domenica 1 giugno 2008

I caratteri nel cinema: Paul Javal

Paul Javal (Michel Piccoli) in Le Mépris (1963)
di Jean-Luc Godard

Le Mépris di Jean-Luc Godard (1963) Romanzo di Alberto Moravia, Sceneggiatura di Jean-Luc Godard Con Brigitte Bardot, Michel Piccoli, Jack Palance, Giorgia Moll, Fritz Lang Musica: Georges Delerue, Piero Piccioni (nella versione italiana) Fotografia: Raoul Coutard (103 minuti 82 in Italia) Rating IMDb: 7.7
Solimano
A Roma Paul Javal (Michel Piccoli), in una mattina estiva del 1963, ha un appuntamento importante col produttore Jeremy Prokosch (Jack Palance). C'è la possibilità di collaborare alla sceneggiatura di un film sull'Odissea. Il regista à il famoso Fritz Lang (Fritz Lang). L'appuntamento è in uno studio di Cinecittà, e Paul si accorda con la moglie Camille (Brigitte Bardot) perché lei lo aspetti all'uscita.

Di fronte allo studio, Paul si incontra con Prokosch, che è accompagnato dalla segretaria tuttofare Francesca Vanini (Giorgia Moll). Paul ha scritto alcuni romanzi polizieschi di relativo successo, e ama portare un cappello nero fumando in continuazione. Prokosch è interessato a Paul perché ha scritto sceneggiature di film commerciali (tipo Totò e Maciste) e pensa di aver bisogno di uno come Paul per evitare che il film sia un flop al botteghino. Prokosch sa inoltre che Paul ha bisogno di soldi e che ha sposato una bella donna.


In una saletta assistono alla proiezione di alcune scene del film, presente anche Lang, riguardo cui Prokosch è diviso: lo ammira, ma teme che non badi ai gusti del pubblico. Fritz Lang ne ha visti tanti, di produttori come Prokosch, quindi tiene la posizione ma non si oppone all'assunzione di Paul. Prokosch decide rapidamente, e firma sulla schiena di Francesca un assegno a Paul di 10.000 (diecimila) dollari. La scritta sotto lo schermo è la seguente: IL CINEMA E' UN'INVENZIONE SENZA AVVENIRE - LOUIS LUMIERE.



All'uscita dallo studio, trovano Camille. Prokosch ne rimane colpito; molto diretto come sempre, li invita a bere qualcosa nella sua casa di Roma. Apre la portiera della macchina per far salire Camille, Paul dice che verrà in taxi, Camille dice a Paul che preferisce viaggiare in taxi con lui, ma Paul le risponde: "Vai pure con Prokosch". Camille sale nell'auto; è molto sorpresa e guarda male Paul.
Continuerà a stare sulle sue anche nel giardino della casa di Prokosch, a cui Paul arriva con mezz'ora di ritardo, adducendo scuse varie, come uno scontro fra taxi. Camille preferisce stare da sola a guardare un libro sulla pittura degli antichi romani. Paul le chiede come mai ha cambiato di umore, Francesca e Fritz Lang non dicono nulla, perché non hanno bisogno di spiegazioni. Prokosch, a suo perfetto agio, li invita tutti per il giorno dopo sul set del film sull'Odissea -che viene girato a Capri - e dice chiaramente che vorrebbe che ci fossero sia Paul che Camille. Rimangono intesi che si accorderanno per telefono.


Paul e Camille sono nella loro casa, che hanno comprato da poco, ma non ancora pagato. Prima vivevano in una pensione. Camille ha ventotto anni e quando ha conosciuto Paul faceva la dattilografa. Paul le chiede insistentemente che motivo ha per avercela con lui, Camille risponde solo che da ora in poi dormirà sul divano, non più in camera da letto. Paul cerca di fare la pace a modo suo, ma Camille preferisce farsi un bagno, leggendosi un libro su Fritz Lang, personaggio che l'ha molto colpita. Paul ha una reazione strana, le strappa il libro dalle mani e lo getta via. Come si irrita quando Camille fra le sue cose trova la tessera del Partito Comunista, a cui Paul dice di essersi iscritto due mesi prima.
Telefona la madre di Camille e risponde Paul, che cerca di dire che Camille è fuori, ma sua moglie se ne accorge e risponde alla madre chiudendo la porta della camera. Paul ascolta da dietro la porta e Camille sa che lui è là dietro ad ascoltare. Sull'invito a Capri di Prokosch, Paul dice che deve essere Camille a decidere se venire o meno, poi torna spesso sul discorso che è bello avere finalmente una casa loro e che forse riusciranno a pagarla senza difficoltà. Ma il discorso gira sempre attorno al fatto che Camille è cambiata verso Paul, finché, esasperata, Camille dice che deve essere lui a dirsi da solo il motivo; alla domanda di Paul su che cosa prova per lui, lei gli dice che prova disprezzo. Riguardo a Capri, gli dice che ha capito che lui ci tiene che vada anche lei, quindi ci andrà.

A Capri, Paul e Camille giungono sul set del film. Successivamente Prokosch decide di andare col motoscafo alla villa. Camille vorrebbe fermarsi sul set con Paul, ma Paul la spinge ad andare con Prokosch, Francesca e Fritz Lang. Camille sale infuriata sul motoscafo di Prokosch.



