venerdì 20 marzo 2009

Firenze nel cinema: Amici miei (1)

Rambaldo (Architetto) e Birillo (Cane di San Bernardo)

Amici miei di Mario Monicelli (1975) Sceneggiatura di Leonardo Benvenuti, Piero De Bernardi, Tullio Pinelli, Pietro Germi Con Ugo Tognazzi, Gastone Moschin, Philippe Noiret, Duilio Del Prete, Adolfo Celi, Bernard Blier, Olga Karlatos, Silvia Dionisio, Milena Vukotic, Franca Tamantini, Angela Goodwin Musica di Carlo Rustichelli - però c'è anche il Verdi di bella figlia dell'amore (140 minuti) Rating IMDb: 8.3

Solimano

L'ambientazione a Firenze del film Amici miei è molto diversa dell'ambientazione di Camera con vista, perché nel film di Monicelli c'è una Firenze da vita quotidiana, non turistica. Quindi è difficile per me, che non sono fiorentino, riconoscere esattamente le strade; so solo, ad occhio, che di lì ci sono passato. Confido nell'ausilio di Elena e di Roby, che Firenze la conoscono benissimo perché ci vivono.

Giorgio Perozzi (Philippe Noiret) ha lavorato tutta la notte al giornale, adesso dovrebbe andare a casa a dormire. Ma non ne ha voglia e si ferma in un bar in cui è ben conosciuto. Questo bar era in via de' Magliabechi, vicino a Santa Croce, ed era veramente frequentato da passeggiatrici e da pensionati.




Il Perozzi, uscito dal Bar, percorre alcune strade alla guida della sua macchina rossa. E' l'alba e per strada non c'è quasi nessuno. O meglio, qualcuno c'è: l'architetto Rambaldo Melandri (Gastone Moschin), trascinato da Birillo (se stesso), il cane di San Bernardo che lo costringe ad alzarsi ad ore antelucane. E' pure freddo, come si capisce dall'abbigliamento dell'architetto. Il Perozzi l'ha intravisto già all'inizio della strada, si è bene preparato ed ora sfotterà Rambaldo. Vatti a fidare degli amici!



Il bar di Guido Necchi (Duilio Del Prete) esisteva: via dei Renai nel quartiere San Niccolò. C'era anche la sala da biliardo. Dopo il film cambiò nome, chiamandosi Bar Amici Miei. Nelle immagini c'è Carmen, la moglie del Necchi (Franca Tamantini) sempre con quell'aria più rassegnata che contenta. Ogni tanto il marito sparisce per qualche zingarata con gli amici, e al bar tocca fare tutto a lei. Inoltre dovrà ospitare il Conte Raffaello Mascetti (Ugo Tognazzi) con la sua ganza Titti (Silvia Dionisio). Quando vede che anche il Necchi sdocchia la Titti, che gira seminuda per casa, Carmen esplode e li caccia fuori tutti.


Il dibattito fra il vigile ed il Mascetti si svolge in mezzo ad una strada. Trascrivo parte dell'acceso scambio di vedute, originato dal fatto che il Melandri aveva suonato ripetutamente il clacson di fronte all'abitazione del Necchi, impegnato con sua moglie per le ultime effusioni prima della zingarata.

Mascetti: Tarapio tapioco! Prematurata la supercazzola o scherziamo?
Vigile: Prego?
Mascetti: No, mi permetta, no io... Scusi, noi siamo in quattro, come se fosse antani anche per lei soltanto in due oppure in quattro anche scribai con cofandina, come antifurto, per esempio.
Vigile: Ma quale antifurto! Mi faccia il piacere, questi signori qui stavano suonando loro, 'un s'intrometta!
Mascetti: Ma no, aspetti, mi porga l'indice, ecco lo alzi così, guardi, guardi, guardi, lo vede il dito, lo vede che stuzzica, e prematura anche! Ma, allora io le potrei dire, anche col rispetto per l'autorità, che anche soltanto le due cose come vicesindindaco, capisce?
Vigile: Vicesindaco?
(gli altri in macchina scoppiano a ridere)
Vigile: Basta così, mi seguano al commissariato!
Perozzi: No! No! Attenzione, no, pattene soppaltate secondo l'articolo 12, abbia pazienza, sennò posterdati per due anche un pochina antani prefettura!
Mascetti: Senza contare che la supercazzola prematurata ha perso i contatti col tarapio tapioca!


