Solimano
Nel film Tre passi nel delirio, l'episodio "Metzengerstein" di Roger Vadim è stato sempre meno apprezzato di "William Wilson" di Louis Malle e soprattutto di "Toby Dammit" di Federico Fellini, ma ha dei meriti dal punto di vista della fantasia visiva, della scelta singolare dei luoghi, dei costumi a volte quasi ridicoli ma anche sorprendenti. Mi fa pensare ad un fumetto coloratissimo più avventuroso che orrifico. E la presenza degli animali corriponde a questa sensazione, difatti mi ci vorranno due post.

Ashmolean Museum, Oxford
Una bestia veramente bella, che mi ha richiamato alla memoria i pappagalli dei pittori veneziani, specialmente Giambattista Tiepolo, di cui ne inserisco uno famoso, un pappagallo di un quadro galante. La fanciulla rappresentata ha un'aria meno scatenata di Frederique: sembra quasi ingenua, ma la malizia non può mancare.


Il primo è il Pisanello, con il disegno dell'Albertina di Vienna, che rappresenta la Lussuria. Ma nel disegno compare un coniglio, perché il coniglio aveva un doppio significato: a volte Fecondità a volte Lussuria. Questa rappresentazione della Lussuria fa un po' pensare alla parte di Jane Fonda in questo film. Inserisco anche il noto disegno del ghepardo, attribuito al Pisanello ed oggi al Louvre.
Il secondo riferimento è a un particolare della Adorazione dei Magi che Benozzo Gozzoli dipinse attorno al 1460 nella cappella del Palazzo Medici Riccardi, che era la residenza privata dei Medici. L'architetto Michelozzo di Bartolomeo aveva ultimato il palazzo nel 1449 e fu proprio Cosimo de' Medici a dare la commissione a Benozzo Gozzoli, che rappresentò, fra l'altro, i cortei dei tre Re Magi. In uno di questi cortei c'è un giovinetto a cavallo che ha a fianco un ghepardo. Inoltre, guardando in basso a destra nel particolare che inserisco a sinistra, si vede che c'è un altro ghepardo, o comunque un grosso felino, con colori diversi e con diversità anche nella distribuzione delle macchie nella pelliccia. Qualcuno asserisce che nel giovane è raffigurato Giuliano de' Medici.
Consiglio di ampliare l'immagine per potere osservare meglio i molti dettagli in cui Benozzo era maestro. Inserisco inoltre qui sotto una immagine che permette di vedere il solo ghepardo. Il modo di disegnare e di dipingere l'animale indica con chiarezza che Benozzo non dipingeva a memoria o per sentito dire ma che un ghepardo a Firenze c'era veramente.
In questi due casi si tratta della rappresentazione del mito di Bacco e Arianna. La mitologia dice che Bacco, tornando dalla conquista dell'India, guidava un corteo trionfale in cui il suo cocchio era trainato da pantere. Nel quadro di Tiziano, che rappresenta Bacco che si precipita su Arianna, i felini sono due leopardi, mentre nell'affresco di Annibale Carracci, che rappresenta proprio il trionfo di Bacco e Arianna, i felini sono due tigri (che probabilmente il pittore non aveva mai visto).

Galleria Farnese, Roma
La contessa Frederique de Metzengerstein, pur così libertina e crudele, al suo ghepardo è veramente affezionata, come si vede nell'immagine di chiusura del post.
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