lunedì 4 maggio 2009

Ritratti di signori: Cary Grant (1)


Giulia

Ha popolato il mondo dei sogni di molte ragazze di più generazioni visto che è nato nel 1904 e piaceva anche a me e alle ragazze della mia età anche se era più vecchio di quarant’anni. Del resto Grace Kelly nel 1978 diceva: "Si invecchia. L'unico a cui non succede è Cary Grant".
Eppure allora non usava ancora tingersi i capelli, né tanto meno fare plastiche di vario tipo. Ci piaceva così e sinceramente non realizzavamo che poteva essere abbondantemente nostro padre.
Pauline Kael, uno dei più importanti critici cinematografici americani, ha dichiarato sempre negli anni '70: «ti rende felice solo a guardarlo» e lo ha definito «l’uomo della città dei sogni».
Ha poi aggiunto: "Non gli si chiedeva di essere profondo: bastava che fosse bello, dolce e che ci facesse ridere".
Ed io lo sapete già ero una ragazza romantica e sognatrice.
Aveva sempre l’aria scanzonata e divertita: non era solo bello, era simpatico, a volte tenero e il suo sorriso ammiccante ed ironico ci incantava. Piaceva con lo smoking, pronto ad andare ad una festa ma piaceva anche più sportivo. Era naturalmente elegante ed affascinante.


Certo Archibald Alexander Leach non era un nome da attore e, infatti, appena ingaggiato alla Paramount diventerà Cary Grant. Racconta che gli dissero "'Abbiamo bisogno di qualcosa di corto, incisivo e facile da ricordare, come Garbo'. Una segretaria entrò con un elenco di cognomi e me li mise davanti e così fu deciso".
La sua fanciullezza non presagiva quello che sarebbe diventato.

Era, infatti, povero e non ha avuto un'infanzia felice. La mamma era stata ricoverata in una clinica per malattie mentali quando lui aveva solo nove anni. Un giorno arrivato a casa non l'aveva trovata: il padre, che lavorava in una sartoria, gli disse che la mamma era morta di cancro. Marc Eliot, in una delle sue biografie, ci racconta che il bambino visse la notizia con un dolore che lo segnò per il resto dell’esistenza, che si trasformò in sgomento e quindi in rabbia quando scoprì, dieci anni dopo, che la madre era ancora viva, ed era stata internata in una clinica psichiatrica dal padre che aveva un’amante. Cary Grant si prese cura della madre, alla quale rimase attaccato moltissimo fino alla fine dei suoi giorni.

Ancora quindicenne viene espulso dalla scuola e, falsificata la firma del padre, se ne va con una compagnia di saltimbanchi.
Fa l'acrobata, il funambolo, l'attore da music hall. E questa sua abilità gli sarà utile quando diventerà attore.


Cary Grant con Katharine Hepburn in Susanna

Gira tutta l'Inghilterra al seguito della compagnia e con loro lascia il suo paese per sbarcare a New York nel 1920 dove partecipa allo spettacolo "Good Times" a Broadway ottenendo un discreto successo.
Decide così di rimanere in America e, per mantenersi, si adatta a svolgere vari lavori, come quello di uomo sandwich sui marciapiedi di Coney Island a New York.

Ormai quasi trentenne, si trasferisce a Hollywood e ottiene un ingaggio alla Paramount come caratterista tuttofare. Nel 1936 Grant riesce però a emanciparsi dalla major e diventa il primo attore hollywoodiano indipendente. La costruzione dell’immagine di divo raffinato, un po' sornione, elegantissimo è nelle sue mani: è in questo periodo che Cary Grant diventa "Cary Grant".

Nel giro di pochi anni arriva al successo interpretando commedie al fianco di dive come Marlene Dietrich, Mae West e Katharine Hepburn.




La fama internazionale arriva con i film diretti da Alfred Hitchcock: "Notorious" (1946), "Caccia al ladro" (1955) e soprattutto "Intrigo internazionale" (1959).
Alfred Hitchcock dirà di lui:
"Cary è meraviglioso. Un regista non dirige Cary Grant, è sufficiente che lo metta davantii alla cinepresa. E poi lui fa in modo che il pubblico si identifichi con il suo personaggio. Voglio dire Cary Grant incarna un personaggio che noi conosciamo. Non è un estraneo".


Voglio parlarvi di "Caccia al ladro" perchè è stato il primo film che ho visto con lui come interprete. Fu quel giorno che, come molte donne prima di me, mi innamorai anch'io di lui.
Caccia al ladro non è sicuramente uno dei migliori film di Hitchcock e dell'attore, ma è un film ricco di glamour sia per l’ambientazione da favola (la costa azzurra),


sia per l'eleganza dei suoi meravigliosi protagonisti, icone ieri come oggi di raffinezza, grazia e signorilità.