Altre due immagini di Firenze, la prima in centro, la seconda fuori città, all'inizio di una zingarata, difatti l'immagine è ripresa da una automobile.


L'amante del Perozzi (Marisa Traversi) viene accompagnata in taxi alla stazione ferroviaria. poi sale sul treno. Il Perozzi, che vuole liberarsene, adotta con lei la tecnica dello sfigato appiccicoso, si è anche dotato di gobba falsa per essere più credibile. Quando partirà il treno, la donna sarà talmente annoiata che non lo cercherà più. Obiettivo raggiunto.

Uno dei pochi luoghi turistici del film é la chiesa di San Lorenzo, col mercato sul fianco. Tutti conoscono questa chiesa per le sculture di Michelangelo nella Sacrestia Nuova di San Lorenzo Lorenzo. Ma la chiesa è ricchissima di altre opere d'arte: architettura, scultura, pittura. Qui ne inserisco solo due, entrambe dedicate da Donatello a San Lorenzo, di cui il Messale Romano racconta così:

" Lorenzo, famoso diacono della chiesa di Roma, confermò col martirio sotto Valeriano (258) il suo servizio di carità, quattro giorni dopo la decapitazione di papa Sisto II. Secondo una tradizione già divulgata nel IV secolo, sostenne intrepido un atroce martirio sulla graticola, dopo aver distribuito i beni della comunità ai poveri da lui qualificati come veri tesori della Chiesa."

Nelle due immagini qui sotto si vede appunto la graticola, con cui San Lorenzo è quasi sempre rappresentato.

Questa è una terracotta policroma eseguita da Donatello fra il 1428 e il 1435, ed è nella Sacrestia Vecchia di San Lorenzo. Le dimensioni sono di 215 x 180 cm Sono rappresentati due santi martiri: Santo Stefano (con la pietra sulla fronte) e San Lorenzo (con la graticola).

Il bassorilievo in bronzo con la Tortura di San Lorenzo fu eseguito da Donatello (con l'aiuto del Bellano e di Bertoldo di Giovanni) a ottant'anni, nel 1465. Appartiene ad uno dei due pulpiti della chiesa ed è uno degli ultimi capolavori di Donatello: il 13 dicembre 1466 l'artista muore, ed i pulpiti non erano ancora installati nella chiesa.

14 commenti:

Anonimo ha detto...

Ulteriori aneddoti che non conoscevo e una graziosa pagina di storia dell'arte su quello che resta il mio film italiano preferito.

ps: la supercazzola al vigile è da manuale!

Anonimo ha detto...

film bellissimo, ogni volta che lo vedi mi commuovo per la bellezza di questo film e per l'umanità, intesa come debolezza e grandezza di ogni personaggio.

Anonimo ha detto...

non c'entra, forse, se qualcuno non lo conosce volevo segnalare il bellissimo doppio cd in cui Duilio Del Prete interpreta Jacques Brel.

Solimano ha detto...

Mat e Francesco, grazie per la condivisione. Evidentemente abbiamo una opinione simile (magari per ragioni un po' diverse), visto che questo è il settimo post che scrivo su questo film, sicuramente ne scriverò un altro, e non è detto che mi fermi a otto...
L'abbinamento di Duilio Del Prete col mio amato Jacques Brel mi ha colto del tutto di sorpresa! C'è sempre qualcosa da imparare...

grazie e saludos
Solimano

annarita ha detto...

