giovedì 26 giugno 2008

I libri nel cinema: Daisy Miller (2)

Daisy Miller, di Peter Bogdanovich (1974) Dal racconto di Henry James, Sceneggiatura di Frederic Raphael Con Cybill Shepherd, Barry Brown, Cloris Leachman, Mildred Natwick, Eileen Brennan, Duilio Del Prete, James McMurtry, Nicholas Jones, George Morfogen Musiche: Bach, Boccherini, Haydn, Mozart, Schubert, Johann Strauss, Verdi (consulente musicale: Francesco Lavagnino) Fotografia: Alberto Spagnoli Production Design: Ferdinando Scarfiotti Costumi: Mariolina Bono, John Furniss (91 minuti) Rating IMDb: 5.7
Solimano
Il racconto Daisy Miller di Henry James (1843-1916), uscì in rivista nel 1878 e in volume nel 1879. I brani che seguono li ho tratti dall'edizione Einaudi del 1971, per la collana Centopagine. La traduzione è di Francesco Mei. La nota introduttiva al racconto è di Italo Calvino.

Le immagini di questo secondo post riguardano, nell'ordine:
- l'incontro teso fra Daisy Miller (Cybill Shepherd) e la signora Walker (Eileen Brennan) il giorno dopo la passeggiata al Pincio
- l'esibizione di Giovanelli (Duilio Del Prete) in casa della signora Walker
- Daisy e Giovanelli che cantano accompagnandosi col pianoforte nell'albergo dove alloggia Daisy
- la visita ad una chiesa di Daisy e Giovanelli
- l'incontro notturno al Colosseo fra Frederick Winterbourne (Barry Brown), Daisy e Giovanelli
- un colloquio fra la mamma di Daisy (Cloris Leachman) e Winterbourne
- il funerale di Daisy, morta per malaria perniciosa.

Daisy arrivò dopo le undici, ma non era il tipo di ragazza che per parlare aspetta che le rivolgano la parola gli altri. Avenzò nella sala, radiosa di bellezza, sorridendo e chiacchierando, con un grande mazzo di fiori in mano, al fianco di Giovanelli. Tutti tacquero, si volsero e la guardarono. Lei si diresse verso la signora Walker. - Ho paura che lei avrà pensato che non venivo più, così ho mandato avanti la mamma ad avvertirla. Volevo che Giovanelli provasse qualche motivo al pianoforte e vorrei che gli chiedeste di farlo. Ecco il signor Giovanelli, si ricorda che gliel'ho presentato? Ha una magnifica voce e sa delle canzoni incantevoli, gliele ho fatte provare apposta questa sera; ci siamo divertiti un mondo, in albergo -.


Questo signore si comportava secondo tutte le regole. Sorrideva, s'inchinava, e mostrava i suoi denti bianchissimi; si arricciava i baffi, roteava gli occhi, faceva insomma tutto quello che ci si aspetta da un italiano di bella presenza a un ricevimento. Cantò, con molta grazia, una mezza dozzina di canzoni, benché la signora Walker ripetesse poi che non era riuscita a sapere chi lo avesse pregato di farlo. L'invito apparentemente non era partito da Daisy. Daisy sedeva lontana dal pianoforte e, benché avesse dichiarato pubblicamente una grande ammirazione per il canto di lui, parlò, e in modo anche da farsi sentire, per tutto il tempo della esecuzione.

Poiché Winterbourne non poteva più incontrare Daisy dalla signora Walker, appena poteva andava a chiedere della signora Miller all'albergo. Le signore erano di rado in casa, ma quando le trovava, il devoto Giovanelli non mancava mai. Molto spesso l'elegante giovincello romano stava nel salotto solo con Daisy. La signora Miller doveva essere dell'opinione che la discrezione è l'elemento migliore per una buona vigilanza. In un primo tempo Winterbourne notò, con sorpresa, che Daisy in quelle occasioni non era mai imbarazzata o spiacente di vederlo entrare; ma ormai capiva che essa non riusciva più a stupirlo: nel suo comportamento l'imprevisto era l'unica cosa che ci si potesse aspettare.

Una domenica pomeriggio che era andato a San Pietro con la zia, Winterbourne scoperse Daisy che camminava nell'immensa chiesa con l'inevitabile Giovanelli. Indicò la ragazza e il suo cavaliere alla signora Costello, che li guardò un momento col suo occhialino, poi disse:
- Ecco cosa ti rende pensieroso in questi giorni,
- Non credevo di essere pensieroso, - disse il giovane.
- Sei molto preoccupato, si vede che pensi a qualcosa.
- E a che cosa mi accusi di pensare? - egli chiese.
- Alla tresca di quella signorina, Miss Baker, Miss Chandler, come si chiama? sì, insomma, Miss Miller, con quel piccolo garzone parrucchiere.


Si voltò per andarsene da dove era venuto, ma nel far così sentì di nuovo la voce di Daisy.
- Come! era Mr Winterbourne! Mi ha visto e mi volta le spalle!
Piccola canaglia, come simulava bene l'innocenza offesa! No, non le avrebbe voltato le spalle. Winterbourne avanzò di nuovo verso la grande croce. Daisy si era alzata: Giovanelli si levò il cappello. Winterbourne ora pensava solo al pericolo, dal punto di vista della salute, a cui una ragazza piuttosto delicata come Daisy si esponeva trattenendosi di sera in quel nido di malaria. Era una vera follia. Che importava se era davvero una piccola canaglia? Questa non era una buona ragione perché morisse di malaria perniciosa. - Da quanto tempo lei è qui? chiese, quasi brutalmente.
Daisy, bella nel romantico chiarore lunare, lo guardò un momento, e: - Tutta la sera, - rispose con dolcezza.- ... Non ho mai visto niente di più affascinante.

- Daisy parlava di lei l'altro giorno, - disse la signora Miller a Winterbourne. - Per lo più dice cose sconnesse, ma in quel momento credo che fosse abbastanza in sé. Mi ha dato un messaggio per lei. Mi ha raccomandato di dirle... di dirle che con quel bell'italiano, non è mai stata fidanzata.

Una settimana dopo la povera fanciulla moriva. Era stato un caso violento di febbre malarica. Daisy fu seppellita nel piccolo cimitero protestante, in un angolo delle mura di Roma imperiale, tra i cipressi e i rigogliosi fiori primaverili.


Accanto a lui c'era Giovanelli, che gli si avvicinò ancor di più, prima che Winterbourne se ne andasse. Giovanelli era pallidissimo e per la prima volta senza fiori all'occhiello. Sembrava che gli volesse dire qualcosa. Finalmente osservò: - Era la più bella ragazza che avessi mai visto, anche la più amabile, - poi, dopo un momento, aggiunse: - ed era la più innocente.

Harry W. McVickar: Illustrazione del frontespizio
della edizione del 1892 di Daisy Miller

1 commento:

Anonimo ha detto...

Hi:

I am Rodrigo, I am from Brazil.
First of all, sorry for not writing in Italian! Unfortunately, I don´t speak the language (in spite of having Italian heritage!)...
About this film: a classic! I had it taped, some years ago: the music in the end was very beautiful.
So, have you ever been/known Brazil? It´s good here, in spite of the problems!

Thank you for creating the site (and outing the BEAUTIFUL IMAGES!),
Rodrigo Rosa (Porto Alegre, south of Brazil)

http://rodrigo-arte.blogspot.com/