E' un film simpatico e divertente: basta vedere come si divertivano anche loro:


Una scena che poi si conclude con un bacio. Non sembra anche a voi che Alfred Hitchcock guardi con gran tenerezza i due (o forse invidia?) oppure, dopo tutto quel ridere sta dicendo "finalmente ce l'abbiamo fatta"?



Una divagazione: in questo film Grace Kelly mi sembra fare le prove generali del suo futuro matrimonio con il principe di Monaco Ranieri che incontrerà proprio in quei giorni e che da quel momento la tempestarà di lettere d'amore. Il suo incedere è già quello di una principessa.




Alla prossima puntata.

13 commenti:

Elena ha detto...

Un signore sotto ogni aspetto. L'uomo più elegante di tutti i tempi, anche nel modo personalissimo di essere ironico.
Con uno dei suoi sorrisi avrebbe fatto capitolare anche la sfinge.
Certo la coppia con Grace Kelly era la perfezione. Credo che Hitchcock in quella foto fosse in estatica contemplazione, come non si capacitasse di tanta grazia, signorilità e bellezza.

Silvia ha detto...

Lui è il tipico attore per cui, io, m'identifico con ogni attrice che debba cadergli ai piedi, qualsiasi ruolo faccia,qualsiasi fisico e colore di capelli abbia, perchè l'importante è cadere in totale adorazione di questo attore unico.
Elengante, ironico,misurato, BELLO, simpatico.
Grace incarna il mio ideale esteriore di donna. Se mi fosse venuto in mente di emulare un'attrice sarebbe stata lei, risultati a parte.
Insieme sono la grazia e la signorilità personificate.
Li associo ai diamanti: bellissimi, pieni di luce, ma sembrerebbe privi di sangue. Non riesco ad immaginarli pieni di passione.
C'è un'immagine di lei, non ricordo il film con abito chiaro ampio e cappello a tesa larga che toglie il fiato. Era di una bellezza disarmante.

Solimano ha detto...

Praticamente è come se l'avessi conosciuto: uno del trio sul lago di Garda, quello detto l'angelo, era molto simile a Cary Grant e senza dirlo (ma era chiaro) se lo guardava come modello, ma gli veniva con naturalezza. E le donne dicevano proprio così, appena lo vedevano, fosse anche per la prima volta: BELLO. Le donne, questo tipo di bellezza (che è molto particolare) l'avvertono subito, secondo me si accorgono, sentono, che è un BELLO che le capisce, proprio come donne.
Ma se non avete visto i film degli anni trenta non sapete del tutto com'era Cary Grant. La sua partner perfetta era Katharine Hepburn, e in Il diavolo è femmina e Susanna sono perfetti, del tutto complementari: caratteristiche secondarie maschili lei, caratteristiche secondarie femminili lui, il massimo della commedia sofisticata. Hitchcock capisce il suo lato oscuro, in un certo senso lo invidia e lo ammira, ma capisce benissimo che l'attore Cary Grant era una specie di provvidenziale compensazione dell'uomo Cary Grant e dei problemi irresolubili che aveva dentro, perché scappò di casa a quindici anni.
Siamo in attesa della seconda puntata...

grazie Giulia e saludos
Solimano

giulia ha detto...

Come sono d'accordo con voi, Silvia ed Elena. Devo dire che Grace non era il mio ideale di donna, ma comunque splendida da essere irraggiungibile.

Solimano, adoro i film con Katharine Hepburn e penso che farò dei post su questa adorabile coppia. Ma ho violuto cominciare dal mio primo incontro.
Davvero ha avuto un'infanzia tremenda. Chissà come era davvero dentro?

Graze e saluti alla prossima.

Giulia

Barbara Cerquetti ha detto...

Giulia, io invece gli uomini così non li sopporto.
Ci deve essere qualcosa di freudiano dietro, sicuramente durante l'infanzia qualcuno alla "cary grant" mi avrà rubato le caramelle, perchè i BELLI, eleganti ed ironici proprio non mi calano.
Parlando di Hitchcock io ho sempre fatto il tifo per Jimmy Stewart, magro sellerone, scostante e un po' antipatico.
Sarà che anche io sono una bruttina un po' antipatica, e mi ci identifico?

Però l'aver letto della sua difficile infanzia me lo rende meno smargiasso. Un personaggio costruito ad arte, e con molta intelligenza. Forse che voleva realizzare un sogno?

giulia ha detto...