Rammento che quando vidi questo film per la prima volta trovai irritanti le zingarate del gruppo e il loro atteggiamento di fronte alla vita. Poi, rivedendolo, imparai a comprendere la dolente umanità dei personaggi e i loro sentimenti. Firenze così quotidiana è bellissima. Salutissimi e buon fine settimana, Annarita

Giuliano ha detto...

E' bellissimo, come sempre, il lavoro di Solimano sulle immagini (con l'aggiunta del brano su San Lorenzo, che vale da solo la lettura. Però sul valore del film dissento profondamente: scorrendo l'elenco dei film girati da Monicelli si trova di molto meglio, da Brancaleone a Romanzo popolare ai film con Totò...
"Amici miei" è soltanto l'antenato diretto, anzi il padre, di tutti i cinepanettoni che poi sono seguiti. Penso che Christian De Sica e Massimo Boldi ne potrebbero fare un ottimo remake.

Anonimo ha detto...

http://www.alabianca.it/alabianca2000/ita/labelfr.asp

ripeto: è bellissimo

http://www.ilpopolodelblues.com/rev/febbraio07/special/jacques-brel.html

ciao

Anonimo ha detto...

http://slec.splinder.com/post/20127454/Jacques+Brel+-+Les+bourgeois

e visto che amiamo Brel, questa canzone è perfetta per questo film!

Habanera ha detto...

La terracotta policroma di Donatello mi sembra già di per sè motivo sufficiente per tornare a Firenze che non vedo da troppo tempo.
Ma quanto fortunati siamo noi Italiani ad avere tutte queste meraviglie a portata di mano?

Grazie Solimano, riesci sempre ad incantarmi.
H.

Solimano ha detto...

Habanera, visto che ho deciso di cominciare la vista logica Firenze nel cinema, come ho fatto per Roma, Parigi, Venezia, cerco di profittarne per inserire delle bellezze meno conosciute di Firenze, e le terracotte bellissime di Donatello nella Sacrestia Vecchia di San Lorenzo appartengono a questa categoria.
Anche nella chiesa non si vedono benissimo, perché sono molto in alto, per fortuna so dove procurarmi delle buone immagini.
Firenze non potrà avere un numero di post paragonabile a quello delle altre tre città, in cui sono stati girati più film, ma qualcosa in serbo ce l'ho ancora.

saludos y besos
Solimano

Ermione ha detto...

Sul film ho esattamente la stessa opinione di Giuliano: ma carto qui Firenze è quotidiana, bella e vissuta come in pochi altri film; e quello di Ivory, come hai giustamente detto tu, Solimano, ci mostra invece una città finta, da cartolina. Bella ma inesistente.
Quelle che hai mostrato sono quasi tutte scene di S.Croce, uno dei quartieri più belli e veri. Ora è cambiato anche lui, le botteghe sono scomparse e sono spuntate boutiques o ristorantini etnici. Ma la sua bellezza non si può distruggere.
I film girati a Firenze dovrebbero essere diversi, almeno un centinaio; mi viene in mente Metello, Piano Solo, Ricomincio da tre, Io ballo da sola, Ritratto di signora, Hannibal...e poi quei film in b/n tratti da Pratolini. Insomma, davvero tanti.
Complimenti, bella la serie su Firenze

Ermione ha detto...

Aggiungo poi assolutamente "Incompreso", un bel film di Comencini ingiustamente sottovalutato: tutto girato a Firenze!!

Solimano ha detto...

Elena, lo so che i film ci sono, ma rintracciare le immagini non è facile, perché le viste logiche sui luoghi sono interessanti se trovi il preciso abbinamento personaggi-luoghi e le immagini che si trovano puntano spesso sui personaggi negli interni negli interni. Ma ci proverò, vorrei portare Firenze sopra i dieci post.

grazie Elena e saludos
Solimano

Anonimo ha detto...

L’amante del
Perotti non era l’amante ma la
Moglie