venerdì 14 marzo 2008

Otto donne e un mistero

8 Femmes, di François Ozon (2002) Libero adattamento dal testo di Robert Thomas, Sceneggiatura di François , Marina De Van Con Fanny Ardant, Emmanuelle Béart, Danielle Darrieux, Catherine Deneuve, Isabelle Huppert, Virginie Ledoyer, Firmine Richard, Ludivine Sagnier Musica: Krishna Levy Fotografia: Jeanne Lapoirie Premi: Migliori attrici (tutto il cast) European Film Awards (2002) (113 minuti) Rating IMDb: 7.0

Gabrilu sul suo blog NonSoloProust

Dopo tanti ottimi ma angosciosi film che andavano dall'Alzheimer di Fiona/Julie Christie di Lontano da lei allo psicopatico serial killer di Non è un paese per vecchi al Johnny Depp barbiere tagliagole di Sweeney Todd e al novello "Citizen Kane revisited" de Il petroliere Daniel Day Lewis --- bravissimo quanto si vuole ma mortifero anzicheno' ---infatti non a caso il titolo originale del film è There will be blood --- ... beh, che vi devo dire... avevo proprio bisogno di riprendere fiato.

Anni cinquanta. Una grande villa borghese in piena campagna immersa nella neve. Ci si prepara al Natale. Ma i festeggiamenti non ci saranno, perchè il padrone di casa viene trovato pugnalato nel suo letto.

La casa è completamente isolata dalla neve. I fili del telefono tagliati. Non è possibile chiamare la polizia neanche andandoci in macchina, perchè i copertoni delle ruote sono stati tagliati (ma va?!?).

In casa ci sono otto donne: è subito chiaro che solo una di loro può essere l'assassina. Ma quale ?

Le donne non possono muoversi dalla casa. Comincia una lunga giornata fatta di domande, di sospetti, di litigi, di tradimenti e di rivelazioni.

Già. Ma chi sono queste donne? Ed è qui che viene il bello.

Ci troviamo davanti ben tre generazioni di attrici francesi, tra cui mostri sacri come Danielle Darrieux, Catherine Deneuve, Fanny Ardant, Isabelle Huppert. Che recitano (e cantano) con deliziosa ironia ed autoironia. Abbigliate con vestiti in puro stile anni '50. Guardiamole più da vicino, perchè una di loro è certamente l'assassina.


Mamy (Danielle Darrieux): suocera del caro estinto, donna tirchia e mezza alcoolizzata. Immobilizzata su una sedia a rotelle. Ma poi si scopre che quando vuole saltella come uno grillo.

Gaby (Catherine Deneuve): moglie del caro estinto, moglie e madre esemplare che però ben presto si rivela molto poco tale.

Suzon (Virginie Ledoyen), figlia maggiore di Gaby e del caro estinto. Di cose da raccontare ne ha, oh, se ne ha...

Catherine (Luidivine Sagnier), la figlia minore, insolente e pigra, la figlia preferita di papà. Dotata di fantasia e spirito d'iniziativa notevolissimi, non c'è che dire.

Pierrette (Fanny Ardant), sorella del caro estinto e dunque cognata di Gaby (Catherine Deneuve). Venale e con uno stile di vita molto discutibile: è stata anche spogliarellista. Oltre a tutto il resto.
Indossa uno schianto di vestito rosso fuoco.

Madame Chanel (Firmine Richard) Governante, cuoca e balia di Suzon e Catherine. Sembra un'ottima donna. Sembra.

Louise (Emmanuelle Béart) da due mesi cameriera personale di madame Gaby. Ma serviva bene anche il caro estinto, a quanto pare.

Augustine (Isabelle Huppert) Cognata del caro estinto e sorella di Gaby. Zitella acida, golosa, ipocondriaca, lingua di vipera e... vergine. Quanto le sarebbe piaciuto diventare l'amante del cognato!

...E poi, ovviamente, c'è Marcel, la vittima. Di lui vediamo solo la schiena con il pugnale conficcato nel mezzo. Ma in fondo, di lui che ci importa?

Che cos'è 8 donne e un mistero? Un giallo-musical. Comico, irriverente. Un film che prende in giro la grande commedia americana anni '50 facendo il verso alle varie Doris Day e Lucille Ball ma anche ai gialli all'inglese, ad Agatha Christie e ai suoi Dieci piccoli indiani (la casa isolata circondata dalla neve, l'assassino non può che essere uno dei convitati) ed al musical. Ciascuna delle otto attrici infatti ad un certo punto si mette a cantare incurante della ingombrante presenza in forma di cadavere del marito-padre-cognato -padrone.

I colori sono decisi e cercano di riprodurre quelli del vecchi technicolor. Non ci si stupirebbe di veder piombare sulla scena, da un momento all'altro, Lana Turner e scoprire che la località in cui si trova la casa delle otto donne si chiama... Peyton Place, per esempio.

Insulti, recriminazioni, scheletri nell'armadio si sprecano. Il decoro borghese che ci viene presentato all'inizio del film si sbriciola miseramente rivelando la presenza, in questa deliziosa famiglia, di tutti e sette i vizi capitali conditi da un tocco di incesto e di saffismo.

Eppure, e nonostante non se lo aspetti nessuno, il film si rivela alla fine un vero giallo: con tanto di colpo di scena in grande stile e con le spiegazioni del come e qualmente il fattaccio è avvenuto.

8 donne e un mistero è basato su una piéce teatrale, ed infatti si svolge praticamente tutto in un unico ambiente, il grande salotto di casa.

Ciascuna delle otto donne è caratterizzata da un brano musicale che canta e balla. Le canzoni sono state scelte tra quelle molto care ai francesi, ed alcune di esse sono famose non solo in Francia. La mia preferita è la canzone di Aragon-Brassens cantata da Danielle Darrieux, ma notevole è anche quella di Françoise Hardy sussurrata da Isabelle Huppert. Per non parlare del fatto che vedere Catherine Deneuve cantare e ballare alla Sylvie Vartan è da alzarsi in piedi e mettersi a battere le mani.

* Ludivine Sagnier : T'es plus dans l'coup papa (Sheila)
* Isabelle Huppert : Message personnel (Françoise Hardy)
* Fanny Ardant : À quoi sert de vivre libre (Nicoletta)
* Virginie Ledoyen : Mon amour, mon ami (Marie Laforêt)
* Firmine Richard : Pour ne pas vivre seuls (Dalida)
* Emmanuelle Béart : À pile ou face (Corynne Charby)
* Catherine Deneuve : Toi jamais (Sylvie Vartan)
* Danielle Darrieux : Il n'y a pas d'amour heureux (Louis Aragon, Georges Brassens)

1 commento:

Solimano ha detto...

Gabrilu, vedrò il film, ma mi è venuto un sospetto. Che la spiegazione finale sia del tipo di quella di Assassinio sull'Orient Express, che non dico qual è, per rispetto a chi non ha visto il film. Però mo segno Isabelle Huppert: è pure vergine, stavolta, peggio che ne La pianista e in Grazie per la cioccolata!

grazie e saludos
Solimano