dici giustamente, l'umanità è ben lontana dall'aver preso coscienza pienamente del disastro a cui sta andando incontro. Le ragioni sono sempre le stesse, incoscienza, superficialità, sete di danaro e di potere.
Non si ha rispetto per l'ambiente in cui si vive, per la natura, per i propri simili. E quando non c'è rispetto scompare anche l'amore.
Grazie, Giulia, per aver portato qui questo film che fa pensare, commuovere, divertire.
H.
Sono molte le opere con una morale scontata che si offre in tutta la propria banlaità. Poche invece, come questo film, riescono a rendere poetico e commovente anche un concetto ovvio. Grazie al tuo bellissimo post ho rivissuto l'emozione della tenera avventura di Wall-e e Eve!
Salutissimi, Annarita
Qualche film nuovo ci voleva! Grazie a Giulia e a chi ne porterò qui altri. (anch'io ne ho messi, non molti ma ci sono...)
Una morale potrebbe essere che chi segnala i pericoli e chi agisce sono persone diverse, nel senso che non sono le stesse persone: quelli che segnalano i pericoli sono spesso persone facili da mettere da parte, come Cassandra nell'Iliade. Il risultato è che con le guide forti degli uomini forti andiamo spesso a sbattere e a farci molto male...
Io di questo fil mi sono davvero innamorata... Soprattutto ho pensato che chi sa animare così bene dei robot, esprimere emozioni e sentimenti, vuol dire che sa ancora cosa sono e questo mi ha consolato e rincuorato... Grazie a tutti, Giulia
E' vero... nel mondo dei cartoons qualcosa finalmente si muove.
Finita l'epoca degli effetti speciali fini a se stessi, e dei cartoni fatti con la fotocopiatrice, forse i nuovi cartoonists sono tornati a ragionare come i vecchi... Speriamo!
Giulia, hai raccontato benissimo il film, introducendo col tuo testo e con le immagini una giusta personalizzazione.
Su questo tipo di film io sono un po' ironico, perché più o meno la storia è sempre quella, non da anni ma da secoli, basta pensare alle circa 600 (seicento) versioni diverse della favola di Cenerentola, che c'è in tutte le culture.
Il meccanismo è sempre quello: l'indietro tutta verso un paradiso terrestre che non c'è mai stato. Separare il (cosiddetto) male dal (cosiddetto) bene è una illusione, perché simul stabunt simul cadent, cosa che facciamo di tutto per non accettare.
Difatti, prova a pensare a questo film quando l'hanno ideato, finanziato, girato, distribuito: le lotte di potere, di soldi, di know how, lotte che ci saranno sicuramente state, la gente lasciata per strada, le furberie nel montaggio, il rapporto con i critici cinematografici, di tutto.
E uno potrebbe dire: quante brutte cose! Ma che sarebbe successo se tutte queste brutte cose non ci fossero state?
Che il film quasi certamente sarebbe stato meno bello!
grazie Giulia e saludos
Solimano
Un mio amico ha lavorato in Italia nella produzione di non ricordo più che cartone animato... E' uno molto bravo. L'hanno sfruttato, fatto lavorare a tutta birra... per pochissimi soldi... Ma questa è l'alltra parte della medaglia di cui bisognerebbe parlare forse...
Sì, è una fiaba e il canovaccio è lo stesso come in tutte le fiabe (vedi Propp), ma è realizzato bene e questo fa la differenza (secondo il mio parere). Poi il messaggio della fiaba sarebbe da riguardare, non è tutto da buttare.
Salut anche a te e grazie,
Giulia
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