martedì 17 marzo 2009

La musica nel cinema: Totò a colori

Totò a colori, di Steno (1952) Storia e Sceneggiatura di Michele Galdieri, Totò, Steno, Mario Monicelli, Agenore Incrocci, Furio Scarpelli Con Totò, Mario Castellani, Virgilio Riento, Luigi Pavese, Galeazzo Benti, Isa Barzizza, Rocco D'Assunta, Franca Valeri, Fulvia Franco, Anna Vita, Alberto Bonucci, Armando Migliari, Vittorio Caprioli, Bruno Corelli, Guglielmo Inglese, Michele Malaspina, Carlo Mazzarella, Lilli Cerasoli, Rosita Pisano, Primarosa Battistella Musica: Felice Montagnini Fotografia: Tonino Delli Colli Costumi: Giulio Coltellacci (104 minuti) Rating IMDb: 8.2

Solimano

Più che di musica, per il film Totò a colori (1952) sarebbe il caso di parlare di strumenti musicali, strumenti per fare la musica -comprese le voci . In tutti gli sketch che lo compongono la musica -intesa nel suo farsi- è presente, escluso l'episodio del viaggio in vagone letto, in cui però (come osservato da Barbara) la musica c'è sotto forma di onomatopea:
-Io sono l'onorevole Trombetta!
-E chi non si ricorda di quel trombone di suo padre!
Questo è il fil rouge del film, che collega fra loro i vari sketch: la storia di un musicista ancora non riconosciuto, Antonio Scannagatti (Totò) che nell'immagine di apertura si esercita su un contrabbasso molto personalizzato.



Antonio non ha una lira. Vive a Caianello in casa della sorella (Rosita Pisano), dovendo sopportare l'insofferenza del cognato (Rocco D'Assunta), mentre la serva di casa (Primarosa Battistella) sotto sotto lo ammira, specie la mattina quando gli porta il caffè. Antonio porta la mano all'orecchio: sente il canto di un uccellino, e lo traduce immediatamente in note. E' un genio incompreso e spera che i grandi editori di Milano, cioè Tiscordi e Zozzogno, un giorno si accorgano di lui.




Antonio non è il solo, ad occuparsi di musica a Caianello. C'è una banda diretta dal maestro Tiburzi (Virgilio Riento). Purtroppo i rapporti fra Antonio e Tiburzi non sono buoni, si sa che esistono le gelosie fra gli artisti. Il mestro Tiburzi disprezza quello spostato di Antonio Scannagatti, che lo ricambia di tutto cuore. Per Antonio, Tiburzi è solo un esecutore di musica dozzinale, mentre lui sa di appartenere alla categoria dei compositori di musica seria, dei creatori, altro che canzoni o marcette.
Il sogno di Antonio è di essere chiamato un giorno Il cigno di Caianello. Nel frattempo, Tiburzi e la banda si esercitano intensamente perché nel paese si preparano i festeggiamenti per il ritorno di un emigrante che ha fatto i soldi in America: il gangster Joe Pellecchia (Bruno Corelli). Farà certamente del bene al paese.



Ma il fervore e l'impegno delle prove soverchiano il maestro Tiburzi, che si becca una emiparesi: per il momento ha un braccio fuori uso. Che fare? Il sindaco di Caianello (Armando Migliari), segue il vecchio detto a mali estremi estremi rimedi ed interpella Antonio che rifiuta sdegnato: l'hanno sempre deriso, ed ora vorrebbero che lui sostituisse Tiburzi? No, mille volte no!
Risolve la situazione il nipote del sindaco, Poldo di Roccarasata (Galeazzo Benti) che, d'accordo con la sua amica italo-americana, che si fa chiamare Poppy (Fulvia Franco), inventa che la ragazza è la segretaria dell'editore Tiscordi (Luigi Pavese) e che otterrà per Antonio un appuntamento a Milano. Così, il giorno della festa per Joe Pellecchia, è Antonio a dirigere la banda del paese. Fa un figurone, ma si monta la testa (succede, ai geni incompresi) e non smette più con la banda. Così impedisce il discorso a Joe Pellecchia che se ne va infuriato. Naturalmente, tutti se la prendono con Antonio, a partire dal sindaco.



