Barbara del blog Lavoretti
Devo confessare che, da quando esiste il lettore dvd, difficilmente guardo un film straniero in italiano.
Giuro di non essere un’intellettuale snob con la puzza sotto il naso: i sottotitoli li metto in italiano e se ci fosse l’opzione li metterei perfino in marchigiano. Non guardo i film in inglese per una particolare tensione cerebrale, lo faccio solo perché ho scoperto che sono molto più belli così. Una delle cose simpatiche è che in questo modo si scoprono un sacco di altarini: ad esempio Tom Cruise secondo me dovrebbe inginocchiarsi di fronte a Chevalier e baciargli i piedi, mentre Leonardo Di Caprio (non l’avrei mai detto) in realtà è bravo ma penalizzato da una vocetta adolescenziale che non gli rende onore e altrettanto vale per quasi tutte le donne, soprattutto Julia Roberts che in realtà ha una voce bellissima ma spesso e volentieri la ritrovo doppiata come Candy (alias Laura Boccanera) e mi aspetto che da un momento all’altro si metta a gridare “Terence, oh Terence!”.
Appare incomprensibile l’oscar di Cate Blanchet per The Aviator, a meno di non ascoltarla in inglese per scoprire l’eccezionale lavoro fatto sulla parlata che ha reso identica a quella della vera Hepburn (anche lei da ascoltare live).
Quindi mettiamo subito in chiaro che io sono per l’originale (e un giorno scriverò qualcosa a proposito dell’originale del Grande Lebowski, lo giuro!!!).
Eppure a volte ci sono delle eccezioni, delle chicche che volano alte, e lo fanno nella nostra bellissima lingua proprio in virtù di uno stato di grazia dei doppiatori. Si tratta molto spesso di commedie e una su tutte è Ritorno al futuro.
Penso che quasi tutti i ragazzi della mia generazione (anni settanta) siano andati più volte al cinema dell’oratorio per rivedere le avventure di quel ragazzetto che- con una macchina che gli sportelli gli si aprono verso l’alto!!!- torna negli anni cinquanta e scopre che i suoi genitori non erano esattamente come se li era immaginati.
Ebbene, mi dispiace per Michael J. Fox e per Christopher Lloyd, ma quello che rimane dopo tutti questi anni non è la loro performance, la loro espressività, il loro calarsi nel personaggio e la loro mimica concettuale.
Tutto ciò che noi ricordiamo è:
“Mi hanno trovato, non so come ma mi hanno trovato. Scappa Martin: i libiciiiiiiiii!”
“Levi Strass, è il tuo nome, no? Ce l’hai scritto dappertutto…anche sulle mutandine!”
“Zitto terrestre! Sono Dart Veder e vengo dal pianeta Vulcano!!!”
“Ehi tu porco levale le mani di dosso!Devo dire anche porco? -Certo! Dì porco, sii un duro pà…papparapappapà!”
“Loraine il delfino ci ha uniti! Sono il tuo delfino…il tuo destino! –Ma quello è Levis Strass. Non è un amore?”
“1,21 Gigawatt!!”
Grazie doppiatori italiani, quando lavorate così!
P.S. Le immagini provengono da Il Grande Lebowsky. (s)
18 commenti:
Anch'io da qualche tempo preferisco vedere i film in lingua originale con sottotitoli. Tutto quello che dici, Barbara, lo condivido. La maggior parte dei nostri doppiatori sono bravissimi, ma non ascoltando la voce "vera" dell'attore, inevitabilmente ascoltiamo una recitazione falsata (e questo a prescindere, appunto, dalla bravura dei doppiatori). Ascoltare Cate Blanchett con la sua voce nella scena madre con Judith Dench in "Diario di uno scandalo" o in "Elizabeth The Golden Age" è tutt'altra cosa che sentire la versione italiana. Una volta ho letto un'intervista in cui Ralph Fiennes, che da quel che mi risulta è anche ottimo attore di teatro, diceva che lo addolorava sapere che in molti paesi non avrebbero ascoltato la sua voce, perchè questo vanificava tutto il suo lungo lavoro sulle sfumature, le intonazioni etc.
In quanto all'immagine distorta (nel meglio e nel peggio) che riceviamo, per me basta sopra tutti l'esempio di De Niro, che ha sempre avuto un eccellente doppiatore con una splendida voce. Che però... non è la sua.
