venerdì 6 marzo 2009

Ritratti di signore: Anna Karina

La Ronde, di Roger Vadim (1964) Commedia di Arthur Schnitzler, Sceneggiatura di Jean Anouilh Con Jane Fonda, Anna Karina, Catherine Spaak, Francine Bergé, Marie Dubois, Jean-Claude Brialy, Maurice Ronet, Bernard Noel, Jean Sorel, Claude Giraud, Denise Benoit, Valérie Lagrange, Françoise Dorléac Musica: Michel Magne Fotografia: Henri Decae (110 minuti) Rating IMDb: 5.3

Solimano

Il vero nome di Anna Karina è Hanna Karin Blarke Bayer, nata a Copenhagen il 22 Settembre 1940. Dopo aver tentato di scappare di casa alcune volte, comincia molto presto a fare l'attrice, la cantante e la modella pubblicitaria. Si trasferisce a Parigi a diciassette anni, e Pierre Cardin e Coco Chanel la convincono a prendere il nome d'arte di Anna Karina. Conosce Jean-Luc Godard e lo sposa il 3 marzo del 1961 (divorzieranno nel 1968). C'è un episodio curioso che riguarda quello che praticamente è il primo film di Godard: À bout de souffle (1960). Anna Karina rifiuta una parte importante in quel film perché dovrebbe recitare nuda. Godard obietta che aveva visto la pubblicità della Palmolive in cui era ricoperta solo di bolle di sapone, e la Karina risponde che appunto, era ricoperta fino al collo, quindi il suo nudo era immaginario. Con Godard fa otto film in sei anni: Une femme est une femme (1961), Vivre sa vie(1962), Le petit soldat (1963), Bande à part (1964), Pierrot le fou (1965), Alphaville(1965), Made in U.S.A. (1966), Le plus vieux métier du monde (1967). E' qui il centro della sua carriera, ma ha recitato in molti film con registi noti, come Cukor, Deville, Rivette, Delvaux, Vadim, Richardson, Fassbinder. Fra gli italiani, Visconti, Zurlini, Brusati, Greco.

Il film "La ronde" (1964) di Roger Vadim deriva dalla pièce teatrale "Il Girotondo" di Arthur Schnitzler, scritta nel 1897 ma rappresentata in teatro per la prima volta solo nel 1920 a Berlino, con la regia di Max Reinhardt.
E' una danza sessuale di dieci personaggi di cui l'ultimo si raccorda al primo, come in un girotondo. Lo schema dei dieci episodi è il seguente:

La prostituta e il soldato
Il soldato e la cameriera
La cameriera e il giovane signore
Il giovane signore e la giovane signora
La giovane signora e il marito
Il marito e la ragazza
La ragazza e lo scrittore
Lo scrittore e l'attrice
L'attrice e il conte
Il conte e la prostituta


Nel film di Vadim, la parte di Anna Karina è quella della cameriera Rose, che ha a che fare col soldato Georges (Claude Giraud) e col giovane signore Alfred (Jean-Claude Brialy). Il film non è un capolavoro, ma gli episodi in cui c'è Anna Karina sono certamente i migliori e il merito è tutto dell'attrice: l'ingenuità mischiata con la malizia, e la disponibilità non solo sessuale ma anche affettiva. Rose si sta costruendo un futuro di piccolo cinismo e di indispensabili furberie. Per intanto è vulnerabile e spiritosa: se ne fa presto una ragione, di quello che lo succede, anche perché intuisce come finirà. Così, quando si trova nella sala da ballo con l'amica (Valérie Lagrange), che ha appuntamento col soldato Georges, Rose tiene gli occhi bassi, suscitando così l'interesse del soldato.


Così Georges trascura la ragazza con cui aveva appuntamento e si mette a ballare con Rose, e tutto va per il meglio. Georges, sempre ballando, conduce Rose fuori dalla sala da ballo, tanto la musica la si sente lo stesso. Fuori c'è un boschetto buio in cui i due si appartano.



Rose non ha fatto nessuna resistenza, è felice di quello che è successo, e vorrebbe che si fermassero lì ancora, ma Georges adesso è cambiato e vuole tornare nella sala da ballo. Rose cerca invano di trattenerlo.