Antonio è a Capri. Ha raggiunto Poldo e Poppy, che sono ospiti di una loro amica danarosa, Giulia Sofia (Franca Valeri). Si tratta di concretizzare l'appuntamento con Tiscordi. Poldo e Poppy ne inventano un'altra: inseriscono Antonio nella loro compagnia di esistenzialisti presentandolo come Pupetto Montmartre dagli Champs-Élysées. Le imprese di Pupetto a Capri meriterebbero un'ampia trattazione (sarà per un altro post).
Qui ci soffermiamo sulla esecuzione molto sofferta di un blues di Cab Callaway, esecuzione che si conclude con Antonio (il più commosso di tutti perché è il più sensibile), che cerca consolazione sul petto di una cameriera dell'albergo (ignoro purtroppo il nome sia della cameriera che dell'attrice). Nella bella compagnia, è possibile riconoscere Poppy, Poldo, Giulia Sofia. C'è anche Patrizia (Lilli Ceresoli) e il fidanzato di Giulia Sofia (Carlo Mazzarella).



Antonio, viaggiando nottetempo, è giunto a Milano. Nel viaggio in vagone letto, ha avuto considerevoli traversie con due persone: l'onorevole Cosimo Trombetta (Mario Castellani) e la signora bella e misteriosa (Isa Barzizza). Ci vorrebbe un'altra trattazione ampia, vedremo in futuro. Nell'ufficio di Tiscordi, Antonio entra in contatto col grande mondo della musica: prima un soprano con i baffi (ne ignoro i dati anagrafici), poi con il tenore balbuziente (Vittorio Caprioli) e il regista sovietico (Alberto Bonucci). Infine con lo stesso Tiscordi, che riceve Antonio perché lo scambia per il nuovo infermiere, e Antonio rimane sbalordito col bombardino sottobraccio, mentre l'editore attende l'iniezione.



Antonio ora è in fuga. Da chi? Dal cognato, che lo sta inseguendo armato di coltello a serramanico. Nella fuga, Antonio viene per un tratto accompagnato dal tenore balbuziente e dal regista sovietico, ma infine gli tocca fingersi un burattino, per depistare il cognato. C'è un trio che accompagna lo spettacolo dei burattini (altra ampia trattazione...)



Il bene trionfa, come è giusto che sia, almeno nei film. L'editore Tiscordi rintraccia casualmente uno spartito del Maestro Antonio Scannagatti, che così diventa famoso. Grande festa a Caianello: VIVA IL CIGNO DI CAIANELLO non è più un sogno, ma è scritto a lettere cubitali su uno striscione che attraversa la strada principale, c' anche un ONORE AL GENIO. Antonio dirige la banda che esegue la sua musica e ricorre a tutte le astuzie comportamentali per ottenere il massimo dai suonatori.

E' atteso un importante uomo politico, per festeggiare ancor meglio Antonio. Ma quando appare l'onorevole alla finestra, Antonio lo riconosce: è Cosimo Trombetta, il suo malavventurato compagno di viaggio in vagone letto. Anche l'onorevole Trombetta riconosce Antonio, che fugge per il paese seguito naturalmente dalla fedele banda che continua a suonare. E così finisce il film.



4 commenti:

Barbara Cerquetti ha detto...

Ma Solimano, la musica è accennata anche nell'episodio del treno, sotto forma di onomatopea!
-Io sono l'onorevole Trombetta!
-E chi non si ricorda di quel trombone di suo padre!

Solimano ha detto...

Colpito e affondato, Barbara, come si diceva nelle battaglie navali!
Vedi mo' che il fil rouge della musica c'è in tutti gli episodi del film. E io, miscredente, che non ci volevo credere...
Aggiornerò il post, questo è il bello dei blog: che puoi dire una sciocchezza ma puoi correggerla ipso facto.
Ma ora che ci penso, nell'episodio del vagone letto, trovo una certa musicalità anche nella Signora bella e misteriosa (Isa Barzizza). Non ho capito il perché, ed osserverò meglio l'episodio sul DVD, per cogliere nelle svariate movenze di detta Signora le segrete ragioni (certamente musicali) che giustificano la sua presenza nel film.

grazie Barbara e saludos
Solimano

Giuliano ha detto...

Trombetta è un cognome piuttosto comune, a Como. Forse l'ho già detto, ma il cognome Trombetta io lo associo prima di tutto a due o tre ragazze o signore molto belle che ho conosciuto.
Questo senza togliere niente al film, naturalmente...

Anonimo ha detto...

Il padre si.isa barzizza era um famoso direttore d'orchestra

Michele