La prima volta che ho sentito l'originale de "Il Padrino" m'ha preso un colpo. Come pure per Marlon Brando e tanti altri.
In questi giorni sto guardando la quarta stagione di LOST in americano con sottotitoli. Embè, ragazzi... tutta un'altra musica. E questo senza nulla togliere ai doppiatori italiani di Lost sono bravissimi.
Anche io ho visto Lost in lingua, bello davvero :-)
Cara Barbara, sono d'accordo. Con i dvd ci stiamo viziando...
Il mio shock personale (l'ho scritto anche qui in uno dei primi post, un anno fa) è stato con Liz Taylor e Richard Burton.
Li avevo sempre trovati insopportabili, poi un giorno li ho beccati con le loro voci a litigare in "Chi ha paura di Virginia Woolf" e sono rimasto a bocca aperta.
Niente birignao, niente vocine bisbetiche, si davano di quelle sberle! Molti film degli anni 60-70 sono quasi inascoltabili, con tutto il rispetto per le voci bellissime che ci lavorano: ma sono sempre quei cinque-sei doppiatori che girano, mentre le facce cambiano...
Poi le cose sono un po' cambiate, negli ultimi anni (da Giancarlo Giannini che rifà Nicholson per Kubrick, direi).
Un'altra cosa che ho scritto qui riguarda il sergente Garcia: nell'originale ha una bella voce e canta benissimo, in italiano è stonatissimo: fa ridere, ma insomma.
E poi c'è tutto il discorso su Stan Laurel e Oliver Hardy...
bellissimo questo post e assolutamente condivisibile per quel ch emi riguarda
chicca
Quel pomeriggio, a Parigi pioveva, così entrammo in un cinemino dove facevano Il sorpasso, che avevamo già visto in Italia. Avevamo meno di vent'anni e fu divertentissimo. A parte il film -che è divertente anche oggi- vedersi il film in italiano con i sottotitoli in francese (e col cinema affollato)fu una esperienza che mi ricordo benissimo. I francesi non doppiavano i film, mentre noi abbiamo sempre doppiato tutto.
La cosa più bella erano le risate che partivano con tre secondi di ritardo rispetto a noi, perché dovevano leggere.
Adesso sto diventando un komeinista, fra un po' guarderò in lingua originale i film russi e quelli afgani (coi sottotitoli, naturalmente...). Perchè, a livello di comprensione vera del film, è tutta un'altra cosa. Ma i film in francese li guardo coi sottotitoli in francese, e quelli inglesi con i sottotitoli in inglese, non per fare lo snob, ma per essere più addentro al film. E', fra l'altro, un sistema formidabile per tenere fresche le lingue.
grazie Barbara e saludos
Solimano
Solimano, io è da un mese che vedo film in russo e in georgiano...e anche in hindi, a dire il vero, che è la lingua di Bollywood (do you remember Bollywood?).
Temo che tra poco comincerò a sognare in cirillico con sottotitoli in siciliano ^__^
Ragà...io pensavo di essere una pioniera, ma a questi livelli non ci sono ancora arrivata!
'Cipicchia!
Che poi la regola è che non c'è regola: certi filmazzi divertenti, tutti giocati in superficie (ci vogliono anche quelli), è meglio vederli nel modo meno affaticante possibile, anche perché li si guarda in compagnia. Però proviamo ad immaginarci che tipo di fruizione può avere dell'Armata Brancaleone uno che non sia italiano. Il che è vero anche per le traduzioni di certi libri: Gadda, ad esempio, ma anche Verga e Svevo.
saludos
Solimano
Non so se qualcuno se li ricorda, ma ci sono certi film italiani dove Nino Manfredi è doppiato (era ai suoi inizi), o magari anche Mastroianni.
Non si sa se ridere o se cambiar canale...
a proposito che ce vole anche l'evasione: a me shaolin soccer con la voce dei calciatori mica era dispiaciuto, l'ho visto anche in cinese (giuro) quando ancora in Italia non era stato distribuito ma con quel doppiaggio così maldestro era esilarante
Giuliano un esempio famoso è Claudia Cardinale, che veniva doppiata perchè la sua (secondo me bellissima) voce un po' rauca non era ritenuta "presentabile".
E' vero, la voce della Cardinale è bellissima!
