mercoledì 30 aprile 2008

Parigi nel cinema: Irma la dolce (2)

Irma la Douce, di Billy Wilder (1963) Dalla commedia di Alexandre Breffort, Sceneggiatura di Billy Wilder, I. A. L. Diamond Con Jack Lemmon, Shirley Mac Laine, Lou Jacobi, Bruce Yarnell, Herschel Bernardi, Hope Holiday, Joan Shawlee, Grace Lee Whitney, Paul Dubov, Howard MacNear, Cliff Osmond, Diki Lerner, Herb Jones, Ruth Earl, James Caan Musica: André Previn Fotografia: Joseph La Shelle Art Direction: Alexandre Trauner (147 minuti) Rating IMDb: 7.3
Solimano
Nel post precedente dedicato a Irma la Douce (1963) avevo anticipato che il film è stato interamente girato negli studi Samuel Goldwyn Warner di Hollywood.
Eppure questo film è un grande regalo a Parigi fatto non tanto da Billy Wilder ma da Alexandre Trauner, che aveva la responsabilità dell'Art Direction. Il regalo è la ricostruzione del mercato de Les Halles, fatta quattro anni dopo che era stata presa la decisione (1959) di trasferire il mercato a Rungis e a La Villette. Solo sei anni dopo il film, cioè nel 1969, il mercato sarà effettivamente trasferito.
La ricostruzione fatta da Alexandre Trauner è straordinaria. Per me è anche emozionante. A quegli anni risalgono i miei primi viaggi a Parigi, e nel quartiere capitavo spesso, non consapevole di quanta lunga fosse la storia di quel mercato e di quante discussioni ci fossero su che fare in futuro. Le discussioni non sono ancora finite, ci sono stati scacchi e successi, occorrerebbe non un post, ma un blog col fiato lungo per raccontare tutta la storia di Les Halles, dall'anno 1135 in cui vi fu trasferito il mercato, che prima era in Place de Grève, che è l'odierna Place de l'Hotel de la Ville, in cui per secoli si svolsero le esecuzioni capitali, ed in cui, il 25 aprile 1792, decollò la ghigliottina fra la delusione della folla, che la trovò troppo rapida.
Ma torno al film, augurandomi che al Beaubourg abbiano già fatto una mostra fotografica delle immagini tratte da Irma la Douce, io qui ne metto sei, tante ma anche pochissime.
La ricostruzione di Alexandre Trauner è stata giustamente definita "più vera del vero", e da sola varrebbe la visione del film.
Alexandre Trauner era ungherese, nato a Budapest nel 1906, e fra Art Direction, Production Designer, Set Decoration partecipò a film quali L'Age d'or (1930), Quai des Brumes (1938), Les Enfants du Paradis (1945), Don Giovanni (1979) e tanti altri. Scomparve nel 1993.

Perché Les Halles in Irma la Douce?
Per due motivi.
La professione di Irma la Douce (Shirley Mac Laine), cioè la prostituta di strada con alberghetto convenzionato, era diffusissima in alcune strade vicine a Les Halles in ogni ora del giorno. Ricordo un pomeriggio in cui casualmente capitammo in tre in una di quelle strade alle tre del pomeriggio. Ci trovammo immersi in un pigia pigia molto professionale che ci incuriosì ed intimidì, perché a quel modo di guardare negli occhi i passanti, a quelle frasette secche, irridenti e promettenti non eravamo proprio abituati, da cronici frequentatori di oratori parrocchiali.
Il secondo motivo è che Nestor Patou (Jack Lemmon), l'ex poliziotto divenuto protettore, lavora di notte a Les Halles per procurarsi i soldi da dare a Lord X (sempre lui) che li darà ad Irma che li darà ancora a Nestor, così il giro si chiude.
Ma ecco le immagini de Les Halles ricostruite da Alexandre Trauner:



Visioni di insieme

Mercato del pesce


Mercato della frutta

I famosi dodici padiglioni del mercato de Les Halles furono progettati poco dopo il 1848 dall'architetto Victor Baltard; dieci furono costruiti fra il 1852 ed il 1870, mentre gli ultimi due furono terminati solo nel 1936. Riporto qui una bella visione a volo d'uccello che ho trovato in Wikipedia:

Ma torniamo alla nostra Irma la Douce. All'inizio del film la vediamo uscire dall'Hotel Casanova seguita dall'ultimo cliente (un americano col cappello da cow boy) e la strada è assai frequentata anche in ore antelucane. Fra un po' arriverà il poliziotto Nestor Patou, che non capirà nulla di quello che succede (ancora più ingenuo di quei tre ragazzi di Parma...). Ma si innamorerà di Irma e lei di lui, gran bella cosa.

Chiudo con due immagini che hanno stranamente qualcosa in comune: il particolare decorativo di un padiglione di Victor Baltard, e una chiave di volta nella chiesa di Saint-Eustache, una delle più belle e più grandi di Parigi. Saint-Eustache, contigua a Les Halles, è l'ultimo grido del gotico fiammeggiante già in pieno Rinascimento.


4 commenti:

Anonimo ha detto...

Anche una fotina di Nestor che scarica i quarti di bue non ci stava mica male...

Secondo me Billy Wilder in questo film si scatena. Geniale l'omicidio di lord x e il processo fatto poi a Nestor. Ammirazione pura. Uno dei miei registi preferiti.
Per quanto riguarda Parigi...boh!...io non ci sono mai andata, ma se è come ritratta nel film mica male eh! :-D

Roby ha detto...

Barbara carissima, la Parigi del film -e delle altre foto magistralmente trovate e pubblicate da Solimano- in gran parte non esiste più: si tratta comunque di una città "magica", che merita ben più di una visita... ma su questo la più ferrata è Gabrilu, che tra Place de la Concorde e Notre Dame è di casa, per cui mi appello al suo insindacabile giudizio.

Bisous!

Roby

PS: Solimano, quando si torna a riveder la Senna?

Habanera ha detto...

Oh, ma la vogliamo smettere?
Questa è una provocazione, caro Solimano, perchè sai che sono appena tornata da Parigi e che ancora una volta ci ho lasciato il cuore. E' sempre molto difficile staccarsene e più ci vai più ci vorresti ritornare...
Forse ne scriverò qualcosa sul Nonblog, appena trovo un attimo di tempo e sempre che il mio pc la pianti di fare le bizze come sta facendo.
H.

Solimano ha detto...

C'è una analogia fra "Irma la dolce" (1963) e "Un americano a Parigi" (1951). In entrambi i casi c'è una puntigliosa e credo costosissima ricostruzione in studio con risultati eccezionali che solo in qualche momento sfiorano la cartolina turistica.
Ha ragione Barbara: ci stava bene Nestor Patou con i quarti di bue, ma l'immagine non ce l'ho (per il momento...).
La cosa più bella di Parigi è che migliora ogni volta che ci vai, perché scopri posti sempre nuovi e meno inflazionati dal turismo di massa: parchi, musei, teatri, strade, e vorrei proprio che Habanera scrivesse sul Nonblog due o tre post su ciò che ha visto (o rivisto) in questi giorni.
A Parigi è bello andarci in buona compagnia, già affiatata dalla vita, come ho fatto per Venezia in inverno quattro volte: quattro famiglie, sedici persone. Non sono riuscito a realizzare tutto quello che volevo: un pulmino con venti posti, così si sarebbe stati in compagnia anche durante il viaggio. E Roby tocca il tasto giusto, mi ha fatto venire voglia di tornarci, magari vado anche in giro a scattar foto di location di film: il match Parigi-Roma prosegue nel blog, come post siamo 10 a 10 e fra un po' di muoverà anche quella pigrona di Venezia.

saludos y besos
Solimano