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Solimano
Nel 1953 fu girato il film Siamo donne, che ebbe una storia strana, come succedeva quasi sempre quando di mezzo c'era Cesare Zavattini. L'idea di Zavattini fu di fare un film in cui quattro celebri attrici si raccontassero, interpretando un episodio vero della loro vita. Facile a dirsi, meno facile a farsi, anche perché due delle attrici dovevano essere Ingrid Bergman e Anna Magnani, i cui rapporti non erano rose e fiori, come noto a tutti. Il problema fu risolto facendo sì che i registi fossero quattro, uno per ogni attrice, così Roberto Rossellini diresse Ingrid Bergman e Luchino Visconti diresse Anna Magnani. Le altre due attrici furono Alida Valli (diretta da Gianni Franciolini) e Isa Miranda (diretta da Luigi Zampa).
Il film ha diversi motivi di interesse, ne scriverò fra un po' di tempo. Qui racconto l'inizio dell'episodio di Isa Miranda perché si svolge in modo curioso, come si vede dalle immagini che inserisco.
Avevo un'idea ambiziosa: trovare alcune riproduzioni a colori dei quadri ed inserirle qui, ma per in momento non ci sono riuscito. Però ho appreso alcune cose che non sapevo e che mi hanno fatto capire meglio il perché delle scelte di Isa Miranda. Era molto amica di Cesare Zavattini, che abitava nello stesso palazzo sulla Nomentana. Zavattini era un personaggio vulcanico, era anche pittore e quei pittori li conosceva tutti.
Poi... silenzio.
Isa Miranda è scomparsa nel 1982, dopo essere stata sola per mesi in ospedale, un anno dopo la morte del marito Alfredo Guarini, che era stato il produttore di Siamo donne.
Dove sarà la sua collezione di ritratti? Dispersa oppure ancora integra da qualche parte? Mi piacerebbe che questo post fosse aperto a modifiche, vorrei saperne di più, e c'è un motivo che riguarda il film. L'episodio di Isa Miranda non è il meglio del film, ma è la parte più vera. Mentre le altre attrici hanno risolto il problema raccontando di sé dei fatterelli gradevoli, Isa Miranda, che era nata nel 1905, nel film racconta una sua sofferenza: il rimpianto di non avere avuto un figlio.
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3 commenti:
E' molto interessante, mi intriga parecchio la storia della collezione di quadri dimenticata...sarebbe un soggetto fantastico per un racconto..
Il post è molto bello e non sapevo nulla nemmeno del film. Adesso tormenterà anche me la domanda su dove sia la collezione di ritratti, però hai fatto il nome di Toti Scialoja, e tu sai che davanti a Scialoja non mi trattengo...
1.
Due oche di Ostenda,
in guanti e mutande,
pedalano in tandem
all'ombra dei dolmen
e in meno di un amen
imboccano un tunnel.
2.
Sono in Asia, ed Asia sia;
vedo un sosia che mi spia;
l'ansia è falsa compagnia,
stapperò la malvasia.
3.
Cane nero, cielo bianco,
campo rosso di trifogli.
Cane rosso, cielo nero,
campo bianco se li cogli.
4.
L'ape che fuma pepe
lo stipa nella pipa.
5.
Il sogno segreto
dei corvi di Orvieto
è mettere a morte
i corvi di Orte.
6.
E' la Pasqua, la Pasqua, la Pasqua!
Corro in bagno, riempio la vasca,
perché al suono di tante campane
la mia anima puzza di cane.
7.
Topo, topo,
senza scopo,
dopo te cosa vien dopo ?
(Toti Scialoja, Versi del senso perso)
(ma quale è, poi, il quadro di Scialoja? provo a vedere se si capisce)
Eh sì, Barbara! Un racconto che si presterebbe a tante varianti, perché Isa Miranda è stata una grande diva. Hollywood voleva contrapporla a Marlene Dietrich e potrebbe essere una storia di spettatori cronicamente adoranti.
Sull'altro versante, qualche banca, le banche sono piene di quadri.
Giuliano, a me Scialoja piace più come poeta che come pittore, e credo che succeda lo stesso anche a te.
grazie e saludos
Solimano
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