American Beauty, di Sam Mendes (1999) Sceneggiatura di Alan Ball Con Kevin Spacey, Annette Bening, Thora Birch, Wes Bentley, Mena Suvari, Chris Cooper, Peter Gallagher, Allison Janney, Scott Bakula, Sam Robards, Barry Del Sherman Musica: Thomas Newman Fotografia: Conrad L. Hall (122 minuti) Rating IMDb: 8.5Solimano
Carolyn Burnham (Annette Bening) è la moglie di Lester (Kevin Spacey). E' una donna organizzata e pianificata in tutto: casa, figlia, marito, lavoro (fa l'agente immobiliare).
Alla figlia Jane (Thora Birch) dice che a lei è toccato crescere in una casa bifamiliare e che quindi Jane dovrebbe essere contenta e darsi da fare, così potrà in futuro vivere in una casa come la loro. Non è contenta del comportamento della figlia e della scarsa cura che ha di sé, questo è il suo modo di affrontare il problema:
Carolyn: Are you trying to look unattractive?
Jane: Yes.
Carolyn: Well, congratulations. You've succeeded admirably.
Carolyn: This is a $4,000 sofa, upholstered in Italian silk. It is not just a couch.
Lester: (shouts) It's just a couch!
La situazione peggiora quando Lester non ha più il suo lavoro. E' riuscito ad ottenere un considerevole bonus per dare le dimissioni, ma per Carolyn, oltre ai soldi, è importante lo status symbol della famiglia, che così è stato compromesso.
All'inizio della giornata cerca di darsi la carica da sola. Si aggiusta davanti allo specchio e recita ad alta voce come se fossero giaculatorie le formulette che le hanno insegnato:
My company sells an image.
It's part of my job to live that image.
I will sell this house today, I will sell this house today.
Carolyn sembra un burattino condotto dai fili di un esperto burattinaio che non sbaglia le mosse, se le si guarda una per una. Ma è l'insieme che non convince, non c'è sorpresa, vera personalizzazione, ricerca di empatia. La strumentalità è totale, Carolyn gioca le sue carte senza considerare che anche i possibili acquirenti hanno delle loro carte che tengono coperte. Sa tutte le risposte, ma non vorrebbe che le facessero domande. Carolyn non ama quel lavoro. Si carica alla mattina come una molla perché vuole riuscire nell'obiettivo che le hanno dato, perché desidera soldi e riconoscimento. Ma si sente in tutto il suo modo di fare che non le importa nulla delle persone che le stanno di fronte.
Carolyn da tempo invidia Buddy Kane (Peter Gallagher), il miglior venditore di appartamenti della zona, detto The "King" of Reale Estate. Organizzatissimo, ogni volta che vende si fa pubblicità sul luogo del fatto (o del misfatto) con un colorato tazeabao in cui indica anche il numero telefonico a cui lo si può chiamare. Senza perdere tempo Buddy Kane ottiene un appuntamento da Carolyn che è ben contenta: in casa ha un marito che ha perso il lavoro, adesso ha l'opportunità di imparare da Buddy Kane tutti i segreti del mestiere.Buddy: In order to be successful, one must project an image of success at all times.
Carolyn: I refuse to be a victim!
Carolyn pensa di aver trovato il modo migliore per farsi strada. I due si mettono d'accordo per prendere la camera in un Motel.

Buddy: (Carolyn is having sex in a motel room with the Real Estate King) Do you like getting nailed by the King?
Carolyn: Yes, your majesty!
...
Carolyn: That was exactly what I needed. The royal treatment, so to speak.
Quando tornano, dopo aver lasciato il Motel, si fermano in un posto in cui si può mangiare stando in macchina: Smiley's. Purtroppo è il nuovo posto di lavoro di Lester, che li accoglie così:
Lester: Smile! You're at Mr. Smiley's.
E Buddy, vista la situazione, dirà a Carolyn che si è appena separato da sua moglie, una serie di storie, per cui è meglio chiudere il loro rapporto. Ma Carolyn, dal rapporto con Buddy ha imparato qualcosa di utile per vendere gli appartamenti... Tempo sicuramente bene speso.
2 commenti:
Non invidio per niente gli americani e il loro modo di intendere il lavoro. Noi italiani siamo più fantasiosi e creativi, sappiamo improvvisare per risovere i problemi e non è poco. Sempre interessante leggerti :-)
Salutissimi, Annarita
Però gli americani riescono a fare film sul lavoro e sulle difficoltà nel lavoro di oggi che noi italiani non facciamo... anche perché per film di un certo tipo non ci sarebbe pubblico, è un serpente che si morde la coda. Conosco bene le due situazioni di cui parla il film, quella di Lester e quella di Carolyn e il film (che per me è uno dei più grandi dell'ultimo decennio) esprime la situazione con una asciuttezza, una forza, una efficacia anche estetica del tutto inaspettata, in un regista cinematografico al suo primo film.
grazie Annarita e saludos
Solimano
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