Nella sala da ballo, per Georges diventa subito interessante l'amica, e lascia seduta al tavolo Rose e si mettte a ballare con l'altra. Rose ci rimane malissimo e quando un altro giovane (con la faccia meno gaglioffa di Georges) si avvicina per invitarla a ballare, quasi non gli risponde. Per Rose, una sera cominciata bene ma finita male.


In un pomeriggio festivo, nella casa dove Rose presta servizio ci sono solo in due: lei, che sta scrivendo al fidanzato che ha in campagna, ed Alfred, il giovane signore, che è nel salone facendo finta di studiare. Rose sta scrivendo che a Parigi si annoia, che vorrebbe essere in campagna e sta per cominciare a scrivere la cosa più importante: che lui deve esserle fedele.
Però Rose si è accorta che Alfred la guarda spesso. Qualche giorno prima, mentre serviva a tavola, Rose ha notato che Alfred si era tamente distratto che cercava di raccogliere il brodo con il cucchiaio: Rose è scoppiata a ridere e poi l'ha raccontato agli altri in cucina.


Finalmente suona il capanello in cucino: è Alfred che chiama Rose, evidentemente ha bisogno di qualcosa. Rose, prima di andare a sentire che cosa desidera Alfred, si dà una aggiustata davanti ad uno specchietto. Ma il giovane signore non sa bene che cosa vuole, prima chiede un bicchiere d'accqua (fresca, mi raccomando, poi qualche altra incombenza). Rose lo guarda, sempre in attesa di ricevere disposizioni migliori, esegue gli ordini poi torna in cucina. Che può fare, la povera Rose, con un giovane signore così combinato? La cosa si ripete per due volte.


Finché alla terrza volta, Rose si presenta con uno sguardo che non potrebbe essere più chiaro (ma senza dire niente, lo sa che non si fa). A questo punto, Alfred è costretto a procedere, con alcune esistazioni che nascono anche dai molti bottoni del vestito di Rose.



Con l'aiuto di un complice divano e dopo aver occultato con un tendaggio il quadro in cui c'è il padre di Georges che sembra guardarlo sdegnato. Finalmente giungono all'agognato porto, ma a Rose capita sempre qualcosa dopo: il soldato ha voluto tornare subito nella sala da ballo ed Alfred, a cose fatte, le fa la morale. Punto primo lui credeva che non fosse stata con nessuno. Punto secondo, che i rapporti in casa debbono restare quelli che c'erano prima (per forza, Alfred è il figlio della padrona). Finalmente Rose può prendere respiro e rimanere sola. Così continua a scrivere al suo amato fidanzato campagnolo: "Ma tu, mi sei fedele?"



P.S. Qui sotto inserisco immagini di Anna Karina in altri film che ha interpretato. le immagini seguono l'ordine cronologico secondo cui sono stati fatti i film. Nel caso di Pierrot le fou metto due immagini: non sapevo proprio quale scartare...

Ce soir ou jamais (1961) di Michelle Deville

Vivre sa vie (1962) di Jean-Luc Godard

Le petit soldat (1963) di Jean-Luc Godard

Band à part (1964) di Jean-Luc Godard

Pierrot le fou (1965) di Jean-Luc Godard

Pierrot le fou (1965) di Jean-Luc Godard

La religieuse (1966) di Jacques Rivette

Made in U.S.A. (1966) di Jean-Luc Godard

Justine (1969) di George Cukor

Rendez-vous à Bray (1971) di André Delvaux

L'alliance (1971) di Christian de Chalonge

Oeuvre au noir (1988) di André Delvaux

1 commento:

Giuliano ha detto...

Aggiungo alla lista "l'invenzione di Morel", che per me è stato il punto d'incontro con Anna Karina, anche se non è di certo il suo film più importante. Gli ho dedicato diverse puntate, purtroppo con immagini non perfette...
(tutto qui nell'archivio del blog, per chi fosse curioso: bisogna cercare Adolfo Bioy Casares, magari con il motore di ricerca in alto a sinistra)