Cara Barbara, anche io non amo particolarmente gli uomini troppo belli e sicuri di sè. Ma non so perchè a me Gary Grant non dava questa impressione. La sua infanzia non è stata certo una passeggiata e credo e forse nascondeva la sua inquietudine.
Per quanto riguarda James Stewart anche a me piaceva molto. Forse se li avesi conosciuti nella vita avrei scelto lui (ammesso che lui volesse scegliere me) e non Cary Grant. Ma quando si sogna, si sogna...
Un abbraccio

Anonimo ha detto...

Qui sfondi una porta aperta. Credo che sia l'uomo più bello, affascinante, elegante, ironico, valente, talentuoso, sexy, intrigante, affettuoso (qualsiasi altro aggettivo positivo...potrei continuare all'infinito) che io abbia mai visto. Cioè fosse vivo e avesse anche 80 anni io mi ci fionderei senza pensarci su nemmeno un secondo.
Ogni volta che lo vedo in un film mi sciolgo.
In una parola adorabile in tutto e per tutto.
Ale55andra

Solimano ha detto...

Giulia, c'è da dire che ci sono anche donne del tutto immuni al fascino di questo tipo di bellezza. Una minoranza, ma ci sono. Forse ne colgono l'eventuale ambiguità sessuale, ma soprattutto l'impossibilità di una vita in punta di piedi nel confronto con la quotidianità che inesorabilmente (e felicemente) esiste.
Il mio è un discorso generale, forse non generico, non riguarda l'uomo Cary Grant. A noi interessa come quest'uomo divenisse attore credibile e coinvolgente. Continuo a credere che il suo vero mondo fosse quello della commedia sofisticata, in cui un'ironia di cinismo sottile corrode le radici delle usuali storie romantiche di cui comunque si rispetta l'obbligatorio happy end. E il sesso? Mah! Per fare un esempio al femminile, del tutto all'opposto, mi viene in mente Barbara Stanwick, non particolarmente bella, tutt'altro, ma perfetta sia come comica che come tragica. La Stanwick esprime la sensualità molto più di attrici più belle di lei.
Grazie Ale55andra!saludos
Solimano

giulia ha detto...

Per quanto riguarda il fascino di Grant sono convinta anche io che non piacesse a tutte.
Concordo con te nel dire che desse il meglio di sè nella commedia sofisticata e apprezzo proprio la sua ironia, un modo di porsi che sembra sempre un po' distaccato e mai melenso o sdolcinato.

Ermione ha detto...

Leggendo il post "Visitatori di maggio" mi sono ricordata del tuo bel ritratto di Cary Grant. Lo avevo letto, avevo rimandato il commento per motivi di tempo, e poi, come mi succede spesso, dimenticato di farlo.
Io ho sempre amato questo attore, dopo JLT è uno dei miei preferiti. Già tu, Giulia, e chi è intervenuto prima di me ha parlato del suo incomparabile fascino, della sua eleganza, della sua simpatia ecc. Sembrava creato apposta per determinati personaggi; l'interprete ideale per Caccia al ladro, Sciarada, Indiscreto, quel piccolo gioiello che è La casa dei nostri sogni, tanto per citarne solo alcuni; nessun altro attore sarebbe stato capace di fare come lui. E anche da vecchio, con tutti quei capelli bianchi, tanti e ben pettinati, che fascino. Sono i classici attori di cui si dice "Hanno rotto lo stampo"; oggi dicono che George Clooney è un suo degno erede, ma per me siamo lontani anni luce, per quanto anche il bel George abbia fascino a iosa. Ma è un'altra cosa, via...
Sulla sua partner femminile più azzeccata sono d'accordo con Solimano, certo Katharine Hepburn è insuperabile; ma niente male anche l'altra Hepburn, Audrey, in Sciarada, con quei cappottini Givenchy.E di Myrna Loy in La casa dei nostri sogni che dire? Troppo simpatica.
Ciao Giulia!

Anonimo ha detto...

Ciao Ermione, abbiamo una passione in comune. Concordo che George Clooney, anche se carino, non ha niente a che vedere e anche io l'ho adorato con Audrey Hepburn in Sciarada. E pensare che era molto più vecchio di lei!
Un abbraccio

Anonimo ha detto...

Anche qui un grande ritratto per un attore immenso.
Io faccio parte della categoria (in maggioranza, credo) che lo trova affascinante. Eccome. Al di là dell'età, dei personaggi che interpretava, delle sue diverse sfumature in ogni film. Al di là di tutto. Inimitabile.

Saluti, Tiziana

Solimano ha detto...

E qui è Giulia che ha scritto il post. Ti ringrazio io, Tiziana, a suo nome.

saluti
Solimano