Sono d'accordo, anche a me piace quella voce roca (lei ci scherza su in "Certo, certissimo anzi probabile", anno 1968) ma doppiare la Cardinale ci può stare. Nino Manfredi doppiato è una cosa che lascia stralunati per almeno un mese! (sarà stato per via dell'accento ciociaro, o perchè non aveva tempo per ridoppiarsi?)
Oyrad e Giuliano, anche a me piace la voce roca della Cardinale, ma va detto che nei primi film probabilmente non la doppiavano perché era un po' ruspante, difatti le facevano fare solo certe parti. A parte la bellezza, aveva una grande presenza sullo schermo, ma rispetto ad altre mancava di duttilità e di umorismo. Poi crebbe, sfruttando al meglio le qualità naturali. Ma Stefania Sandrelli aveva fatto Divorzio all'italiana a quindici anni e La bella di Lodi a meno di vent'anni!
saludos
Solimano
Solimano hai citato Stefania Sandrelli.
Ecco, per me Stefania Sandrelli è un mistero più misterioso del 15° Mistero di Fatima.
Non mi sono mai potuta capacitare di come questa tipa (che certo era ed è tuttora belloccia, vogliamo dire bella? Ma si, diciamolo pure: bella. Sono disponibile a concederle tutto tranne una benchè minima capacità di recitazione) sia riuscita a fare film con alcuni dei meglio registi sulla piazza.
A me è sempre sembrata monocorde, una vocetta inascoltabile ed insopportabile, capacità di recitazione (leggi = di zeligzazzione = metamorfizzazione) pressocchè sottozero.
Però io non sono una regista, sono solo una spettatrice.
I registi, si sa, sono tutt'altra cosa. Se a loro la tipa è piaciuta ci avranno avuto il loro perchè.
Io, da parte mia, aspetto fiduciosa che prima o poi qualcuno mi dis-veli il Mistero.
Nel frattempo, evito i film e le fiction televisive in cui compare.
Gabrilu, il bello, ad essere spettatori, è che ognuno ha ragione, a farsi piacere quello che gli piace. Il piacere non è una cosa piccola, c'è dentro di tutto.
Tempo fa, in un blog, tutti ad esaltare Grace Kelly e a dire che peccato che si sia fatta monegasca, smettendo di fare film.
Ho detto che a me è spiaciuto ancora di più che Marisa Allasio si sia fatta savoiarda ed abbia smesso pure lei coi film.
Ribellione generale: "Ma vuoi mettere la classe di Grace Kelly?"
Ho ribattuto: "Sì, Marisa Allasio sa un po' di campagna, vedi caso "La ragazza di campagna" è il film con cui Grace Kelly ha preso l'Oscar ed è diventata famosa".
Non si sono neanche accorti che li prendevo in giro, ed hanno continuato con le glorie del principato farlocco.
Il cinema, in certe cose, non è per niente meritocratico: una è una bravissima attrice in teatro, pure bella assai e nel cinema non funziona, una no e invece funziona: basta guardare in IMDb la sequenza dei film che ha fatto (meglio: da cui è stata fatta)Stefania Sandrelli.
Pasolini era un uomo di enorme cultura che ha fatto diversi brutti film, Germi era piuttosto ignorante ma non c'è un suo film che non abbia qualcosa che è ancora vivo. Giungo a dire che Divorzio all'italiana lo si ricorda più per la particina della Sandrelli che per il barone Cefalù di Mastroianni (che fra l'altro era partito proprio come belloccio).
Queste strane ingiustizie le trovo fra gli aspetti più affascinanti del cinema, ma sono uno spettatore che tende ad abbracciare...
saludos
Solimano
Barbara, ho provveduto ad inserire nelle etichette al tuo post anche i Fratelli Coen e Robert Zemeckis, perché nel testo parli di Ritorno al futuro e un po' anche de Il Grande Lebovsky da cui provengono le immagini. Fra l'altro, ho scoperto che fra i quasi mille nostri post non c'era ancora una etichetta per Robert Zemeckis, e questo la dice lunga sul mare magnum che è il cinema!
saludos
Solimano
Penso che si possa chiudere concordando con Barbara: non è sempre vero che le voci originali sono le migliori, a volte i doppiatori italiani sono magnifici, meglio degli originali; a volte è match pari, come la voce di Giampiero Albertini per il tenente Colombo.
saludos
Giuliano
PS: su Zemeckis avevo scritto un bel post per Stile Libero... Ha fatto tanti film belli e di grande successo ma alla fine quel nome lì non se lo ricorda mai nessuno.
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