Successivamente Paul ha un ripensamento: lo vediamo aggirarsi nella villa di Prokosch chiamando ad alta voce Camille. Finché sale sul tetto della villa e vede che ci sono Camille e Prokosch in un vano finestra. Ma sporgendosi, Camille lo vede, e decide di baciare Prokosch sapendo che Paul la vede.

Tutti i cinque personaggi sono riuniti nel grande soggiorno della villa di Prokosch. Gli atteggiamenti sono diversi. Fritz Lang è il più tranquillo: "Il faut souffrir", dice ad un certo punto, come se dicesse non una cosa triste, ma solo scontata. Anche Francesca è disinvolta. Prima ha pianto, forse perché Prokosch è duro sul lavoro o forse perché è un po' gelosa, ma ora non più. Camille sta seduta immobile senza dire una parola.
Prokosch e Paul sono vicini alla grande vetrata che dà sul mare, in atteggiamenti ben diversi: Prokosch in piedi, rivolto al mare come se volesse togliere la vetrata, Paul invece seduto, volgendo le spalle al mare e stando rannicchiato (lo fa quasi sempre).
Tutti hanno capito come è Paul, e lo trattano con compassione sprezzante. Paul ogni tanto parla e dice cose intelligenti, perché prima pensa alla finalità che vuole raggiungere poi sceglie cosa dire. Ma è questo che lo frega, quasiasi cosa dica suona falsa: si è ficcato nella tagliola che ha costruito.
Dice che Ulisse è stato lontano da Itaca non per caso, ma perché voleva star lontano da Penelope, e solo quando ha deciso di tornare si è posto il problema di cosa fare con i Proci; è un modo curioso di autoassolversi con Omero.
Fritz Lang ribatte che l'Odissea è un libro che c'è per sempre, occorre solo prenderne atto, e che Ulisse non era un moderno nevrastenico, ma un essere umano semplice, ardito, astuto.


Canille esce dal soggiorno per salire sul tetto della villa, a prendere il sole nuda. Paul la raggiunge e le parla, dicendole che l'ama ancora, come e più di prima, e che non capisce perché lei lo disprezzi. Camille si mette la vestaglia gialla, scendono per le scale. Si siedono a parlare su un gradino ma il discorso è sempre quello, Camille lo chiude dicendo che ha deciso di tornare a Roma in serata e che Prokosch le darà un passaggio sulla sua macchina. Poi si toglie la vestaglia e nuota nuda nel mare.


Camille e Prokosch viaggiano verso Roma, e conversano allegramente. Camille, quando Prokosch le chiede che lavoro facesse prima, gli dice che faceva la dattilografa, e glielo dice come fosse la cosa più naturale del mondo. Difatti Prokosch lo trova molto naturale e divertente. Camille, prima di partire, ha scritto una lettera di addio a Paul, una lettera gentile. Camille ha amato molto Paul fino a qualche giorno prima. Poi ha visto com'è, e non si può amare chi si disprezza.
Il viaggio per Roma è quasi finito, debbono fare benzina. Nel rimettersi in strada, finiscono incastrati fra un camion e il rimorchio e muoiono entrambi.

Sul set vicino a Capri, Fritz Lang sta continuando la lavorazione del film tratto dall'Odissea di Omero. E' una scena importante: quella in cui Ulisse vede finalmente Itaca, dopo tanti anni. Prova gioia, per questo alza le braccia al cielo di fronte al mare. Nella mano destra ha la spada.

4 commenti:

Giuliano ha detto...

Questa scena del boss che usa la segretaria come scrittoio, e della segretaria pronta a farsi usare, è una scena memorabile, di quelle che andrebbero sempre tenute presenti, e magari proiettate nelle scuole. Ma forse no, perché tanto non c'è molto da imparare, è una scena che si ripete in continuazione...

E poi c'è il piacere di vedere Fritz Lang, che in questa parte si è molto divertito (come Blasetti in "Bellissima" di Visconti). (Bisognerà recuperare quel che dice Lang di quest'esperienza di attore.)

Solimano ha detto...

Fritz Lang è il centro intellettuale e morale del film, non a caso per sé Godard scelse come sua piccola parte quella di un aiuto regista piuttosto imbranato, aiuto regista di Lang. Ma degli altri caratteri, il peggiore è quello di Javal, l'intellettuale-servo talmente disposto a tutto che non se ne rende più conto. Mentre Camille, Prokosch e Francesca hanno dei lati positivi. La scena del contratto firmato sulla schiena non è la sola. Prokosch ha questi tipi di familiarità, c'è anche nella prima immagine: ha appena conosciuto Javal e gli prende la cravatta come se volesse strozzarlo. Finalmente sono riuscito a vedere questo film come si deve cioè del tutto nell'edizione francese. Quella italiana è un vero e proprio scempio da tanti punti di vista.
Giustamente alcuni hanno detto che è un film tragico, e con la bella musica di Deleru è tutta un'altra cosa.

saludos
Solimano

Giuliano ha detto...

Due righe anche per Jack Palance, grande presenza del cinema (di Michel Piccoli e della Bardot si parla sempre).
Era un ottimo attore, ma con quella faccia e con quel fisico faceva sempre parti di cattivo e di vilain, o magari di indiano feroce.

aldebaran ha detto...

Sono l'unica a pensare che il disprezzo di Camille nasce anche dalla noncuranza di Javal nel flirtare con Francesca?